La Cartiera di Vas: passato, presente e futuro. Studi, casi e progetti tra archeologia industriale e valorizzazione del territorio

L’Associazione culturale LaCharta organizza un lungo evento per presentare la Cartiera di Vas in provincia di Belluno, un luogo dell’archeologia industriale recuperato e pronto per essere rivitalizzato.

 

Dal 3 al 10 luglio 2015, la ex Cartiera di Vas riaprirà le sue porte per rianimarsi attraverso un ricco programma di attività: convegni, tavole rotonde, presentazioni, visite guidate, laboratori ed intrattenimento. Un’opportunità non solo per recuperare concretamente una parte del nostro patrimonio industriale, ma per valorizzare l’intero territorio circostante.

La Cartiera di Vas: la sua storia

Sin dalla metà del Seicento, nel territorio dell’attuale comune di Quero Vas si è insediata una fiorente attività di produzione cartaria. La cartiera di Vas, meglio conosciuta come Cartiera Gradenigo, dal nome della famiglia veneziana che l’ha resa famosa, nei secoli ha prodotto carta esportata in tutto il mediterraneo, dalla Spagna all’Impero Turco-Ottomano. La vicenda produttiva, caratterizzata da uno standard sempre alto, si è protratta sino alla metà del Novecento con i necessari adeguamenti tecnici e di prodotto finale. Se, infatti, sino alla fine dell’Ottocento la cartiera si era concentrata sulla produzione di carta di elevata qualità, nella fase finale la produzione si concentra sugli imballaggi, nello specifico sacchetti di carta.

Dopo una fase di riapertura, a cavallo tra gli anni 70 e 80 del Novecento, con attività riconvertita a pescicoltura, il sito è caduto in abbandono. La situazione si è protratta sino a pochi anni fa, quando, attraverso la costituzione di un consorzio pubblico-privato, si ha avuto accesso ad un finanziamento comunitario che ha permesso il recupero e il restauro del sito. In questo quadro di attività, la parte pubblica è stata destinata a polo culturale comprendente una sezione per attività temporanee (convegni, mostre), una sezione destinata ad allestimento permanente e una sezione di spazi compartimentati da cedere a interessati per attività professionali, artigianali o artistiche. Tuttavia, l’inserimento di queste funzioni all’interno dell’edificio ha subito un rallentamento e dal 2009 la cartiera si ritrova restaurata, ma vuota.

Per porre rimedio a questa situazione, evitando così che il denaro e gli sforzi già investiti siano resi vani dall’incuria e dall’inesorabile trascorrere del tempo, l’Associazione culturale LaCharta ha elaborato un piano di gestione e di vivificazione dell’area pubblica esaminato dall’amministrazione e approvato, a seguito di bando pubblico, all’inizio del 2015. A tale approvazione ha fatto seguito l’atto formale di concessione d’uso degli spazi.

La Cartiera di Vas: l’evento

Venerdì 3 luglio

La settimana di lavori si apre venerdì 3 luglio alle ore 18:00 con la presentazione del libro “Storie di una cartiera veneta. Tre secoli di produzione della carta a Vas” di Stefano Mazzalovo.
Seguono la presentazione dei lavori di ristrutturazione dell’area e la presentazione del progetto di gestione e valorizzazione degli spazi pubblici dell’area.

La serata si conclude con una performance rock live dei Fifty-Fifty. Nati nel 2007 come trio acustico, i Fifty-Fifty si sono evoluti in formazione duo di musica rock internazionale anni ‘80 proponendo anche pezzi di artisti rock italiani: una miscela musicale dirompente suonata con impeto e gran coinvolgimento del pubblico.

Sabato 4 luglio

La mattina di sabato 4 vedrà lo svolgersi del convegno organizzato dall’AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale. Il convegno sarà diviso in due sezioni: “Il patrimonio industriale nel Triveneto, in Italia e nel Mondo” e , a seguire, “Il patrimonio industriale tra carta e acqua”. Presente tra i relatori il prof. Giovanni Luigi Fontana Direttore del Dipartimenti mento di Scienze Storiche Geografiche e dell’Antichità presso l’Università di Padova nonché Presidente nazionale AIPAI.

Nel pomeriggio invece ben 15 relatori si confronteranno nella tavola rotonda dal titolo “Dalla conoscenza alla gestione del patrimonio industriale. Casi ed esperienze significative”. A raccontare le proprie esperienze operative nell’ambito dell’archeologia industriale diversi professionisti del settore, tra questi: Gianluca D’Incà Levis – ideatore e curatore DC Dolomiti Contemporanee, Giorgio Ravasio – Presidente Ass. Culturale Crespi d’Adda, Jacopo Ibello – Presidente Ass. Save Industrial Heritage, Pierluigi Scoizzato – Presidente SVF Società Veneta Ferrovie, Serena Mizzan – Direttrice del Science Centre Immaginario Scientifico, ed anche noi di Archeologiaindustriale.net.
Saranno inoltre presenti gli studenti del Master Universitario di II livello in “Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale”.

Al termine della ricca giornata di lavori, un momento di svago con l’esibizione del Coro di Stramare dal titolo “Cartabianca”: un concerto itinerante, diretto da Giuseppe Borin, in omaggio all’antica cartiera di Vas. Musiche tratte dalla tradizione popolare, canti di guerra e di lotta, memorie alpine e della Grande guerra.

Domenica 5 luglio

La mattina della giornata di domenica prevede la tavola rotonda “Lo spazio dell’ex Cartiera come opportunità di valorizzazione territoriale”.

L’evento riprende poi alle ore 18:00 con l’inaugurazione della mostra fotografica “Palingesi” di Fabio Zonta curata da Officina Sisifo e visitabile sino al 26 luglio. Una selezione di lavori per lo più di grande formato, tratte dal progetto omonimo che Zonta ha tradotto nel 2007 in un raffinato volume con testi di Cesare Cunaccia e Roberto Mutti, che gli è valso l’attenzione di alcune tra le più importanti gallerie italiane di fotografia che ne hanno proposto l’opera anche all’estero: Usa, Londra e Parigi. La mostra “Palingenesi” invita i visitatori a considerare con una maggiore attenzione il mistero del quotidiano, il dettaglio che si nasconde e che, se colto, rappresenta compiutamente il risultato convincente dello sguardo divergente dell’artista rispetto alla realtà.
Alle 19:00 aperitivo con visita guidata allo spazio della ex Cartiera.

Alle 20:45 presentazione del progetto “IncontroLuce”
Alle 21:00 “Luci di carta”. Spettacolo di ombre e luci ed a seguire una proiezione di cortometraggi di animazione con ARTiculate. ARTiculate è un gruppo di artisti inglesi, con singolari e diverse competenze, che mettono insieme il loro talento ed esperienza. Artisti visivi, poliedrici che trasformano i luoghi, le emozioni ed i pensieri attraverso azioni e spettacoli ricchi di atmosfere e di luce. L’iniziativa in collaborazione con Unione Biblioteche Setteville, è parte del progetto “lncontroLuce”

Martedì 7, Giovedì 9 e Venerdì 10

Spazio alla creatività, dalle 20:00 alle 22:00 laboratorio gratuito per tutti, adulti e ragazzi, di costruzione lanterne giganti in midollino di carta a cura del gruppo di artisti inglesi ARTiculate.

 

Organizzazione Associazione Culturale LaCharta.
Promotori e partner dell’evento: Comune di Quero-Vas, Provincia di Belluno, Unione Montana Feltrina, Archeologiaindustrile.net, AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, Master Universitario di II livello in “Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale”

Informazioni

Ex Cartiera Vas
Via Case Sparse32038 Quero-Vas (BL)
Cell +39 349 3838378
E-mail lacharta@libero.it
Facebook LaCharta
# ufficiale #CartieraVas

Per scaricare il programma completo dell’evento cliccate qui Cartiera di Vas 

Per scaricare il programma dettagliato di sabato 4 luglio cliccate qui Cartiera Vas – programma 4 luglio 

 




Corporate Art. L’azienda come oggetto d’arte alla GNAM di Roma

“Corporate Art. L’azienda come oggetto d’arte” in mostra alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma: un progetto che vuole ricongiungere l’arte e l’impresa, recuperando il passato per affrontare il futuro.

 

La creatività come risorsa delle imprese, da questo assunto prende vita il progetto espositivo Corporate Art organizzato dalla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea, in collaborazione con pptArt, prima piattaforma di crowdsourcing di arte, e con LUISS Creative Business Center, in mostra dal 26 giugno all’11 ottobre.

L’obiettivo dell’esposizione è quello di recuperare la tradizione di collaborazione tra i due mondi, evidenziando i segnali recenti di una riscoperta delle potenzialità artistiche all’interno dei processi di marketing, responsabilità sociale e comunicazione aziendale.

Molte aziende hanno risposto all’appello selezionando una o più collaborazioni con il mondo dell’arte aventi per oggetto la Mission o la Corporate Image aziendale. La Galleria, in collaborazione con pptArt, ha selezionato le proposte in base al valore artistico e alla rispondenza dell’opera d’arte con il DNA dell’impresa, escludendo opere commissionate in un’ottica di mecenatismo che non hanno legami con l’immagine aziendale.

La mostra propone oltre settanta opere di artisti contemporanei italiani e internazionali, accanto ad opere realizzate da artisti storici italiani per le società Esso, Strega Alberti e Martini.

Il percorso espositivo illustra la grande varietà di collaborazioni possibili tra artisti e aziende. Oltre a motorini, biciclette e automobili personalizzate a mano, una delle collaborazioni più frequenti riguarda il packaging di prodotti ispirato ad opere d’arte come nel caso di cioccolatini, carte di credito e oggetti di lusso. Un secondo filone include le opere d’arte celebrative di momenti particolari della vita aziendale (lancio di nuovi prodotti, operazioni straordinarie, anniversari, etc.). Una menzione particolare meritano le “icone”, ovvero le rappresentazioni spontanee di marche e prodotti aziendali nei lavori degli artisti.

Percorrendo le sale della mostra sarà possibile così ammirare opere di artisti storici, tra queste: l’immagine aziendale di Esso nelle realizzazioni di Afro Basaldella, Paolucci, Santomaso, Vespignani; le opere realizzate da Guttuso, Mafai, Paladino, Guzzi per arredare il caffè Strega di Via Veneto dove nacque il Premio Strega, due cartelloni pubblicitari di Cappiello e Riccobaldi creati per Bacardi Martini; come opere di artisti contemporanei nazionali ed internazionali: una Vespa personalizzata dall’artista torinese Ugo Nespolo, realizzata in occasione della mostra “La Vespa e il Cinema” organizzata dalla Fondazione Piaggio, i cappelli di Borsalino dipinti a mano dall’artista Willo, una scultura luminosa di Marco Lodola per Fabbri, un’opera di Gianluigi Colin e due gift card realizzate da Peter Max per American Express, tre opere realizzate dall’artista neo-pop americano Romero Britto per Absolut Vodka, “The Turbine” del Corporate Artist inglese David Harber.

Le aziende presenti alla mostra Corporate Art sono:
American Express, Archivio Storico Martini & Rossi, Banca Ifis, Bianconero, Caffarel, CicliArt, Comieco, ESSO, Fondazione Piaggio, Itway, La Marzocco, M’AMA.ART per Azienda Agricola Cerulli Spinozzi, McCann per Poste Italiane, Montblanc, Museo di Portofino per Porsche, Poltrona Frau, Sisal, Strega Alberti, Telecom Italia Sparkle.

Gli artisti partecipanti alla mostra Corporate Art sono :
Afro Basaldella, Aidan, Sarah Arnett, Daniele Basso, Riccardo Bernucci, Peter Blake, Stefano Bolcato, Alex Braga, Romero Britto, Leonetto Cappiello, Carlo Cecchi, Bruno Ceccobelli, Gianluigi Colin, Eugenio Colmo, Valentina De Martini, Walter Di Giusto, Baldo Diodato, Matilde Domestico, Flavio Favelli, Sidival Fila, Riccardo Fortuna, Beppe Giacobbe, Emanuele Giannetti, Matteo Giuntini, Renato Guttuso, Beppe Guzzi, David Harber, Mimmo Iacopino, Hara Katisui, Giancarlo Lepore, Lobulo, Marco Lodola, Mario Mafai, Chicco Margaroli,Paolo Masi, Peter Max, Alexander McQueen, Poonam Mistny, Maurizio Mochetti, Riccardo Augusto Moro, Maurizio Nannucci, Ugo Nespolo, Gianni Novak, Mimmo Paladino, Enrico Paulucci, Antonio Politano, Concetto Pozzati, Pino Procopio, Sandro Properzi, Marcello Reboani, Giuseppe Riccobaldi, Pietro Ruffo, Tom Sachs, Giuseppe Santomaso, Guido Scarabattolo, Antonio Pio Saracino, Marco Schifano, Skenè, Emilio Tadini, Croce Taravella, Marco Veronese, Lorenzo Vespignani, Willow, Peter Yuill, Olimpia Zagnoli, Fabrizio Folco Zambelli.

Info:

Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – Roma
www.gnam.beniculturali.it
www.pptart.org




Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto

“Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto”, un libro per testimoniare il rapporto tra arte e imprese, per raccontare un’azienda attraverso la sua comunicazione.

 

Il volume ripercorre la storia della comunicazione Pirelli partendo dalla valorizzazione del fondo archivistico di bozzetti e disegni originali (dal 1872 al 1972) presentato per la prima volta nella sua interezza.

I primi rapporti tra Pirelli e i vari artisti si sviluppano fin dagli inizi della storia dell’azienda, ma è nei primi anni del Novecento che Pirelli avvia le prime campagne pubblicitarie d’artista realizzate dai grandi maestri del cartellonismo italiano, quali Marcello Dudovich, Aldo Mazza, Leonetto Cappiello, in una varietà di stili e registri che trova sintesi nella costante presenza del marchio della P lunga, tratto distintivo della pubblicità Pirelli a partire dal 1907.

Negli anni Trenta Pirelli comincia a pianificare internamente le campagne pubblicitarie, abbracciando i più moderni orientamenti della grafica del tempo e, a partire dal secondo dopoguerra, raggiunge il punto più alto della sua comunicazione pubblicitaria. Impronta infatti la sua azione nel segno dell’integrazione tra cultura politecnica e cultura umanistica, unione che si realizza perfettamente anche sulle pagine della rivista “Pirelli”, che vede le firme di importanti intellettuali, giornalisti, scrittori, poeti, su temi legati alla tecnica e all’industria, come su arte, cinema, letteratura, architettura. Con la pubblicità dei prodotti Pirelli si cimentano i più importanti esponenti della nascente scuola grafica italiana e alcuni dei più grandi nomi della grafica internazionale, contribuendo alla creazione di uno “stile Pirelli” nella comunicazione, sinonimo di qualità, innovazione e sperimentazione.

Il volume raccoglie oltre 200 opere realizzate da vari artisti per pubblicizzare i prodotti, per illustrare la rivista “Pirelli” o create in occasione delle celebrazioni degli anniversari del Gruppo industriale, nella consapevolezza che tale patrimonio rappresenta un prezioso spaccato della storia delle arti figurative, della grafica e della comunicazione d’impresa.

Save The Date

Fondazione Pirelli - Triennale Milano - Una musa tra le ruote

Mercoledì 24 giugno ore 19:00 nella prestigiosa cornice della Triennale di Milano, Viale Alemagna 6, Fondazione Pirelli e Corraini Edizioni presentano il volume:

Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto di Corraini Edizioni

Intervengono:

Marco Tronchetti Provera (Presidente di Pirelli e Fondazione Pirelli), Antonio Calabrò (Consigliere delegato Fondazione Pirelli), Alessandro Mendini (Architetto), Leonardo Sonnoli (Designer), Andrea Braccaloni (Designer).

In esposizione 54 bozzetti pubblicitari, illustrazioni della rivista Pirelli e una selezione di fotografie storiche che ritraggono campagne pubblicitarie a Milano

Titolo: Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto
Autore: Un progetto di Fondazione Pirelli a cura di Giovanna Ginex
Casa Editrice: Corraini Edizioni www.corraini.com
ISBN:978-88-7570-502-2
Lingua:Italiano (disponibile anche in inglese)




Valdarno: le miniere di lignite ed il MINE Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia

Le miniere di lignite ed il MINE Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia: storia del nostro patrimonio industriale in Valdarno in Toscana.

Chi si trovasse a percorrere la Strada delle Miniere con sguardo distratto non potrebbe cogliere l’essenza e l’entità delle profonde trasformazioni sociali e ambientali che si sono succedute per oltre un secolo nel territorio verdeggiante che si dipana davanti ai suoi occhi.

“ENEL PRODUZIONE S.p.A. – Unità di Business Santa Barbara – Miniera Santa Barbara”.
Questo è ciò che recita, a lettere bianche su sfondo blu, il cartello indicatore situato sotto le enormi torri di raffreddamento della Centrale Termoelettrica di Santa Barbara: una semplice riga di testo per identificare il luogo dove, dal 1875, si è sviluppata una delle più straordinarie storie industriali del nostro Paese.

Una storia che nasce per volontà di un lungimirante gruppo di industriali toscani che intuisce la possibilità di sfruttare a fini produttivi quel minerale che fa capolino qua e là nelle campagne situate a ovest dell’Arno, infondendo nell’aria, se incendiato, un odore acre e non gradevole.

È di quegli anni l’apertura delle prime miniere in galleria: uomini che scavano nelle viscere della terra, riempiono vagoncini e chiatte da portare in superficie trainandoli con cavalli e argani elettrici, dove altri uomini, donne e ragazzi selezionano il materiale dividendo lo sterile dalla lignite, i pezzi grossi da quelli tritati, la lignite “bazzotta” da quella “secca”.

Nel XX secolo l’attività si sviluppa: a cavallo delle due guerre nelle miniere si contano circa 5.000 lavoratori; una risorsa straordinaria in grado di trainare vigorosamente, e per alcuni decenni, le sorti dell’economia del Valdarno Aretino.

Con la fine del secondo conflitto mondiale e con l’avanzare delle impietose regole di mercato viene messa a nudo la scarsa competitività della lignite; dopo un periodo di lotte fra la società mineraria e i lavoratori riuniti in cooperativa per la prosecuzione dell’attività di estrazione, si giunge a metà degli anni ’50 alla definizione di un nuovo progetto di coltivazione mineraria che prevede lo scavo a cielo aperto della lignite e il suo conferimento ad una nuova centrale termoelettrica da realizzarsi a bocca di miniera.

Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ’60, con l’acquisizione da parte di Enel della concessione mineraria di Santa Barbara, potenti macchine a catena di tazze cominciano l’asportazione del materiale sterile di copertura del banco di lignite, che ha uno spessore medio di 80 metri, e lo depositano nei cavi di estrazione precedentemente esauriti o in valli limitrofe, fino a ridisegnare completamente l’orografia di circa 3.000 ettari di territorio.

Alla fine dell’attività estrattiva, avvenuta nel 1994, i movimenti di terra sono nell’ordine di 390 milioni di metri cubi di terreno sterile e di circa 40.000 tonnellate di lignite, con un cambiamento sostanziale del paesaggio caratterizzato da una miniera a cielo aperto che in questi ultimi 20 anni è stata oggetto di visite e iniziative per le sue caratteristiche da “paesaggio lunare”.

Oggi, dei circa 3.000 ettari di territorio inizialmente interessati dal Comprensorio Minerario, circa 1.300 ettari sono stati restituiti alla collettività; sui restanti 1.700 ettari sono in corso le operazioni di riassetto ambientale, che porterà, nel giro di qualche anno, alla chiusura completa dell’attività mineraria: si tratta di uno dei più grandi progetto di riqualificazione ambientale e paesaggistico a livello nazionale, che porterà alla creazione di due grandi laghi, all’inalveazione di tredici torrenti, alla messa in sicurezza di intere colline, alla rinaturalizzazione di centinaia di ettari di territorio nel rispetto della biodiversità e alla realizzazione di strutture viarie, piste ciclabili, aree industriali.
Una rinascita completa attraverso una minuziosa opera di ricucitura con il territorio circostante e con la sua società, nel rispetto dell’ambiente e della storia delle migliaia di persone che alla Miniera di Santa Barbara hanno dedicato la loro vita, garantendo al Valdarno sviluppo economico e sociale.

MINE: il Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia

Il museo MINE mostra in modo interattivo le vicende di una popolazione legata per oltre cento trent’anni alle miniere di lignite: sopravvivenza economica e dannazione del nostro patrimonio industriale.

Il nome MINE deriva da un antico vocabolo italiano usato, come sinonimo di miniere, da Lodovico Ariosto nell’Orlando Furioso all’inizio del Cinquecento. Abbiamo, nello stesso periodo, la prima documentazione della presenza della lignite nel Valdarno, anche se per il suo sfruttamento industriale bisogna aspettare gli anni Settanta dell’Ottocento.

Il complesso museale documenta e valorizza la storia del territorio di Cavriglia e in particolare le vicende minerarie che hanno modificato profondamente una parte rilevante di questo territorio ed è ospitato in alcuni edifici nella parte alta di Castelnuovo dei Sabbioni. Il resto del vecchio borgo fu abbandonato e in parte distrutto dall’attività mineraria dell’ultimo periodo caratterizzata dall’escavazione a cielo aperto. I grandi escavatori seguivano il filone della lignite e buttavano giù tutto quello che trovavano: case coloniche, cimiteri, antiche chiese, castelli e borghi. Tra questi Castelnuovo dei Sabbioni che venne lambito dallo scavo al punto da intaccarne la stabilità e da costringere la popolazione ad andare a vivere altrove.
Rimane, all’inizio della strada, un sacrario che ricorda le 74 vittime civili dell’eccidio perpetrato dai nazisti il 4 luglio 1944. Alcune case in rovina contornano la strada che conduce alla parte superiore dell’abitato, che comprende alcuni edifici recentemente recuperati e rifunzionalizzati in spazi museali: la ex chiesa di San Donato, adibita a spazio polifunzionale, il centro espositivo ed una palazzina degli anni Venti del Novecento utilizzata come centro di documentazione e spazio per attività didattiche. La logica comune che pervade questi spazi è fortemente tesa al coinvolgimento dello spettatore per una conoscenza approfondita del patrimonio culturale conservato.

Il Percorso museale del MINE si sviluppa attraverso sette sale dedicate alla storia e alle vicende minerarie secondo un itinerario che inizia dalle prime notizie documentate sul giacimento di lignite, per poi passare allo sviluppo dell’attività mineraria nel secondo Ottocento e alle prime lotte sindacali all’inizio del Novecento. Il percorso si concentra poi sulle tecniche di scavo nella miniera in sotterraneo e sulla vita del minatore. La ricostruzione di un tratto di galleria permette ai visitatori di immedesimarsi nella penombra, nei diversi rumori e negli gli odori di una miniera di lignite. La galleria termina uno spazio che mostra le vicende del territorio dagli anni Trenta agli anni sessanta del Novecento. Trent’anni densi di storia con lutti, quali quelli provocati delle stragi nazista sulla popolazione maschile nel luglio del 1944. Poi le lunghe lotte e le forme di autogestione del dopoguerra, accompagnate da forme di partecipazione e di solidarietà da tutta Italia con invio di aiuti alimentari alle famiglie degli operai in sciopero. Infine i cambiamenti delle tecniche di coltivazione; da quelle in galleria a quelle a cielo aperto. Si passa da una strumentazione molto semplice mostrata nella galleria ad un industrializzazione centrata su grandi macchine complesse elementi portanti di automatismi che permettono un enorme aumento di produzione ed una contemporanea riduzione di manodopera.
L’itinerario si chiude con la presentazione della trasformazione del territorio dovute all’attività mineraria e al suo riassetto con un tecnologico tappeto virtuale che permette in base ai movimenti del visitatore la proiezione di differenti sequenze di immagini. Punto caratteristico dell’allestimento è l’interazione con le moderne tecnologie che permettono al visitatore di essere soggetto attivo nella conoscenza dei temi presentati. È presente una figura parlante, che rappresenta Priamo Bigiandi, un personaggio simbolico della storia territoriale che, azionato dal visitatore introduce alla visita, vi sono poi dei touch screen, un’installazione artistica per ricordare la strage dei civili il 4 luglio 1944, un tappeto virtuale finale ed inoltre possibilità di esperienze tattili ed olfattive che rendono particolarmente densa la visita al museo.

La visita continua all’esterno in una corte che domina un ampio panorama caratterizzato da un sottostante lago e dalle torri refrigeranti della centrale elettrica di Santa Barbara dove veniva utilizzata la lignite per essere trasformata in energia elettrica. La centrale funziona ancora e dalle sue eleganti torri, una è ancora in attività, è possibile vedere ancora levarsi un pennacchio di fumo bianco che ricorda come il passato energetico non si è ancora concluso, anzi Cavriglia sta vivendo una seconda età dell’energia. Infatti oltre alla centrale elettrica è attivo da alcuni anni, nel territorio, un importante complesso Fotovoltaico ed il museo sta progettando un ampliamento del suo allestimento per mostrare accanto alle forme di sfruttamento dell’energia (i combustibili fossili) di ieri, quelle moderne: il sole. Un aspetto importante dell’attività del museo è la didattica per facilitare il passaggio di saperi da una generazione all’altra in modo da creare , nel tempo una continuità nella costruzione culturale della popolazione e per mostrare ai turisti un esempio di storia sociale del territorio.

Info:
Museo delle Miniere e del Territorio e Centro Documentazione del Museo
via XI Febbraio – Vecchio Borgo di Castelnuovo dei Sabbioni – Cavriglia (Ar)
Tel. 055 3985046 email: info@minecavriglia.it

Sito archeologico industriale: la Miniera di Santa Barbara e MINE Museo delle Miniere e del Territorio
Settore industriale: Settore minerario e della Energia
Luogo: Comune di Cavriglia (AR), Toscana, Italia
Proprietà e Gestione: La miniera di Santa Barbara è di proprietà Enel
Testo a cura di:per la parte relativa al sito minerario si ringrazia l’ufficio comunicazione Enel; per la parte relativa al Mine si ringrazia il Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia
Immagini a cura di: Si ringrazia l’ufficio comunicazione Enel ed il MINE Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia




La centrale Antonio Pitter di Malnisio oggi Museo & Science Centre

La centrale idroelettrica “Antonio Pitter” di Malnisio in provincia di Pordenone è uno splendido esempio di archeologia industriale riconvertito in Science Centre dove è possibile ripercorrerne la storia e comprenderne il funzionamento.

La centrale idroelettrica di Malnisio e la sua storia

Situata nel contesto naturale della pedemontana pordenonese, la Centrale idroelettrica “Antonio Pitter” di Malnisio si inserisce in un sistema di impianti per lo sfruttamento idroelettrico del torrente Cellina, realizzato agli inizi del ‘900, grazie all’intuizione e al progetto di Aristide Zenari, giovane ingegnere del Regio Genio Civile.

Alla fine dell’800, Zenari si rese conto che la stretta forra del Cellina ben si prestava ad uno sfruttamento idroelettrico. Il progetto prevedeva la costruzione di una diga in località Rugo Valfredda, lo scavo in roccia di un lungo canale adduttore con 57 ponti-canale e arcate di sostegno e con 5 gallerie e la realizzazione di tre centrali a Malnisio (1905), a Giais (1908) e in località Partidor (1919), inizialmente per alimentare la sola Venezia, quindi consentendo il decollo di numerose attività industriali nel Veneto e in Friuli.

Il progetto prese avvio nel marzo del 1900, sotto la direzione degli ingegneri Aristide Zenari per la parte idraulica e civile e Antonio Pitter per quella elettrotecnica. Più di duemila tra minatori, scalpellini, muratori, carpentieri, scarriolanti e donne portatrici lavorano alacremente per cinque anni nella serie di cantieri che si snodano dalla diga, lungo il canale adduttore, nelle centrali di Malnisio e Giais e nei rispettivi canali di scarico.

In funzione dal 1905 – con il suo sistema di quattro turbine tipo Francis Riva-Monnert accoppiate ai rispettivi alternatori Tecnomasio Italiano Brown-Boveri da 2.600HP – la Centrale chiude definitivamente la produzione nel 1988, uscendo indenne dai due conflitti mondiali e dal sisma del ’76 e mantenendo tutti i macchinari perfettamente intatti e conservati. Per la trasmissione alle stazioni rilevatrici, la corrente, qui generata alla tensione di 4.000 Volt, veniva elevata con due trasformatori monofase a 30.000 Volt (quello che allora era considerato il massimo potenziale), successivamente sostituiti da altri trifasi, che elevarono la tensione a 60.000 Volt.

Il Museo della Centrale di Malnisio e Science Centre 

Dopo la chiusura del 1988 delle tre centrali (Malnisio, Giais e Partidor), l’Enel, allora proprietaria della struttura, conscia del grandissimo valore culturale e ambientale della Centrale, accarezza l’idea di farne un museo dell’idroelettrico, procedendo anche con il recupero, nelle sue diverse centrali distribuite in Italia, e con il trasporto presso la Centrale di Malnisio stessa di macchinari dismessi di interesse storico-tecnico.

Il progetto di recupero della Centrale viene poi ripreso dal Comune di Montereale Valcellina: questi, acquisitane la proprietà, ha potuto iniziare l’intervento di recupero grazie a finanziamenti della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Comunità Europea, ma anche grazie all’associazione di ex dipendenti della Centrale, che hanno fornito la loro preziosa collaborazione.

Nel 2006, in occasione del centenario della Centrale, è stato restaurato il fabbricato principale, adibito a sala macchine, e l’ingresso della struttura ad est, inaugurando così il museo della “Centrale di Malnisio”.

Fin dal principio, il Museo, in tutte le sue attività di organizzazione e assistenza alle visite guidate per il pubblico generico e scolastico, è stato affidato all’Immaginario Scientifico – già gestore del museo della scienza interattivo di Trieste – che nel luglio 2007 insedia nell’ex Centrale una nuova sede del Science Centre Immaginario Scientifico, con la sezione di exhibit interattivi Fenomena e l’attivazione di un programma di attività didattiche laboratoriali.

Da settembre 2017 la ex centrale idroelettrica di Malnisio è tornata sotto la gestione del Comune di Montereale Valcellina,  accogliendo pubblico scolastico e generico, per lo più da tutta la regione Friuli Venezia Giulia e dal Veneto.

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Il Museo della Centrale di Malnisio è Anchor Point ERIH Italia

 

 

Sito archeologico industriale: La Centrale idroelettrica “Antonio Pitter” di Malnisio
Settore industriale: Settore Energia
Luogo: Malnisio, Pordenone, Italia
Proprietà e Gestione: Proprietà e gestione Comune di Montereale Valcellina




Giornata Nazionale sulle Miniere: il 30 e 31 maggio si celebra la settima edizione

Il 30 e 31 maggio 2015 si celebra la VII edizione della Giornata Nazionale sulle Miniere attraverso una serie di eventi organizzati su tutto il territorio italiano che ci condurranno alla scoperta di questo eccezionale patrimonio industriale.

Organizzatori dell’evento: l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale – ISPRA, l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale – AIPAI, l’Associazione Nazionale Ingegneri Minerari – ANIM, l’Associazione Mineraria Italiana per l’industria mineraria e petrolifera – ASSOMINERARIA e l’Associazione Italiana di Geologia e Turismo – G&T.

La Giornata Nazionale sulle Miniere, nata per diffondere il valore ed il significato culturale del turismo geologico, di anno in anno ha registrato un crescente interesse sul territorio nazionale, coinvolgendo non solo le realtà minerarie ed i professionisti del settore, ma un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo affascinato da un patrimonio interessante sotto l’aspetto culturale, paesaggistico, storico, scientifico, sociale e che ha rappresentato una parte importante dell’economia del nostro paese, sin dai tempi remoti.

Anche per questa edizione è previsto un ricco programma nazionale inteso a promuovere la fruizione del patrimonio minerario e geologico integrandolo con gli altri valori del territorio quali l’archeologia, le risorse naturali, l’arte, l’architettura, l’enologia e la gastronomia.

Dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, circa cinquanta eventi, organizzati da soggetti diversi quali Enti, Soprintendenze, Associazioni, per scoprire il nostro meraviglioso patrimonio minerario in differenti modi (visite guidate, escursioni, workshop e seminari, mostre fotografiche, concerti, laboratori didattici per le scuole, spettacoli teatrali, ect)

Si va dal “Viaggio in locomotiva per le VIE DELLO ZOLFO : Parco delle zolfare di Comitini e la zona miniera-museo di Cozzo Disi” organizzato dalla Soprintendenza BB.CC.AA di Agrigento, alla visita alla mostra “Il fascino del tempo: tasti abbandonati, macchine e attrezzature da ufficio d’epoca” insieme all’escursione alla galleria sotterranea organizzata dal Museo del Carbone Grande Miniera di Serbariu in Sardegna; dal percorso di trekking e turismo culturale tra natura, arte e industria dal titolo “Dalle rocce nere del Prinzera all’Oro Nero di Vallezza” organizzato dal Comune di Fornovo di Taro, Gas Plus Italiana, Università di Parma insieme alle visite guidate del sito minerario petrolifero di Vallezza in Emilia Romagna, al concerto di Joanna Zimmer, pop star tedesca, all’interno della Miniera della Brusada Ponticelli di Lanzada accompagnato dall’Aperitivo in miniera proposto insieme ad altre attività dall’Ecomuseo della Valmalenco in Lombardia; dal festival “I luoghi del tempo” con lo spettacolo sulla miniera di Niccioleta di Ascanio Celestini, alla mostra fotografica di Adriano Mauri “Nero Sulcis: minatori e paesaggi minerari” organizzata dall’Associazione Save Industrial Heritage in collaborazione col Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.

Quest’anno la Giornata Nazionale sulle Miniere rappresenta l’evento lancio della Giornata Europea dei Minerali – EMD che si terrà a settembre 2015.

La VII edizione della Giornata Nazionale sulle Miniere rientra nella programmazione dell’Anno Europeo del Patrimonio Archeologico Industriale.

AIPAI, attraverso la sua Official Facebook Fan Page Patrimonio Industriale ha dato risalto
all’iniziativa proponendo tra l’altro in anteprima alcuni degli eventi in programma. Per seguire su
Facebook l’attività dell’AIPAI cliccate qui

Per informazioni contattare:
dott.ssa Agata Patanè – ISPRA
Servizio Attività Museali e Coordinatrice Giornata delle Miniere
tel:. 06-50074780 e-mail: agata.patane@isprambiente.it

dott.ssa Erika Bossum – Segretaria nazionale AIPAI
Sede operativa: c/o DiSSGeA (Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità)
Via del Vescovado, 30 – 35141 Padova
mobile: +39 3895626521 e-mail: info@patrimonioindustriale.it

Per consultare il programma completo dell’evento cliccate qui Giornata sulle Miniere 2015




Industria, oggi: immagini dell’industria contemporanea al MAST di Bologna

Il MAST di Bologna presenta la mostra fotografica Industria, oggi: una riflessione sulla rappresentazione del paesaggio industriale attraverso le immagini dell’industria contemporanea di ventiquattro artisti e fotografi moderni.


La mostra, curata da Urs Stahel, responsabile della collezione di fotografia industriale del noto spazio bolognese, è composta da oltre settanta scatti di artisti che, perdutasi l’incisività della fotografia industriale in senso classico degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, si interessano oggi ai processi produttivi e al loro legame con la società, indagando sui rapporti di forza e sull’influenza dell’industria sull’uomo e la natura.

Tra i grandi maestri esposti: Olivo Barbieri, Edward Burtynsky, Peter Fraser, Jim Goldberg, Brian Griffin, Miyako Ishiuchi, Vera Lutter, Trevor Paglen,Sebastião Salgado, Thomas Struth, Hiroshi Sugimoto, Carlo Valsecchi, Massimo Vitali.

Olivo Barbieri, per esempio, nella sua fotografia lunga sette metri raffigurante l’interno di uno stabilimento Ferrari, mostra come i capannoni siano ormai ambienti chiari, luminosi, arredati con grandi, verdi “piante da appartamento”, ma totalmente deserti; Henrik Spohler e Vincent Fournier ci guidano attraverso un mondo di dati e prodotti, un mondo sempre più invisibile in cui ormai solo i cartelli aiutano a orientarsi. Carlo Valsecchi fotografa impianti produttivi contemporanei come fossero sculture a tuttotondo di una “industrial fiction”. Trevor Paglen sembrerebbe prediligere la pura fotografia del cielo, se le molte strisce bianche non indicassero la presenza di orbite satellitari e sistemi di sorveglianza militare a elevata tecnologia. Nell’opera dal titolo “Tokamak Asdex Upgrade Interior 2”, Thomas Struth si occupa della ricerca tecnologica del Max-Planck-Institut, mentre Vera Lutter, nelle sue scure immagini stenoscopiche, continua a incentrare il proprio lavoro sull’oppressione, l’imponenza degli impianti industriali, mentre Miyako Ishiuchi documenta la centenaria produzione della seta in Giappone.

Eventi collaterali della mostra: il film-work dal titolo “…Stromness…”  realizzato nel 2005 da Simon Faithfull che mostra la stazione baleniera raggiunta nel 1917 dal noto esploratore Sir Ernest Shackleton, attualmente abbandonata, situata nella costa settentrionale della Georgia del Sud, e il film essay  The Forgotten Space di Allan Sekula e Noël Burch, documentario sul sistema, spesso obsoleto e fonte di gravi danni per il nostro pianeta, del trasporto per mare tramite containers, vincitore nel 2010 del Premio Speciale della Giuria Orizzonti alla Biennale del Cinema di Venezia.

La mostra Industria, oggi  ha aperto al pubblico il 14 maggio e terminerà il 6 settembre
Ingresso gratuito

Per ulteriori informazioni cliccate qui Fondazione MAST




Armani Silos: il nuovo museo di Giorgio Armani nella ex area Nestlè a Milano

In concomitanza con l’inaugurazione di Expo 2015, nella ex area industriale della Nestlè in zona Tortona a Milano, ha aperto Armani Silos: il museo che Giorgio Armani ha regalato alla città in occasione dei suoi 40 anni di attività.

L’edificio, costruito nel 1950 per la conservazione dei cereali, a seguito dell’intervento di ristrutturazione, si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4.500 metri quadrati per accogliere una selezione ragionata delle creazioni dello stilista, suddivisa per temi che ne raccontano l’estetica e la storia.

Ho scelto di chiamarlo silos perché lì venivano conservate le granaglie, materiale per vivere. E così, come il cibo, anche il vestire serve per vivere”, ha spiegato Giorgio Armani.

La ricerca di semplicità, la predilezione per le forme geometriche regolari e il desiderio di uniformità hanno dato vita a un’architettura sobria e monumentale al tempo stesso, seguendo la regola dell’ordine e del rigore. Controcorrente rispetto alla tendenza dell’architettura contemporanea, per il progetto di via Bergognone Giorgio Armani ha volutamente ricercato la forma razionale. E le aree relative alle varie attività all’interno dell’edificio sono state progettate con la stessa logica: rispondere con razionalità alle esigenze funzionali, sempre nel rispetto della natura del luogo. L’intervento ha conservato la curiosa sagoma originaria dell’edificio – la forma ricorda quella di un alveare, metafora di laboriosità – rafforzando l’identificazione tra il nuovo spazio espositivo e il dinamismo creativo di Giorgio Armani e la sua filosofia estetica che ricerca l’essenzialità liberando da orpelli e, in generale, da elementi superflui. Unico elemento distintivo è la finestra a nastro che segna il perimetro dell’edificio, quasi come una corona, definendone la massa compatta.

All’interno l’edificio è organizzato secondo uno schema distributivo a basilica con un ‘foro’ aperto a tripla altezza sul quale si affacciano due livelli di navate laterali. I soffitti dipinti di nero, a contrasto con i pavimenti in cemento grigio, mostrano oltre alla struttura in ferro dei nuovi solai, tutti gli impianti elettrici, di riscaldamento e raffreddamento oltre a quelli di illuminazione. La scala centrale, che collega i quattro livelli e organizza il percorso, attraversa un vano verticale, lasciando percepire a chi sale la grande altezza e dimensione della struttura. La facciata a vetri del foyer, scabra ed essenziale, attira l’interesse e la curiosità dei passanti.

Lo spazio propone, oltre all’esposizione, un gift shop, una caffetteria aperta sulla parte interna e l’archivio digitale. Quest’ultimo raccoglie schizzi, disegni tecnici esemplificativi e materiale relativo alle collezioni prêt-à-porter e di alta moda Giorgio Armani Privé ed è dedicato ai ricercatori e agli appassionati che desiderano approfondire il lavoro e l’universo stilistico di Giorgio Armani. Situato all’ultimo piano, l’archivio è consultabile gratuitamente e si avvale di un sistema di catalogazione sviluppato appositamente per Armani/Silos. Workstation, tavoli touchscreen e un’area proiezioni sono gli strumenti messi a disposizione del pubblico per la consultazione e lo studio.

La mostra di apertura, che si articola su tutti e quattro i piani, è un excursus sui 40 anni di lavoro dello stilista e comprende 600 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani. La selezione è suddivisa secondo alcuni temi che hanno ispirato e che continuano a ispirare il lavoro creativo dello stilista. Al piano terra la sezione daywear, al primo la sezione esotismi seguita, al secondo piano, da cromatismi. Il terzo e ultimo piano è infine dedicato alla tematica luce.

Per informazioni cliccate qui Armani/Silos




Progetto Nova Cantieri Creativi 2015 – al via la II edizione nella Ex Ceramica Vaccari di Santo Stefano di Magra

Parte la Seconda Edizione di Nova Cantieri Creativi: workshop, dialoghi, confronti per un nuovo hub culturale all’interno della ex Ceramica Vaccari di Santo Stefano di Magra in provincia di La Spezia

A distanza di una anno dalla sua inaugurazione, il 15 e 16 maggio si rinnova l’evento Nova Cantieri Creativi, per raccontare gli obiettivi raggiunti, lo stato di fatto ed i progetti futuri.

Fortemente voluto da Juri Mazzanti, sindaco di Santo Stefano di Magra, l’ex sito industriale rinasce attraverso la cultura e la creatività. Ben 180.000 mq si trasformano grazie alla sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini, riaprendo i propri cancelli ad una comunità allargata che supera i confini locali.

Una storia importante quella della ex Ceramica Vaccariconsiderato la fucina dell’arte futurista e allo stesso tempo un presidio industriale, l’opificio dava lavoro a migliaia di persone esportando in tutto il mondo. All’inizio degli anni ’70, l’affermarsi del distretto lapideo emiliano, portò a un forte e progressivo ridimensionamento della fabbrica. Iniziò così il suo declino che si concluse nella primavera del 2006, quando la fabbrica venne chiusa.

Dal primo giorno dopo la chiusura della Vaccari, abbiamo scelto di non fare cadere la fabbrica nell’oblio, quell’oblio che accompagna, troppo spesso in Italia, i siti industriali dismessi.” – ha dichiarato Juri Mazzanti – “Abbiamo voluto tenere i riflettori accesi sul vecchio opificio, attraverso tante iniziative, malgrado la chiusura dello stabilimento fosse stata un duro colpo per la nostra comunità. E con lo stesso coraggio, oggi, nonostante la difficile congiuntura storica ed economica, vogliamo seguire esperienze internazionali che hanno raggiunto il recupero e la rivitalizzazione di simili spazi, proprio attraverso la cultura”.

Seguendo una politica urbana che promuove fortemente il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato, il Comune ha individuato nel 2014 alcuni spazi della Vaccari da assegnare in comodato d’uso mediante bando pubblico a operatori privati per la realizzazione di attività rivolte alla comunità, capaci di attivare processi di sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. L’accordo tra gli operatori e il Comune rientra nelle forme innovative di partnership tra pubblico e privato: gli operatori, infatti, usufruiscono gratuitamente degli spazi per la durata del comodato e in cambio si impegnano a sistemarli e a renderli agibili, garantendo inoltre dei servizi ad alta ricaduta sociale per la comunità locale. Gli “inquilini” di NOVA sono: la Galleria Cardelli & Fontana, La Stanza delle Necessità, lndustrie Musicali, SportXFun e Full Service.

Un fitto programma attende i partecipanti all’evento che avranno modo di confrontarsi con importanti interlocutori del panorama culturale nazionale e internazionale che interverranno sui temi dell’economia sociale e solidale, le start-up culturali e sociali, l’innovazione sociale e cognitiva, la riqualificazione di spazi ex industriali, anche in relazione alla presentazione di affini progetti realizzati in Italia e all’estero. Tra questi: l’architetto francese Odile Decq – che in Italia ha progettato la nuova ala d’espansione del MACRO, Museo d’Arte Contemporanea, di Roma – l’antropologo Franco La Cecla, i critici e storici dell’arte Michele Dantini, Stefano Chiodi e Angela Vettese, l’architetto e artista del paesaggio John Lonsdale, il sociologo del territorio Guido Borelli, Neve Mazzoleni per Il Giornale delle Fondazioni, Bertram Niessen presidente dell’associazione cheFare, Damiano Aliprandi coordinatore dell’area ricerca della Fondazione Fitzcarraldo di Torino, Silvia Botti direttore di Abitare

Durante l’evento sarà inaugurato l’Archivio Vaccari, realizzato all’interno dello spazio della ex Calibratura, acquistato dal Comune, grazie a un finanziamento regionale, attraverso il quale sarà possibile ripercorrere la storia di quella eccezionale realtà che era la Ceramia Vaccari.
Insieme all’Archivio Vaccari sarà inaugurato anche l’Auditorium – una sala polifunzionale di 700 mq dotata delle maggiori innovazioni tecniche, che potrà accogliere attività di vario genere, da conferenze a mostre, fino a spettacoli pubblici.

Ma l’arte è anche musica. Protagonisti della serata di venerdì 15 maggio saranno Luis Bacalov, Rita Marcotulli e Alberto Pizzo, con il celebre progetto 3 Piano Generations. Mentre la serata di sabato 16 si animerà grazie alla musica degli ELECTROBREAKFAST dj_visual  (Paolo Ranieri//Diego Bosoni).

E non finisce qui: una serie di eventi artistici e creativi animeranno le due giornate della manifestazione: workshop fotografico, laboratori per bambini, trekking urbano.

Per saperne di più visitate il sito della manifestazione cliccando qui Nova Cantieri Creativi 2015

Anche quest’anno Archeologiaindustriale.net è media partner tematico di Nova Cantieri Creativi



Luigi Micheletti Award 2015: al via la XX edizione

“Creative Museums, Smart Citizens. Come la creatività diventa innovazione”: è questo il titolo della XX edizione del Luigi Micheletti Award, il più prestigioso premio europeo dedicato ai musei di scienza, industria e storia contemporanea.

Dal 7 al 9 maggio, in concomitanza con l’apertura di Expo 2015, la città di Brescia ospiterà la XX edizione del Premio Micheletti, che, per festeggiare questo importante anniversario, si terrà proprio nella città di Luigi Micheletti al quale è dedicato.

Il Luigi Micheletti Award nasce in fatti nel 1995 per volontà della Fondazione Luigi Micheletti e dell’European Museum Forum con il patrocinio del Consiglio d’Europa. Grazie a questo premio sono stati portati alla ribalta europea una serie di esperienze innovative che hanno influenzato fortemente la scena internazionale museale e del nostro continente, a cominciare dal museo DASA di Dortmund, il primo e finora unico museo europeo dedicato al tema della sicurezza sul lavoro, che ha istituito il DASA Award associato al Micheletti Award, sino al MUSE di Trento e la Città della Scienza di Napoli, arrivando – solo per citare gli esempi dei vincitori delle edizioni più recenti – a grandi e prestigiosi musei europei quali il Riverside Museum di Glasgow e il Textile And Industry Museum.

I tre giorni di evento, che si concluderanno con la proclamazione del vincitore, prevedono una fitta serie di incontri ed iniziative alle quali parteciperanno oltre 100 illustri rappresentanti del mondo della cultura tra direttori di musei, relatori nazionali e internazionali ed esperti del settore.

In linea con il tema di Expo 2015, la manifestazione si aprirà con l’incontro dal titolo I musei del cibo tra cultura e industria che si terrà giovedì 7 alle ore 10:00 presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. L’incontro, promosso da Fondazione Musil, European Museum Academy, Museimpresa e Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci ha l’obiettivo di valorizzare i patrimoni culturali, saperi ed esperienze del sistema agroalimentare. (cliccate qua per maggiori informazioni su questa iniziativa)

Dalla sera di giovedì 7 , alle ore 19:00 il palcoscenico dell’evento si sposta a Brescia con il Benvenuto alla XX Edizione del Luigi Micheletti Award che avrà luogo all’interno di Palazzo Martinengo-Colleoni (ex Tribunale).

Venerdì 8, ospiti del Museo di Santa Giulia, la giornata si apre con la sessione di presentazione dei musei candidati a questa edizione del premio; segue la sessione dedicata ai venti anni del Luigi Micheletti Award; alle 16:00 avverrà la premiazione del concorso europeo Heritage in Motion, promosso da EMA ed Europa Nostra con Europeana per concludersi in bellezza con l’inaugurazione della mostra “Roma e le genti del Po” che attraverso 500 eccezionali reperti esposti, racconta della grande vicenda che ha portato, tra il III e il I secolo a.C., all’unione tra la Roma repubblicana e le genti del Po e di “BRIXIA. Parco Archeologico di Brescia Romana”, il più esteso parco archeologico a nord di Roma.

La giornata conclusiva di sabato 9 si articolerà su due sedi. La mattina, i partecipanti saranno accolti all’interno Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo, in Valle Camonica, dove potranno partecipare ad una serie di seminari in sessioni parallele tra i quali Museums and Digital Creativity e History at Museum. Sharing our experiences and European networking; segue la cerimonia di inaugurazione dei nuovi spazi restaurati al MUSIL di Cedegolo e la visita alla mostra dello scultore Perry Bianchini Bio-local lunch. Alle 19:00 ci si sposta tutti al Salone Vanvitelliano Palazzo della Loggia, Brescia per l’attesa cerimonia di premiazione del XX Luigi Micheletti Award, ospite d’onore Diana Bracco Presidente EXPO e Amministratore Delegato del Gruppo Bracco. 18 I musei in lizza per il premio, tra questi, a rappresentare l’Italia il MAGMA Museum of Arts di Follonica e il Parco di Portofino “La Batterie”.

Il Luigi Micheletti Award 2015 è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e l’Associazione Industriale Bresciana, e con il patrocino della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia, dell’Università degli Studi di Brescia, di Icom (International Council of Museums).

Le date del premio sono nel calendario dell’European Industrial and Technical Heritage Year 2015.

Gli sponsor che hanno reso possibile la manifestazione sono: A2A, Consorzio Grana Padano, Fondazione Comunità Bresciana, Ori Martin, Feralpi, Aso Group, Eredi Gnutti, Centrale del Latte di Brescia, Rubinetterie Bresciane, Gefran, Dac.

Per informazioni dettagliate sull’evento cliccate qua Luigi Micheletti Award




Expo 2015 | I musei del cibo tra cultura e industria: anteprima milanese del Luigi Micheletti Award

“I musei del cibo tra cultura e industria” è il titolo del convegno internazionale che si terrà il 7 maggio 2015 dalle 10:00 alle 13:00 presso il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

L’evento, promosso da Fondazione Musil, European Museum Academy, Museimpresa e Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, rappresenta l’anteprima milanese delle 3 giornate di eventi europei in programma a Brescia per la XX edizione del Luigi Micheletti Award – l’unico premio europeo per musei dell’industria, della scienza e di storia contemporanea – e si pone l’obiettivo di valorizzare i patrimoni culturali, saperi ed esperienze del sistema agroalimentare.

I musei del cibo tra cultura e industria: i temi del convegno internazionale

Tra le tipologie di museo incentrate sui più diversi temi di interesse apparse negli ultimi decenni ritroviamo i musei del cibo e dei prodotti del mondo agrario, il mondo del cosiddetto “agrifood”. A questa categoria sono da ascriversi non solo i classici musei della civiltà contadina, considerati erroneamente per lo più una elegante rimessa di attrezzatura agricola, ma anche quei musei di nuova generazione, che utilizzano quel modo di comunicare così caratteristico del museo contemporaneo, fatto di immagini, parole, oggetti, ambienti multimediali. Come sempre nel museo la innovazione dei modi di comunicare si accompagna a un rinnovamento dei contenuti, dei punti di vista, delle argomentazioni e anche delle informazioni che sono sempre accessibili ma che richiedono anche una crescente capacità di orientamento nella babele della rete e delle altre fonti di conoscenza.

I musei del cibo tra cultura e industria: il programma del convegno internazionale

I lavori comprenderanno una presentazione dei musei iscritti all’edizione 2015 del Luigi Micheletti Award (20 musei da ogni parte d’Europa), un incontro con gli ex vincitori del Premio e la cerimonia di premiazione di Heritage in Motion, contest per l’innovazione digitale applicata al patrimonio.

I lavori saranno introdotti da una presentazione della direttrice dell’Alimentarium di Vevey (Svizzera) realizzato dalla Fondazione Nestlè, successivamente si confronteranno musei di recente apertura come il Museo MUMAC, la Galleria Campari e il Gelato Museum Carpigiani, con archivi di più lunga tradizione come quello della Barilla o la Collezione Branca. Tra i musei invitati, segnaliamo il Museo dell’Era dell’Aringa, creato anni or sono da un gruppo di volontari islandesi e già vincitore del Premio Micheletti nel 2004.

L’incontro, unico nel suo genere e primo in Italia per varietà dei settori rappresentati e novità delle esperienze di comunicazione documentate, sarà inoltre arricchito dalla partecipazione del Museo della produzione industriale dell’Olio di Oliva, situato nell’Isola di Lesbo. Il museo è stato recentemente selezionato dalla CNN tra le 11 eccellenze mondiali nell’ambito dei musei del cibo. Proprio questo museo accoglierà la Cerimonia del Luigi Micheletti Award dell’edizione 2016.

Nel corso della mattinata verrà consegnato uno speciale riconoscimento per l’eccellenza produttiva al Consorzio Grana Padano, una delle massime espressioni dell’alta qualità del Made in Italy che nasce dalla passione per il territorio e dal desiderio di salvaguardare l’esperienza e la competenza unica e irripetibile che si tramanda da generazioni.

#FoodPeople: la mostra sui cambiamenti del nostro modo di mangiare

A seguire la visita alla nuova esposizione #FoodPeople” del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. #FoodPeople è una grande esposizione dedicata ai cambiamenti che hanno segnato il nostro modo di mangiare e alle prospettive future del sistema alimentare e costituisce una delle iniziative del programma di “Expo in città”, il palinsesto promosso dal Comune di Milano con Camera di Commercio (cliccate qui per maggior informazioni sulla mostra).

Cliccate qui per il programma completo dell’evento I musei del cibo tra cultura e industria