Industria, oggi: immagini dell’industria contemporanea al MAST di Bologna

Il MAST di Bologna presenta la mostra fotografica Industria, oggi: una riflessione sulla rappresentazione del paesaggio industriale attraverso le immagini dell’industria contemporanea di ventiquattro artisti e fotografi moderni.


La mostra, curata da Urs Stahel, responsabile della collezione di fotografia industriale del noto spazio bolognese, è composta da oltre settanta scatti di artisti che, perdutasi l’incisività della fotografia industriale in senso classico degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, si interessano oggi ai processi produttivi e al loro legame con la società, indagando sui rapporti di forza e sull’influenza dell’industria sull’uomo e la natura.

Tra i grandi maestri esposti: Olivo Barbieri, Edward Burtynsky, Peter Fraser, Jim Goldberg, Brian Griffin, Miyako Ishiuchi, Vera Lutter, Trevor Paglen,Sebastião Salgado, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto, Carlo Valsecchi, Massimo Vitali.

Olivo Barbieri, per esempio, nella sua fotografia lunga sette metri raffigurante l’interno di uno stabilimento Ferrari, mostra come i capannoni siano ormai ambienti chiari, luminosi, arredati con grandi, verdi “piante da appartamento”, ma totalmente deserti; Henrik Spohler e Vincent Fournier ci guidano attraverso un mondo di dati e prodotti, un mondo sempre più invisibile in cui ormai solo i cartelli aiutano a orientarsi. Carlo Valsecchi fotografa impianti produttivi contemporanei come fossero sculture a tuttotondo di una “industrial fiction”. Trevor Paglen sembrerebbe prediligere la pura fotografia del cielo, se le molte strisce bianche non indicassero la presenza di orbite satellitari e sistemi di sorveglianza militare a elevata tecnologia. Nell’opera dal titolo “Tokamak Asdex Upgrade Interior 2”, Thomas Struth si occupa della ricerca tecnologica del Max-Planck-Institut, mentre Vera Lutter, nelle sue scure immagini stenoscopiche, continua a incentrare il proprio lavoro sull’oppressione, l’imponenza degli impianti industriali, mentre Miyako Ishiuchi documenta la centenaria produzione della seta in Giappone.

Eventi collaterali della mostra: il film-work dal titolo “…Stromness…”  realizzato nel 2005 da Simon Faithfull che mostra la stazione baleniera raggiunta nel 1917 dal noto esploratore Sir Ernest Shackleton, attualmente abbandonata, situata nella costa settentrionale della Georgia del Sud, e il film essay  The Forgotten Space di Allan Sekula e Noël Burch, documentario sul sistema, spesso obsoleto e fonte di gravi danni per il nostro pianeta, del trasporto per mare tramite containers, vincitore nel 2010 del Premio Speciale della Giuria Orizzonti alla Biennale del Cinema di Venezia.

La mostra Industria, oggi  ha aperto al pubblico il 14 maggio e terminerà il 6 settembre
Ingresso gratuito

Per ulteriori informazioni cliccate qui Fondazione MAST




NERO SULCIS. Minatori e paesaggi minerari | Mostra fotografica – VII Giornata Nazionale sulle Miniere

NERO SULCIS. Minatori e paesaggi minerari : una coinvolgente mostra fotografica per scoprire il paesaggio minerario sardo ed i suoi protagonisti.


L’Associazione Save Industrial Heritage, in collaborazione con il Museo del Patrimonio industriale di Bologna promuove la mostra fotografica dell’artista Adriano Mauri: NERO SULCIS. Minatori e paesaggi minerari.

La mostra inaugurerà sabato 30 maggio, alle ore 17:00, in occasione della VII Giornata Nazionale sulle Miniere (evento promosso dall’AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale – per diffondere il valore ed il significato culturale del turismo geologico e minerario) e terminerà il 15 di luglio.

Adriano Mauri, fotografo professionista che nel suo curriculum vanta importanti collaborazioni con enti e editori di primo piano, nonché la partecipazione a diverse collettive in Italia ed all’estero, non ultima la sua presenza all’interno della imminente Biennale di Fotografia 2015 di Milano, curata da Vittorio Sgarbi e Giorgio Gregorio Grasso, è prima di tutto un sardo doc che, attraverso l’uso della macchina fotografica, ci racconta della sua terra dai contrasti forti, del sole accecante del mezzogiorno come del nero dei cunicoli che ci portano nelle viscere della terra.

La mostra si articola in due sezioni fotografiche: i ritratti fotografici dei minatori della miniera di carbone della Carbosulcis di Nuraxi Figus, presso Gonnesa, in Provincia di Carbonia Iglesias in Sardegna, già oggetto di una mostra promossa nel 2011 dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Consolato Italiano di Cordoba (Argentina) ed il lavoro inedito sul paesaggio industriale: nato prima su hipstamatic come diario per raccogliere appunti visivi, diventa, per questa occasione, un vero percorso esplorativo degli odierni siti minerari dell’Iglesiente, molti dei quali non più fruibili ma di grande valore storico e archeologico.

Termina il percorso una sezione video nella quale si potrà ammirare una proiezione in grande formato dell’intero lavoro di Adriano Mauri, accompagnato dalla base musicale del rapper Alessandro Sanna (Quilo). All’interno di questa sezione, com’è già stato in occasione della mostra allestita in Argentina, Marco Delogu, fotografo e nuovo direttore dell’Istituto italiano di cultura di Londra, partecipa attraverso un suo contributo critico.

Incontriamo il fotografo Adriano Mauri che ci racconta un po’ del suo progetto.

D: Adriano, come nasce l’idea di ritrarre i minatori sardi e quali emozioni ha scaturito in te questo lavoro?

R: Sono figlio di terra di miniera. Sono nato ad Iglesias, uno dei territori più importanti in Italia per presenza di miniere metallifere, attive sino alla fine degli anni ’80. Mio bisnonno, Evaristo Mauri, uno dei primi fotografi professionisti italiani, giunse in Sardegna invitato dalla famiglia di Amedeo Modigliani, sui personali amici, per fotografare i terreni di loro proprietà sui quali sorgeva la miniera di Buggerru. Innamoratosi di una giovane donna del luogo decise di rimanere là dove era approdato. Da allora la storia della mia famiglia si intreccia con la storia delle miniere: mio nonno Adriano per circa trent’anni ha diretto l’amministrazione di una miniera, mio padre Giulio ha lavorato come impiegato in una società mineraria e mia madre Nunzia è stata insegnante in una scuola di minatori.

Io non ho mai lavorato in una miniera, né mai ho pensato di farlo, preferendo seguire la mia passione per la fotografia, ma la porto nel mio dna, nei miei ricordi. Tutto intorno a me era naturalmente legato a quel mondo. Con la mia arte ho cercato così di raccontare questo mondo.

I minatori della Carbosulcis (unica miniera ancora attiva) hanno rappresentato per me il motivo e la voglia di raccontare la miniera non attraverso gli impianti industriali, ma attraverso le facce di chi la miniera la fa e la vive tutti i giorni.

Ogni scatto per me è stato una fortissima emozione, un tentativo di riportare alla luce questi uomini che lavorano al buio per dieci ore al giorno impegnati nell’attività del taglio. Ecco perché ho scelto di utilizzare uno sfondo bianco: ogni volta che si esce dal buco è come una rinascita. Dal nero al bianco, “un lavoro di camera oscura al contrario” così come l’ha definito Marco Delogu.

D: Sardegna terra di mare e di sole, all’interno di questa cartolina un grande patrimonio minerario da valorizzare e promuovere. In questo contesto come si inseriscono i tuoi scatti sui luoghi delle miniere?

R: Ho approcciato questo lavoro senza pensare assolutamente alla Sardegna come terra da cartolina, come un posto turistico. Il mio è stato un lavoro di documentazione. Per me era importante lasciare una testimonianza di questo momento di passaggio nel quale questi luoghi, attualmente non fruibili, si accingono a trasformarsi definitivamente per accogliere il turismo industriale.

D: Il tuo auspicio per il patrimonio minerario sardo

R: Alla luce di quanto è ormai di dominio pubblico, mi riferisco alla cattiva gestione da parte della società IGEA (azienda fondata nel 1986 per mettere in sicurezza e bonificare le aree minerarie dismesse, ndr), venuta fuori grazie all’inchiesta Geo&Geo, il mio augurio, come quello di qualsiasi persona di buon senso che non solo è legata affettivamente al territorio, ma riscontra nella storia della sua attività mineraria una strada per uscire dal difficilissima situazione economica nella quale versa, è quello che finalmente i finanziamenti per la messa in sicurezza e la valorizzazione dei luoghi vengano gestiti in maniera onesta e proficua . Grandi aspettative ricadono adesso sul Piano Sulcis della Regione Sardegna che lo scorso febbraio ha avuto l’approvazione del CIPE in via definitiva.

NERO SULCIS. Minatori e paesaggi minerari è un’iniziativa patrocinata dal Comune di Iglesias, dalla Regione Sardegna, dal Consorzio del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna e dall’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico industriale, ed è sostenuta dalla Filctem Cgil Sulcis-Iglesiente.

Le Associazioni Culturali Sarde “Grazia Deledda” di Parma e “Nuraghe” di Fiorano Modenese offriranno agli ospiti il tipico “cùmbidu/rinfresco” con degustazione di prodotti della tradizione sarda.

La mostra è visitabile con il biglietto di accesso al museo secondo i normali orari di apertura.

Evento: NERO SULCIS. Minatori e paesaggi minerari
Genere: Mostra Fotografica
Dove e Quando : Museo del Patrimonio Industriale di Bologna – ex Fornace Galotti Via Beverara, 123 40131 Bologna Tel 051.63.56.611. 30 maggio / 15 luglio 2015
Contatti: Save Industrial Heritage saveindustrialheritage@gmail.com Cell. 377/4529323

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Emil Otto Hoppé: Il Segreto svelato. Fotografie industriali, 1912-1937 al MAST di Bologna

Il MAST di Bologna, dal 21 gennaio al 3 maggio, presenta in anteprima mondiale la mostra fotografica di Emil Otto Hoppé, uno dei più importanti fotografi dell’epoca moderna, “Il Segreto svelato. Fotografie industriali, 1912-1937”.

 

La mostra, curata da Urs Stahel, presenta 200 scatti realizzati  nelle realtà industriali di vari paesi del mondo riportando all’attenzione del pubblico l’opera del fotografo che per lungo tempo è rimasta nascosta in un archivio fotografico londinese a cui lo stesso Hoppé aveva venduto, al termine della sua lunga e prestigiosa carriera, cinquant’anni del suo lavoro.

Emil Otto Hoppé (1878-1972) fu uno dei più importanti fotografi dell’era moderna, il cui successo artistico rivaleggiava con  quello dei suoi coetanei: Alfred Stieglitz (1864-1946), Edward Steichen (1879-1973) e Walker Evans (1903-1975).
Hoppé è stato uno dei più rinomati fotografi ritrattisti del suo tempo, così come un brillante fotografo di paesaggi e viaggi. I suoi ritratti sorprendentemente modernisti colgono l’essenza di personaggi importanti delle arti, della letteratura e della politica in Gran Bretagna e negli Stati Uniti tra le due guerre. Tra le centinaia di figure ben note ha fotografato George Bernard Shaw, HG Wells, AA Milne, T.S. Eliot, Ezra Pound, G.K. Chesterton, Leon Bakst, Vaslav Nijinsky e ballerini dei Ballets Russes, e la regina Mary, Re Giorgio, e altri membri della famiglia reale.

Per ulteriori informazioni visita il sito ufficiale del MAST




Mondi Industriali 014 – in mostra alla Fondazione MAST di Bologna

La fondazione MAST di Bologna, giovedì 23 gennaio, inaugura la mostra fotografica “Mondi Industriali 014”, che affronta l’evoluzione dell’industria negli ultimi 150 anni.

L’esposizione, curata da Urs Stahel, nata da una selezione di opere della collezione di fotografia industriale della Fondazione MAST, è suddivisa in cinque sezioni tematiche: il ritratto dei lavoratori, l’immagine del paesaggio industriale, il teatro della produzione industriale, la visibilità rispetto all’invisibilità di oggi e, a concludere l’itinerario, ciò di cui nessun processo produttivo industriale può fare a meno: energia, trasporti e comunicazioni, l’odierno flusso di dati.

In mostra 243 opere di 46 fotografi internazionali di grande notorietà come Margaret Bourke-White, Robert Doisneau, Walker Evans, Harry Gruyaert, Naoya Hatakeyama, Lewis Wickes Hine, William Eugene Smith, Walter Vogel.

“Mondi Industriali 014”, secondo mostra della fondazione, è inserita nel circuito Art City organizzato in occasione dell’evento Arte Fiera – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea, giunta alla sua 38ᵃ edizione.

Info
Fondazione MAST
Via Speranza 40/42 – 40133 Bologna www.mast.org
La mostra resterà aperta fino a domenica 30 marzo, dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 19:00




In mostra The Factory Photographs di David Lynch – immagini di archeologia industriale

Il patrimonio industriale ispira i grandi artisti. The Factory Photographs, progetto fotografico del regista plurinominato agli Oscar David Lynch, raffigura fabbriche e luoghi dell’archeologia industriale. Evocazioni surreali di metamondi immaginari.

The Factory Photographs, curata da Petra Giloy-Hirtz e prima vetrina europea di questo progetto, inaugura il 17 gennaio presso la The Photographers’ Gallery di Londra  “the largest public gallery in London dedicated to photography” , per concludersi il 30 di marzo.

80 Scatti in bianco e nero, realizzati tra il 1980 e il 2000 in vari paesi – Germania, Polonia , New York , New Jersey e Inghilterra – ci restituiscono, attraverso la visione surreale di Lynch fatta di un sovrapporsi di fumi, linee definite e ombre, i luoghi dell’archeologia industriale. Immagini enigmatiche trasalgono la sfera più profonda dell’inconscio turbandolo.

Un libro completamente illustrato “David Lynch: The Factory Photographs”, edito da Prestel , sarà disponibile presso il Bookshop della galleria e online.

Info:
The Photographers’ Gallery, 16 – 18 Ramillies St, London W1F 7LW
Phone +44 (020) 7087 9300
Sito web: www.thephotographersgallery.org.uk e-mail info@tpg.org.uk