I 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale, un evento per celebrare 25 anni di lavoro e di passione

Dal dal 9 all’11 giugno 2022, si svolgeranno tra Roma e Tivoli i 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale. L‘evento è organizzato da AIPAI e DICEA – Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale e promosso da AIPAI, DICEA e TICCIH Italia.

Stati Generali del Patrimonio Industriale

L’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale – AIPAI, nel celebrare i 25 anni di impegno sul fronte del censimento, della conoscenza, della tutela e della valorizzazione del Patrimonio Industriale, organizza e promuove i 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale per chiamare nuovamente a riunirsi studiosi, amministrazioni, enti preposti alla conservazione e alla tutela, progettisti, associazioni, operatori turistici e tutti i soggetti coinvolti nel vasto impegno in questo ancora giovane ambito di heritage.

La visione congressuale è quindi di ampia prospettiva ed è ben rappresentata dall’insieme delle aree tematiche, che toccano tutti i temi dell’attualità del Patrimonio Industriale.

Le Aree tematiche dei 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale

Sono 11 le aree tematiche nelle quali si articola l’evento:

1 Macchine e cicli produttivi storici del patrimonio industriale

Renato Covino, Antonio Monte, Laura Severi

I temi relativi alle macchine e ai cicli produttivi storici del patrimonio industriale hanno riscosso negli anni scarsa attenzione rispetto a quelli dei monumenti, dei siti e delle aree. Si intende quindi volgere lo sguardo alla macchina, tramite l’analisi dei progressi tecnici e della loro applicazione ai processi industriali nei vari settori, della permanenza di macchine antiche e della loro proiezione , grazie a lente ma non insignificanti trasformazioni, fino a tempi recenti. La prima sessione propone dunque di concentrarsi sull’intero processo produttivo, sulle sue fasi ed evoluzioni; nella seconda si affronta come tema la singola macchina e nella terza la sua relazione con l’oggetto edilizio. La quarta, infine, apre le prospettive ai temi della conservazione e della valorizzazione di macchine e cicli.

2 Città e territori dell’industria

David Celetti, Giovanni Luigi Fontana, Andrea Gritti, Amedeo Lepore, Massimo Preite

Le imprese realizzarono opere di infrastrutturazione territoriale e di ingegneria sociale in tutte le fasi del processo di industrializzazione, inizialmente a supporto di specifiche iniziative imprenditoriali, poi in attuazione di progetti sempre più complessi e diversificati. La sessione intende analizzare come le opere sociali delle imprese, in particolare quelle destinate alle residenze per i dipendenti, abbiano influito sui fenomeni di urbanizzazione e di aggregazione sociale, accompagnando l’evoluzione delle città industriali, dalle comunità fabbrica proto industriali ai primi isolati esperimenti di città del lavoro fino alla loro compiuta definizione ed integrazione nei grandi contesti urbani e metropolitani.

3 Paesaggi della produzione

Maria Carcasio, Franco Mancuso, Claudio Menichelli, Maurizio Morandi, Silvia Tardella, Augusto Vitale

L’antropizzazione industriale è il filo conduttore che unisce i paesaggi extraurbani di tutta Europa, dai territori di grande pregio a quelli compromessi in attesa di rigenerazione. Fu con l’avvento dell’industria, infatti, che il paesaggio, fino ad allora considerato solo in una dimensione orientata da categorie estetico naturalistiche, venne percepito come una realtà complessa, frutto di incursioni che posero in primo piano aspetti quali il progresso tecnico scientifico, la produzione di massa, la velocità. Da quel momento in poi fu sempre più importante integrare architettura, ambiente, economia e istanze sociali per la comprensione e la cura delle nuove dimensioni dei paesaggi: dall’agricoltura industrializzata ai distretti produttivi perifluviali, dalle realtà estrattive, ai settori della produzione ad esse connesse. A tutti questi aspetti e a molti altri legati ai territori postindustriali si intende dedicare uno spazio in questa area.

4 Infrastrutture e patrimonio urbano

Marina Docci, Ilaria Giannetti, Franco Mancuso, Stefania Mornati, Palmina Trabocchi, Rita Vecchiattini, Ilaria Zilli

Negli anni di profonde trasformazioni che interessano le grandi città a partire dalla metà dell’Ottocento, un ruolo di primo piano assume la progettazione o l’implementazione delle infrastrutture, da quelle portuarie a quelle per i trasporti, per l’energia, per la distribuzione o lo smaltimento delle acque. Le politiche pubbliche per l’approvvigionamento delle derrate alimentari hanno portato, negli stessi anni, alla costruzione di un gran numero di mercati, all’ingrosso e al dettaglio, che ancora oggi caratterizzano e innervano i nostri centri urbani. Si delinea nell’insieme un sistema di elementi –puntuali, diffusi o di rete –a servizio della città, di estremo interesse ma ancora poco studiato. Un patrimonio talvolta abbandonato, spesso poco conosciuto o dimenticato, che necessita di approfondimenti e di proposte rispettose di significati e valori, per una sua re-immissione nella contemporaneità.

5 La costruzione per l’industria. Innovazione tecnologica e sperimentazione di materiali, tecniche e procedimenti

Edoardo Currà, Ilaria Giannetti, Rossella Maspoli, Antonello Pagliuca, Cesira Paolini, Martina Russo

Le ricerche nel campo della storia della costruzione su architetture, opere di ingegneria e infrastrutture industriali privilegiano un approccio multidisciplinare, muovendosi attraverso studi sui materiali e le tecniche, gli attori e i processi, le teorie e le economie. La costruzione per l’industria ha costituito, nel XIX e nel XX secolo, un luogo privilegiato per la sperimentazione tecnologica e nell’ambito di questo tema è possibile individuare casi significativi di complessi industriali, figure di progettisti o storie di imprese coinvolti nella proposizione di materiali e soluzioni innovative. Le specificità della storia della costruzione contribuiscono a definire coerenti e adeguati processi di manutenzione, conservazione e trasformazione delle strutture storiche, mettendo a servizio della valutazione degli interventi le originali letture dello stato di fatto degli edifici fabbrica.

6 Memoria dell’industria e del lavoro

Vittoria Ferrandino, Giovanni Luigi Fontana, Amedeo Lepore, Carolina Lussana, Massimo Negri, Massimo Preite

La vicenda delle imprese è stata ed è al centro del processo di industrializzazione del Paese. L’industria, le persone e i territori sono portatori di una cultura fatta di istituzioni, attività, comportamenti e linguaggi diffusa e varia, che è cambiata nel tempo. Questo cambiamento è registrato analiticamente negli archivi e nei musei. Non solo archivi e musei salvaguardati e attivi, ma anche un ecosistema fatto di archivi e musei del lavoro, delle organizzazioni sindacali, archivi e musei pubblici, di istituzioni centrali o locali, scuole e istituzioni formative, archivi di architetti e di società di ingegneria, organizzazioni di rappresentanza e associazioni, archivi e musei privati o familiari. Il ruolo pervasivo e trasversale degli archivi e dei musei sul patrimonio industriale ne fanno elementi da salvaguardare nella loro materialità e da valorizzare, in modo dinamico e in una logica di rete, con approcci il più possibile aperti e trasversali.

7 Storia e cultura del lavoro

Andrea Caracausi, Paolo Raspadori

Si propone di approfondire le relazioni fra archeologia industriale e storia del lavoro in un’ottica di lungo periodo, guardando anche all’età preindustriale (inclusa l’età medievale) e affrontando tematiche legate a temi quali l’organizzazione e i rapporti di lavoro, l’emergere di nuove forme e nuovi spazi di lavoro, la sostenibilità ambientale, la divisione di genere, la sociabilità (mense e dopolavoro), la vita privata (abitazioni e quartieri operai) e la memoria del lavoro (racconti e ideologia del lavoro).

8 Restauro, conservazione e recupero

Massimo Bottini, Marina Docci, Rossella Maspoli, Claudio Menichelli, Cristina Natoli, Manuel Ramello

La questione dell’uso e del riuso è al centro di ogni ragionamento che riguarda la conservazione, il restauro e il recupero del patrimonio industriale, sia che esso possa continuare a svolgere la propria funzione, sia che debba accoglierne di nuove. In entrambi i casi la conservazione deve convivere con la trasformazione, per colmare le distanze tra le esigenze del passato e quelle attuali. La conoscenza, nelle sue diverse declinazioni, accompagna tali processi e orienta le scelte operative, mentre la tutela è condizione necessaria perché il mantenimento delle valenze materiali e immateriali del patrimonio possa convivere con i suoi percorsi evolutivi.

9 Riuso e pratiche di rigenerazione

Maria Elena Castore, Edoardo Currà, Sara De Maestri, Cristina Natoli, Cesira Paolini, Manuel Ramello, Laura Severi

Riuso, riuso adattivo, riuso temporaneo, recupero, rigenerazione, rifunzionalizzazione, riqualificazione: un universo lessicale per inquadrare le sfumature del ripensamento delle aree industriali dismesse come opportunità per il territorio. Quali sono gli ingredienti del successo di queste iniziative? Conoscenza archeo-industriale, approccio visionario –che non manchi dell’esame delle condizioni al contorno –e sperimentazione progettuale. Sono presupposti indispensabili, come anche la capacità di captare e indirizzare finanziamenti e altre possibili risorse. Da questo punto di vista, in Europa si registra la priorità dell’innovazione e della green economy, poste alla base della ripresa e di una ritrovata competitività. Tra strategie urbane e territoriali, soluzioni architettoniche e strumenti attuativi, le riflessioni di questa area tematica danno spazio alle pratiche sperimentali e innovative che vedono centrale il patrimonio industriale.

10 Immagine e comunicazione dell’industria

Renato Covino, Angelo Desole, Carolina Lussana, Antonio Monte

L’industria ha fin dai suoi esordi fatto ricorso a strumenti di comunicazione e promozione, a partire dal marchio, primo elemento portatore di un valore identitario e di comunicazione, e poi con la pubblicità istituzionale, di prodotti e di servizi. C’è inoltre il fronte commerciale, con cataloghi, brochures, album su prodotti e impianti; c’è la comunicazione tecnica fatta di bollettini, rassegne, schede di uso e installazione, descrizione di reparti e processi produttivi; c’è la comunicazione istituzionale, fatta di pubblicazioni, brochures o edizioni realizzate in occasione di eventi, costruzioni, inaugurazioni, visite. Fonti e documenti più diversi, dove all’illustrazione e al disegno degli anni dell’esordi dell’industria, si aggiungono ben presto i nuovi linguaggi dell’Ottocento  e del Novecento: la fotografia, prima, ed il cinema, poi. Un patrimonio di fonti essenziali per studiare il patrimonio industriale.

11 Turismo industriale. Esperienze di fruizione e di mobilità

Francesco Antoniol, Massimo Bottini, Maria Elena Castore

Il turismo industriale, spesso, è identificato come turismo esperienziale. Alla luce di criticità e opportunità emerse con la pandemia che, a livello globale e non solo culturale, ha messo a dura prova visita e fruizione del patrimonio industriale, è opportuno riflettere sulle azioni messe in campo dai soggetti che si occupano di valorizzazione dell’ industrial heritage a fini turistici. Qual è lo stato post pandemia delle route del patrimonio industriale? Come ne escono i tracciati e i progetti di mobilità dolce? Quali sono le valutazioni odierne su un sistema di fruizione classico basato sulla trasmissione di contenuti in presenza e quali le potenzialità della fruizione degli stessi a distanza? La digitalizzazione delle comunicazioni e dei rapporti tra soggetti interessati alla promozione e alla vendita del prodotto turistico ha avvicinato
realtà che, tradizionalmente, viaggiano a velocità diverse: musei, associazioni di promozione culturale, agenzie, guide turistiche e attori dell’ hospitality.

La call for paper

Stati Generali Patrimonio Industriale

Le numerose sessioni propongono infine specifici approfondimenti che potranno essere integrati da quelli che scaturiranno dalle submission dei partecipanti. Per presentare il proprio elaborato c’è tempo sino al 23 gennaio 2022.

Gli abstract delle proposte di contributo dovranno essere inoltrati all’organizzazione tramite la piattaforma Easy Chair. Per accedere e usare Easy Chair è necessaria l’iscrizione gratuita alla piattaforma effettuabile con il comando «create an account» a questo link.

Per inviare l’abstract, necessariamente di lunghezza entro le 1500 battute spazi inclusi, si dovrà avviare una «new submission» e riempire i campi relativi agli autori, titolo, abstract e keywords (tra le 3 e le 5) tutto in un’unica lingua (italiano o inglese); scegliere infine la sessione o l’area a cui inoltrare la proposta. In questa fase si dovrà anche caricare un file .docx con un breve CV di 300 battute per ogni autore; sarà inoltre possibile caricare un’immagine rappresentativa della proposta (facoltativo).Si ricorda che non è necessario inserire alcun riferimento bibliografico.

Nella successiva fase di invio del fullpaper da sottoporre al processo di review, si dovrà caricare nella sezione «uploads» anche un file in formato .docx, impaginato secondo il format scaricabile dal sito del convegno. In questa fase sarà anche possibile aggiornare l’elenco autori, il titolo, l’abstract e le keywords del contributo tramite «update information/author/file» o ritirare l’articolo con «withdraw».

I testi finali dei paper dovranno essere ricaricati dagli autori sempre in formato .docx nella stessa sezione del sito di Easy Chair. Ulteriori informazioni saranno fornite in seguito.

Scarica qui il documento 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale – Call for paper (ita)

Informazioni tecniche

Location

Il convegno si svolgerà tra Roma e Tivoli, presso:
la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma «La Sapienza» Via Eudossiana 18, Roma
il Santuario di Ercole Vincitore Via degli Stabilimenti 5, Tivoli
il Comune di Tivoli, Scuderie Estensi Piazza Giuseppe Garibaldi
Lo spostamento Roma Tivoli con pullman sarà a cura dell’organizzazione del congresso.

Quote di partecipazione

Iscrizione entro il 10 aprile 2022 Iscrizione entro il 10 maggio 2022
Socio Aipai 160 € 210 €
Socio Aipai under 35 125 € 145 €
Non Socio Aipai 240 € 290 €
Non Socio Aipai under 35 175 € 195 €

Nella quota di iscrizione al congresso sono inclusi: atti del congresso in formato digitale, coffee break e pranzi a buffet (per i tre giorni), pullman Roma Tivoli Roma (10 giugno) e un kit di benvenuto Sapienza/AIPAI.
Per partecipare come socio AIPAI ed usufruire della tariffa agevolata occorre verificare di aver rinnovato l’iscrizione per l’anno 2022 o effettuarne una nuova tramite il sito dell’Associazione.

Ulteriori informazioni
www.patrimonioindustriale.it
Segreteria del comitato organizzativo: sgpi2022aipai@patrimonioindustriale.it