Ivrea: la città industriale di Adriano Olivetti – foto di Gianluca Giordano

Ivrea, in provincia di Torino, è uno splendido esempio della più moderna archeologia industriale che si candida a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO

La città industriale di Ivrea, vero e proprio paesaggio urbano, comprende gli edifici destinati alla produzione, ai servizi e alla civile abitazione che sono stati realizzati a partire dagli anni Trenta fino agli anni Ottanta del Novecento. Tali edifici, progettati da una serie di importanti architetti, insieme al disegno urbano, sono la materializzazione dell’idea di ingegneria sociale che Adriano Olivetti mise in atto nel corso del Novecento

*** AGGIORNAMENTO 1 luglio 2018 ***

L’Unesco dice sì a Ivrea patrimonio mondiale dell’umanità.

La città industriale di Adriano Olivetti diventa il 54esimo sito Unesco in Italia

Ivrea si candida ad entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO

Nel 2008 è stato istituito con decreto ministeriale un Comitato Nazionale promosso dalla Fondazione Adriano Olivetti in collaborazione con il Comune di Ivrea e il Politecnico di Milano e finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Adriano Olivetti. Il Comitato Nazionale si è impegnato dell’analizzare il tema della valorizzazione del patrimonio architettonico moderno di Ivrea con l’obiettivo di intraprendere il lungo e complesso percorso che vedrebbe “Ivrea, città industriale del XX secolo” all’interno della Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Ivrea, città industriale del XX secolo” è la prima candidatura italiana nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO relativa a un sito industriale novecentesco.”

La candidatura di Ivrea è già stata esaminata a Parigi, tuttavia per una serie di motivazioni,  passerà al prossimo ciclo di valutazione che inizierà nel 2017, e sarà esaminata in occasione della 42° sessione del Comitato per il Patrimonio Mondiale nel corso dell’anno 2018.

Per promuovere la candidatura, il Comitato Nazionale ha prodotto un ampio dossier accompagnato da un ricco repertorio di immagini realizzate dal fotografo Gianluca Giordano.

Chi è Gianluca Giordano
Gianluca Giordano, fotografo di architettura. Docente a contratto di tecniche pittoriche antiche, arti visive, tecnologia, disegno e laboratorio di restauro in corsi di specializzazione post-diploma e post-laurea, Gianluca Giordano è fotografo ufficiale del dossier di candidatura patrimonio UNESCO “Ivrea Città industriale del XX secolo”.

 

Album del Patrimonio Industriale

Ivrea, la città industriale di Adriano Olivetti in alcune delle fotografie di Gianluca Giordano

Ivrea, la città industriale di Adriano Olivetti – Video che raccoglie le fotografie di Gianluca Giordano

https://www.youtube.com/watch?v=sipBNvR7nDc&feature=youtu.be




Archeologiaindustriale.net al Master in Museologia Europea – Università IULM

Sabato 23 aprile 2016 al Master in Museologia Europea presso l’Università IULM di Milano sì è tenuta la lezione sull’esperienza di Archeologiaindustriale.net e su come realizzare un progetto web.

 

Si è parlato di Patrimonio industriale e delle diverse tipologie di musei industriali, tra questi i musei d’impresa.

Alla lezione in aula è seguita la vista alla Galleria Campari, dove l’imprenditoria incontra l’arte.

Fortunato Depero per Campari

Da sempre infatti il marchio Campari ha legato la propria immagine all’arte contemporanea e al design, una per tutti la famosissima bottiglietta conica del Camparisoda disegnata dall’artista futurista Fortunato Depero per Davide Campari.

Bottiglietta Campari Soda disegnata da Fortunato Depero

Per saperne di più sull’unico Master in Museologia Europea organizzato in Italia cliccate qua




Archeologiaindustriale.net riceve la SPECIAL MENTION al European Union Prize for Cultural Heritage / Europa Nostra Awards 2016

L’Associazione Archeologiaindustriale.net ha ricevuto la Menzione Speciale nella categoria “Category Education, Training and Awareness-Raising” al Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards 2016, la più alta onorificenza presente in Europa nel settore del patrimonio culturale e naturale. 

“I am pleased to inform you that your entry was chosen amongst those entries which receive a SPECIAL MENTION of the Jury.
In particular, the Jury recognised the outstanding personal commitment and contribution this project makes to assist better nationwide knowledge of industrial heritage.”

Per leggere la comunicazione integrale cliccare qua European Union Prize for Cultural Heritage 2016

Europa Nostra Award 2016

Il Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards

Il Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio culturale / Europa Nostra Awards è stato lanciato dalla Commissione Europea nel 2002 ed da allora è gestito da Europa Nostra.

Il premio celebra e promuove le migliori pratiche relative alla conservazione del patrimonio, la ricerca, la gestione, il volontariato, l’educazione e la comunicazione. In questo modo, contribuisce a creare un più forte riconoscimento pubblico del patrimonio culturale come risorsa strategica per l’economia e la società europee. Il Premio è sostenuto dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea. Negli ultimi 14 anni, le organizzazioni e gli individui provenienti da 39 Paesi hanno presentato un totale di 2.540 candidature per i premi. Per quanto riguarda il numero di candidature per Paese, la Spagna è prima in classifica, con 480 progetti, seguita dal Regno Unito, con 276. L’Italia occupa la terza posizione (239 iscrizioni), la Germania quarta (190 iscrizioni), e la Francia è al quinto posto (114 iscrizioni). Per quanto riguarda le categorie, quella della Conservazione ha avuto il maggior numero di candidature (1.524). Seguono le categorie dell’istruzione, formazione e sensibilizzazione (378), poi ricerca (319), e, infine, Contributi Esemplari (297).

Dal 2002 giurie di esperti indipendenti hanno selezionato 426 progetti premiati provenienti da 34 paesi. In linea con il numero di candidature la Spagna è in cima alla lista con 59 riconoscimenti ricevuti. Il Regno Unito è al secondo posto con 58. L’Italia risiede al terzo posto (33 premi), Germania al quarto (28 premi), e Grecia al quinto (25 premi). Per quanto riguarda le categorie, la Conservazione ha il maggior numero di vincitori (256) seguiti dalla categoria Contributi Esemplari (63), dall’ Istruzione, Formazione e Sensibilizzazione (55), e, infine, dalla Ricerca (52).

Un totale di 88 Grand Prix da € 10.000 l’uno sono stati consegnati ad eccezionali iniziative nell’ambito del patrimonio culturale, selezionate tra i progetti già premiati.

Il Premio dell’Unione europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards ha ulteriormente rafforzato l’influenza del settore del patrimonio culturale in Europa, evidenziando le best practice, incoraggiando lo scambio di conoscenze tra Paesi e collegando i vari soggetti interessati a reti più ampie. Ha anche portato importanti vantaggi per i vincitori, come una maggiore esposizione (inter)nazionale, successivi finanziamenti e un incremento del numero di visitatori. Inoltre, ha aumentato la consapevolezza dei cittadini del nostro patrimonio condiviso, evidenziando il suo carattere intrinsecamente europeo. Il Premio è quindi uno strumento fondamentale per promuovere il patrimonio europeo.

 

I vincitori dell’edizione 2016 del Premio dell’Unione europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards 2016

Bruxelles / L’Aia, 7 aprile 2016 – La Commissione Europea e Europa Nostra hanno annunciato i nomi dei vincitori del Premio dell’Unione europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards 2016, la più alta onorificenza presente in Europa nel settore del patrimonio culturale e naturale. I 28 vincitori, provenienti da 16 paesi, sono stati riconosciuti per i loro risultati esemplari nell’ambito della conservazione, ricerca, contributi esemplari, istruzione, formazione e sensibilizzazione. Giurie di esperti indipendenti hanno valutato un totale di 187 domande, presentate da organizzazioni e individui provenienti da 36 paesi europei, e hanno selezionato i vincitori. Tra i vincitori anche quattro progetti italiani: nella categoria Conservazione, le Terme di Diocleziano e Certosa di Santa Maria degli Angeli: il Chiostro “Ludovisi” e la piscina scoperta (Roma); nella categoria ricerca, I granai della memoria (Bra); nella categoria contributi esemplari, Giulia Maria Crespi (Milano); e nalla categoria istruzione, formazione e sensibilizzazione, il progetto Apprendisti Ciceroni (Milano). I cittadini di tutto il mondo possono ora votare on-line per il Premio della giuria popolare e mobilitare il sostegno del proprio paese o di un altro paese europeo per il progetto/i premiato/i.

I progetti scelti dalle giurie sono esempi eccellenti di creatività, innovazione, sviluppo sostenibile e partecipazione sociale nel settore del patrimonio culturale in Europa. Tra le iniziative premiate nel 2016 vi sono: la ristrutturazione di un sentiero sospeso sulle sponde scoscese di una gola, che ha aperto una zona di fenomenale bellezza naturale al pubblico attirando così una nuova ondata di turismo nella regione (Spagna); lo sviluppo di uno stile industriale di digitalizzazione che ha portato alla digitalizzazione di quasi 9 milioni di esemplari zoologici, botanici e geologici, europei e non solo, di enorme valore per i ricercatori di tutto il mondo (Paesi Bassi); la dedizione dei dipendenti di un museo nazionale che hanno lavorato instancabilmente e senza remunerazione per tre anni, al fine di mantenere il museo aperto nonostante la difficile situazione politica (Bosnia ed Erzegovina); infine un progetto di sensibilizzazione che incoraggia i cittadini ad ‘adottare’ monumenti di importanza culturale e storica per la loro comunità, di riportarli all’antico splendore e di aprirli al pubblico (Finlandia). Per la prima volta quest’anno, un premio è stato assegnato ad un progetto islandese: la riabilitazione e la trasformazione dell’ospedale francese di Faskrudsfjordur in un museo.

“Mi congratulo con i vincitori e i loro staff per questi progetti straordinari. Grazie al loro talento e dedizione, molti tesori culturali europei sono stati preservati e rivitalizzati per le generazioni presenti e future. I loro progetti hanno contribuito ad una maggiore sensibilizzazione al patrimonio culturale come risorsa strategica per la società e l’economia europea. Il patrimonio culturale unisce i popoli e crea ponti tra il passato, il presente e il futuro. Allo stesso tempo, genera crescita economica, promuove uno sviluppo sostenibile e incoraggia la partecipazione e l’inclusione sociale, oggi importante più che mai. Queste le ragioni per cui sosteniamo e continueremo a sostenere il Premio e altri progetti sul Patrimonio culturale attraverso il programma Europa Creativa,” ha affermato Tibor Navracsics, Commissario Europeo per l’istruzione, la cultura, la gioventú e lo sport.

L’elevato numero dei progetti premiati dimostra che il patrimonio culturale e naturale è importante per l’Europa e i suoi cittadini. È un fattore chiave per lo sviluppo economico sostenibile ed è una forza che unisce le nostre società multiculturali, come è stato ampiamente riconosciuto dalle istituzioni dell’UE ed è chiaramente dimostrato nella recente relazione ‘Il patrimonio culturale conta per l’Europa’. Sono lieto che quest’anno la cerimonia di premiazione si terrà nella mia città natale, a Madrid, in un luogo speciale: il Teatro de la Zarzuela,” ha aggiunto Plácido Domingo, celebre cantante lirico e Presidente di Europa Nostra.

I vincitori degli European Heritage Awards 2016 saranno celebrati nel corso di un evento di alto profilo, sotto l’egida del Commissario Navracsics e di Plácido Domingo, la sera del 24 maggio presso lo storico Teatro de la Zarzuela a Madrid. La cerimonia riunirà circa 1.000 persone, tra professionisti del patrimonio, volontari e sostenitori provenienti da tutta Europa, nonché rappresentanti di alto livello delle istituzioni dell’UE, del paese ospitante e degli altri stati membri. Durante la cerimonia saranno annunciati i sette vincitori del Grand Prix, ognuno dei quali riceverà € 10.000, ed il vincitore del Premio della giuria popolare, scelti tra progetti vincitori di quest’anno.

I vincitori presenteranno inoltre i loro progetti durante la Excellence Fair nella mattinata del 24 maggio, presso la sede del Collegio degli Architetti di Madrid e parteciperanno a vari eventi di networking che si terranno a Madrid durante il European Heritage Congress (22-27 maggio) organizzato da Europa Nostra nell’ambito del suo progetto
di networking ‘Mainstreaming Heritage’, con il sostegno del programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

Archeologiaindustriale.net ringrazia

L’Associazione Archeologiaindustriale.net ringrazia la giuria del Premio per il Patrimonio e coglie l’occasione anche per ringraziare tutte realtà che hanno aderito e continuano ad aderire al progetto, contribuendo così alla diffusione della conoscenza del nostro patrimonio industriale

Simona Politini
Fondatrice e Project manager Archeologiaindustriale.net e Presidente dell’omonima associazione.




FM Centro per l’Arte Contemporanea – Apre a Milano

Giovedì 7 aprile 2016 inaugura a Milano FM Centro per l’Arte Contemporanea.

 

Ai Frigoriferi Milanesi, splendido esempio di archeologia industriale a Milano recuperato a spazio polifunzionale con vocazione culturale, apre FM Centro per l’Arte Contemporanea, un nuovo polo dedicato all’arte e al collezionismo che raccoglie in un unico contesto tutti i soggetti e le funzioni connesse alla valorizzazione, esposizione e conservazione di collezioni private e archivi d’artista.

FM Centro per l’Arte Contemporanea ospita:

  • un’area espositiva dedicata a mostre di collezioni private italiane e internazionali
  • un temporary space per le gallerie d’arte contemporanea
  • un’innovativa formula di deposito visitabile per collezionisti che desiderano rendere accessibili al pubblico le loro collezioni
    una serie di archivi d’artista
  • un programma di residenze per artisti e curatori
  • laboratori specializzati in restauro e conservazione di opere d’arte
  • un dipartimento di art advisory.

La direzione artistica del nuovo centro è affidata a Marco Scotini con il supporto di un board internazionale di esperti che include Vasif Kortun (direttore, SALT, Istanbul), Grazia Quaroni (Senior Curator / Head of Collections, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris), Charles Esche (direttore, Van Abbemuseum, Eindhoven), Hou Hanru (direttore artistico, MAXXI, Roma), Enea Righi (collezionista, Bologna).

FM Centro per l’Arte contemporanea è promosso da Open Care (Gruppo Bastogi), l’unica società in Italia ad offrire servizi integrati per l’art advisory, la gestione e la conservazione dell’arte.

FM Centro per l’Arte Contemporanea: L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni ‘70”

FM Centro per l’Arte Contemporanea inaugura il 7 aprile, in occasione di miart 2016, con la mostra “L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni ‘70” (8 aprile-15 giugno 2016), curata da Marco Scotini in collaborazione con Lorenzo Paini. La mostra presenta un’ampia ricognizione della scena artistica italiana degli anni ‘70, un decennio di grande produttività in cui la cultura “eccede” al di fuori del campo dell’estetica, sconfinando in linguaggi che resistono alla catalogazione, in pratiche effimere e in azioni legate alla performatività sociale e basate sulla temporalità. Le opere saranno affiancate a materiali provenienti da diversi ambiti di produzione: dalla musica all’architettura radicale, dai libri al cinema sperimentale, alla fotografia.
Il concetto di “Inarchiviabile” fa riferimento all’emergere di diverse forze sociali (general intellect) e all’approccio multidisciplinare che caratterizza gli anni ’70 in Italia, così come alle nuove questioni legate al femminismo e alle politiche di genere. Allo stesso tempo, però, rimanda a ciascuna delle opere in esposizione, che rappresentano già di per sé stesse delle tassonomie, dei tentativi di catalogazione da parte degli artisti: dalle classificazioni di Alighiero Boetti alle sequenze di numeri di Fibonacci di Mario Merz, dalle collezioni di Giulio Paolini alle raccolte di fototessere di Franco Vaccari, dall’Atlante geografico di Luigi Ghirri alle sequenze fotografiche di Michele Zaza o di Aldo Tagliaferro, dai cataloghi filmici e profumati di Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi ai “leftovers” collezionati da Gianfranco Baruchello, dagli inventari gestuali di Ketty La Rocca agli assemblaggi testuali di Nanni Balestrini.
Non solo tentativi di archiviare l’effimero dunque, ma anche aspirazione all’assoluto o all’idea di totalità o Tutto, come si intitola una celebre opera di Giovanni Anselmo.

FM Centro per l’Arte Contemporanea: le mostre da visitare

Contemporaneamente inaugureranno all’interno di FM Centro per l’Arte Contemporanea le mostre promosse dalle gallerie Laura Bulian Gallery, Monitor, P420 e SpazioA. Laura Bulian Gallery, che ha all’interno del centro la sua sede permanente, inaugura “Imagine a Moving Image”, la prima personale in Italia del giovane artista croato Marko Tadić. Monitor, P420 e SpazioA saranno, invece, le prime gallerie ad occupare all’interno del centro il temporary space pensato per progetti promossi da gallerie di ricerca. La loro mostra si intitolerà “Corale” e metterà a confronto artisti di generazioni diverse, in particolare Eric Bainbridge, Franco Guerzoni, Benedikt Hipp, Nicola Samorì e Claudio Verna per Monitor; Luca Bertolo, Esther Kläs, Chiara Camoni, Piotr Łakomy e Giulia Cenci per SpazioA; Helene Appel, Riccardo Baruzzi, Rodrigo Hernandez, Paolo Icaro e Alessandra Spranzi per P420.

FM Centro per l’Arte Contemporanea: Archivi d’artista

Gli archivi d’artista presenti nel centro sono l’Archivio Dadamaino, l’Archivio Gianni Colombo e l’Archivio Ugo Mulas.

Info:

Inaugurazione 7 aprile 2016 ore 20-24
Orari apertura durante Miart:
Venerdì 8 aprile, ore 12-21
Sabato 9 aprile, ore 11-20
Domenica 10 aprile, ore 11-18

FM Centro per l’Arte Contemporanea
Indirizzo: Via Giovanni Battista Piranesi, 10, 20137 Milano
Telefono:02 73981 – sito web: www.fmcca.it 




CRESPI D’ADDA. Storia di una impresa – Nuovo libro dell’Associazione Crespi d’Adda

“CRESPI D’ADDA. Storia di una impresa” è il titolo del nuovo libro pubblicato dall’Associazione Crespi d’Adda, dal 1991 impegnata nelle attività di ricerca, valorizzazione e promozione culturale e turistica del sito Patrimonio dell’Umanità di Crespi d’Adda.

“CRESPI D’ADDA. Storia di una impresa” è una pubblicazione di cinquanta pagine dedicata alla narrazione delle vicende storiche di quello che fu, in origine, il Cotonificio Benigno Crespi, fondato nel 1878 dall’imprenditore bustocco Cristoforo Benigno Crespi e del villaggio operaio che quest’ultimo gli costruì intorno. Uno straordinario esperimento urbano e industriale che venne riconosciuto, nel 1995, meritevole dell’inserimento nel Patrimonio dell’Umanità creato dall’Unesco. Il testo è impreziosito di settanta immagini, sia recenti che storiche. Queste ultime, provenienti da archivi privati e pubblici e scattate tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, rappresentano una testimonianza eccezionale della vita operaia del tempo.

L’autore è Giorgio Ravasio, da molti anni in prima linea nella promozione culturale di Crespi d’Adda e dei territori limitrofi, che ha già pubblicato libri “Il castello sul fiume, la storia e le storie della fortificazione di Trezzo” e “Crespi d’Adda, città del lavoro proficuo, della metafora architettonica e dell’utopia sociale”.

Lo stesso autore dichiara:” Si tratta di un volume pensato per diffondere il più possibile la conoscenza di questo luogo e del suo valore. Crespi d’Adda ha ancora molto da insegnarci oggi perché rappresenta un modo di fare impresa che coniugava armoniosamente vita e lavoro, funzionalità e bellezza, natura e architettura. Oltretutto, oggi più che mai, è di fondamentale importanza riscoprire il valore della nostra gloriosa storia per preservarne il futuro. Il gesuita Matteo Ricci sosteneva che la memoria è un palazzo che si costruisce un tassello alla volta ma l’edificio poi è solido e indistruttibile. Ricordare, insomma, non solo per non dimenticare ma per costruire la terra su cui poggiare i nostri piedi.

Lucia Colombo, vicepresidente della Associazione Crespi d’Adda dichiara: “la pubblicazione vede la luce all’inizio della nostra stagione turistica che si apre proprio con il giorno di Pasqua. Si tratta di un prodotto editoriale completo ma snello che abbiamo pensato per tutti quei turisti alla ricerca di uno strumento agile e completo per l’interpretazione del luogo.
Il prezzo di due euro è stato pensato per favorirne l’acquisto anche da parte degli studenti delle scuole primarie e secondarie che potranno utilizzarlo per le ricerche e gli approfondimenti. Il valore sarebbe indiscutibilmente maggiore ma l’idea che ci ha guidato è stata quella di privilegiare la diffusione della conoscenza. Potete trovare tutte le informazioni sul nostro sito www.crespidadda.it”.

Il libro contiene anche due ulteriori contributi. Una prefazione di Andrea Biffi, biologo e naturalista, ideatore e coestensore della nomination di Crespi d’Adda per l’Unesco nel 1994, ed una postfazione di Simona Politini, fondatrice della piattaforma ArcheologiaIndustriale.net.

 

Dove acquistare il libro “CRESPI D’ADDA. Storia di una impresa”

Il libro è disponibile soltanto nei punti vendita di Crespi d’Adda al prezzo di 2 euro a partire da lunedì 4 aprile 2016
La versione digitale, invece, è acquistabile sin da subito al prezzo di 1 euro cliccando qua 




BASE Milano apre nei rinnovati spazi della ex Ansaldo

Gli spazi della ex Ansaldo, punta di diamante dell’archeologia industriale a Milano, aprono le porte a BASE Milano.

BASE Milano – A place of cultural progress è il nuovo progetto per la cultura e la creatività a Milano, luogo di produzione culturale, sperimentazione e di condivisione.

BASE Milano è un esperimento di innovazione e contaminazione culturale tra Arte, Creatività, Impresa, Tecnologia e Welfare, che si insedia nel cuore del distretto Tortona, in una delle aree più vivaci e dinamiche della città, in continua evoluzione. Un humus creativo particolarmente fertile al quale BASE Milano contribuirà come nuovo punto di riferimento.

Con i suoi 6.000 mq di spazi aperti tutto l’anno, BASE Milano ospiterà un coworking, laboratori, la nuova foresteria-residenza casabase, una caffetteria, una lounge e una fitta programmazione d’iniziative ed eventi.

A far rinascere questo splendido luogo dell’archeologia industriale ci ha pensato un gruppo nato dalla cooperazione tra pubblico e privato, firmano infatti il progetto BASE Milano al 50% il Comune di Milano ed un consorzio di privati composto da Arci Milano, Avanzi, esterni, h+, Make a Cube³, vincitori del bando pubblico che ha aggiudicato loro la gestione per i prossimi 12 anni, fondamentale poi il sostegno di Fondazione Cariplo. BASE Milano porta avanti l’opera iniziata negli anni Novanta dal Comune di Milano che acquistò questi spazi con l’obiettivo di destinarli a funzioni culturali. BASE Milano si va quindi ad affiancare al neo-nato MUDEC – Museo delle Culture ed ai  dirimpettai Laboratori del Teatro alla Scala.

BASE Milano è un luogo che rende Milano sempre più attraente e sempre più internazionale” così il Sindaco del Comune di Milano Giuliano Pisapia ha salutato in conferenza stampa l’apertura di questo nuovo spazio culturale, uno spazio vibrante, camaleontico, che racchiude una storia e tante ne racconterà.

Ed è proprio riguardo la sua natura di luogo già vissuto connotato da una forte valenza storica, economica e sociale, che Matteo Bartolomeo, Presidente BASE Milano, in merito alla tipologia di recupero applicata alla struttura ha dichiarato “Volevamo che l’anima di questo spazio rimanesse il più possibile intatta”, e noi che ci occupiamo di archeologia industriale, e tanti e tanti luoghi a noi cari abbiamo visto perdere di identità, non possiamo che abbracciare in toto questa linea guida. Il progetto architettonico di BASE Milano è firmato Onsitestudio, che così sottolinea: “Gli elementi aggiunti all’esistente sono immediatamente leggibili per la loro natura differente in relazione ai grandi spazi bianchi e ai pavimenti mantenuti nel loro carattere di originalità, ancora segnati dalle tracce delle attività precedenti.”

30 Marzo 2016 – Festa di apertura di BASE Milano

A partire dal 30 marzo prenderà il via una serie di eventi per accompagnare l’apertura di BASE Milano con una grande festa e con l’inaugurazione della mostra-laboratorio Visual Making.

BASE Milano e il fitto calendario di appuntamenti per il trimestre

Si parte il 30 marzo con l’inaugurazione della mostra-laboratorio Visual Making (30 marzo – 17 aprile), realizzata da Opendot in collaborazione con Claude Marzotto e Daniela Lorenzi, sul tema della sperimentazione grafica tra digital fabrication e stampa artistica artigianale.

Immediatamente a seguire, Book Pride, la fiera degli editori indipendenti promossa da Odei (1- 3 aprile), appuntamenti entrambi che vedono l’editoria come primo ambito di esplorazione.

Si prosegue con la XXI Triennale “21st Century. Design After Design” (2 aprile – 12 settembre), che fa il suo grande ritorno a Milano dopo vent’anni con cinque mesi di mostre ed eventi diffusi. Fra le 20 sedi ufficiali, BASE Milano è stata scelta per ospitare alcune tra le più importanti partecipazioni internazionali.

Il 9 aprile alle ore 19, in occasione di MiArt, BASE Miano festeggia i 10 anni di Le Dictateur, con la presentazione in anteprima della nuova edizione speciale Le Dictateur N.5 a cura di Maurizio Cattelan e Myriam Ben Salah e, a seguire, una grande festa che riunirà la “visual community” di grandi artisti della scena nazionale e internazionale e nomi emergenti che ne hanno fatto parte.

È poi la volta del tanto atteso Fuorisalone milanese. Dal 12 al 17 aprile, BASE Milano si trasforma nel Design Center della Tortona Design Week e ospita una serie di progetti di respiro internazionale in linea con la propria vocazione di piattaforma innovativa dedicata all’integrazione fra idee e produzione culturale.

Terminato il Fuorisalone, la programmazione prosegue: da Design 1o1 (23 aprile – 1 maggio), progetto sperimentale di educazione online/offline, ad Art Lab 16 (19-20 maggio), l’appuntamento della comunità dei professionisti della cultura, che quest’anno fa tappa per la prima volta a Milano, proprio negli spazi di BASE, per parlare di imprese culturali e creative; da Green City Milano (13-15 maggio) a Piano City Milano (20-22 maggio), via via con tante altre sorprese e novità.

INFORMAZIONI BASE Milano
via Bergognone 34
www.base.milano.it (nuovo sito dal 30 marzo)
fb: https://www.facebook.com/BaseMilano.aplaceforculturalproject/
twitter: @basemilano
instagram: Base Milano
hashtag: #basemilano




Archeologia industriale. Palermo – Libro edito da Kalós

Archeologia industriale. Palermo a cura di Daniela Pirrone e Maria Antonietta Spadaro è l’ultimo volume edito da Edizioni d’arte Kalós inserito nella collana Itinerari d’arte.

Archeologia industriale. Palermo è una ricognizione storico-fotografica sulle testimonianze di archeologia industriale presenti sul territorio palermitano.

Oltre ai saggi iniziali che ripercorrono la storia imprenditoriale della città, il testo comprende schede approfondite e sintetiche circa le fabbriche individuate e raggruppate in tre sezioni.

La prima sezione è relativa alle strutture industriali abbandonate come ad esempio la Chimica Arenella, vasto complesso attualmente in stato di abbandono che, in considerazione della splendida posizione si presterebbe a un riuso di notevole pregio per la città.

La seconda parte del volume è attinente alle strutture ancora attive nelle sedi storiche come la ditta Fratelli Contorno, l’unica tra le più antiche industrie conserviere a essere ancora in attività presso il sito originario.

La terza sezione del volume riguarda i siti recuperati e impiegati per le nuove attività un esempio ne sono gli stabilimenti delle industrie San Lorenzo olii-conserve, acquisiti di recente dal gruppo Vita s.r.l. che ne ha avviato un progressivo recupero volto ad ospitare attività commerciali. Altri esempi sono poi Palazzo Petyx, sede dell’opificio Dagnino, che oggi ospita gli uffici della Banca Popolare Sant’Angelo. Anche Banca Nuova.

Si tratta spesso di strutture dalle dimensioni notevoli, che occupano aree rilevanti il cui recupero impone riflessioni che vanno recepite dagli strumenti di pianificazione territoriale, prevedendo pratiche di intervento studiate caso per caso,che comportino inoltre una valorizzazione complessiva del territorio, come mostrano tanti esempi italiano e internazionali.

Un ricco e rappresentativo apparato iconografico completa le schede di questa singolare rassegna su una nuova e suggestiva forma d’arte.

PREZZO SPECIALE PER I LETTORI DI ARCHEOLOGIAINDUSTRIALE.NET

Il volume Archeologia industriale. Palermo è disponibile presso le librerie al prezzo di copertina di 20,00€ e sul sito di Edizioni d’arte Kalós a 17,00€ con uno sconto del 15%.

I lettori di Archeologiaindustriale.net potranno avere il volume al prezzo speciale di 15,00€ inserendo il codice “ARCHEOLOGIAPA” al momento dell’acquisto tramite lo shop online della casa editrice.

Per acquistare Archeologia industriale. Palermo al prezzo speciale a voi dedicato cliccate qui




Viaggio nella Bellezza: I Villaggi Operai su Rai Storia | VIDEO

I villaggi operai vanno in onda su Rai Storia. Lunedì 14 marzo alle ore 22:00 il programma Viaggio nella Bellezza, all’interno del ciclo Abitare Italia, presenta un’intera puntata dedicata ai villaggi operai.


Insediamenti urbani dalle caratteristiche ben definite, i villaggi operai sorgono per raccordare la vita civile dei lavoratori e delle loro famiglie alle esigenze produttive. Attorno alle fabbriche si trovano dunque elementi quali la scuola, il teatro, le case operaie, la chiesa e quant’altro ancora possa facilitare la vita della forza lavoro al fine di incentivarne l’operosità.

Attraverso la puntata di Rai Storia dedicata ai villaggi operai scopriremo i siti di Crespi d’Adda – Patrimonio UNESCO, Torviscosa, Schio e Valdagno.

Viaggio nella Bellezza è un programma nato dalla collaborazione tra la RAI e il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo allo scopo di presentare al grande pubblico il patrimonio culturale e artistico italiano.

La puntata “Abitare nell’età industriale: i villaggi operai“, è stata curata dalle registe RAI Lucrezia Lo Bianco e Alessandra Conforti.

Trailer Viaggio nella Bellezza – Abitare nell’età industriale: i villaggi operai

Archeologiaindustriale.net ha dato il suo supporto per la realizzazione dei contenuti della puntata




La Via della Carta: le cartiere di Lucca e il turismo industriale

Dalla fabbricazione della carta al turismo industriale, nuova vita alle cartiere di Lucca.

Storia della carta a Lucca

La fabbricazione della carta a Lucca ha origini molto lontane nel tempo ed è strettamente legata alla ricchezza di acqua presente nel territorio.
Una prima importante traccia è datata 1307, anno in cui viene creata la Corporazione dei Cartolai a Lucca, i cartolai si dedicavano alla produzione di carta pergamena per scrivere (prodotta con il vello degli animali – ovini e caprini – anche chiamata cartapecora).

La prima vera cartiera a Lucca nasce nella metà del ‘500 nel borgo di Villa Basilica ad opera di Vincenzo Busdraghi. La sede è un vecchio mulino, attrezzato e restaurato, grazie anche all’aiuto economico della famiglia nobile lucchese Buonvisi. Per circa un secolo questa rimane l’unica cartiera nel territorio lucchese.

Intorno alla metà del ‘600 alcune importanti famiglie nobili lucchesi, ed in particolare la famiglia Biagi, cominciano a dedicarsi al business della carta e, alla fine del secolo, nello Stato di Lucca si contano ben 8 cartiere: la cartiera Buonvisi, la cartiera Montecatini a Piegaio, la cartiera Biscotti a Villa Basilica, la cartiera Tegrimi a Vorno, la cartiera del capitano Francesco Pacini a Villa Basilica, la cartiera Grassi, la cartiera di Anchiano e la cartiera di Collodi.

In questo periodo le cartiere dell’area lucchese sono generalmente su tre piani, che corrispondono alle fasi di lavorazione della carta: al pianterreno ci sono il tino (la vasca dove vengono lavati gli stracci) e le pile (sorta di magli di legno mossi ad intervalli regolari da mulini ad acqua per la triturazione degli stracci); al primo piano vengono preparati gli stracci, ultimati i lavori di rifinitura della carta ed eseguito il confezionamento in risme e in balle; all’ultimo piano trova posto lo stenditoio per l’asciugatura.

Le 8 cartiere di questo periodo raggiungono una produzione annuale di 16.000/20.000 risme di carta. Tuttavia proprio questa fioritura di cartiere e la conseguente prosperità portano, verso la fine del ‘600, alla guerra degli stracci: una contesa tra alcuni mercanti che, salpando dal porto di Viareggio vogliono esportare gli stracci, e gli imprenditori delle cartiere, che desiderano conservare in patria la materia prima. Ad ottenere la meglio sono i fabbrichieri della carta, così che l’esportazione degli stracci venne limitata e regolamentata. Il ‘700 si caratterizza come teatro di forti sviluppi nel settore e la carta continua ad essere fonte di un’intensa attività a Lucca.

Si arriva così alle soglie del XIX secolo, che porta con sé la rivoluzione della carta paglia: un farmacista di Villa Basilica, Stefano Franchi, inventa per caso la carta-paglia, ossia la carta gialla usata per imballare. Si tratta di un composto di paglia, calcina e acqua. Grazie a questa “invenzione” può essere creato un prodotto di facile rifornimento e a basso costo. Il successo ottenuto è davvero notevole: basti pensare che nel 1911 la provincia di Lucca “vanta” 106 cartiere artigianali e a conduzione familiare, con circa 1.400 addetti in totale soprattutto donne. Un contesto nel quale proprio la carta-paglia continua ad essere il prodotto principale con 65.000 quintali di produzione l’anno. Tanta è l’importanza della carta-paglia, che proprio nel quartiere lucchese di Borgo Giannotti viene stabilito il prezzo della materia prima (la paglia) e definito il costo di riferimento per tutta Europa.

Nel dopoguerra diverse cartiere attuarono una profonda riconversione industriale modificando i sistemi di lavorazione della carta. Infatti la materia prima che veniva sempre più usata era rappresentata da “carta da macero” e l’asciugamento avveniva a “caldo”: la carta usciva dalla macchina già completamente asciutta. Con questo sistema si sono resi inutili i locali adibiti a “spanditoi” che poi con il passare del tempo sono andati in decadenza. Questa nuova lavorazione ha procurato un notevole incremento della produzione in termini quantitativi; la forza idraulica venne sostituita dalla forza motrice dell’energia elettrica e si rese necessario avere aree a corredo sempre più ampie.

Nel 1971 le cartiere di Lucca sono 211 e proprio negli anni Settanta la carta-paglia viene sostituita dalla produzione di tissue e cartone ondulato, finisce l’era della tanto amata “carta gialla”e nel 1976 una legge, rivolta a proteggere l’acqua come bene ambientale, ne rende, infatti, troppo onerosa la produzione.

Principalmente a causa della mancanza di aree adeguate le storiche famiglie Villesi che hanno prodotto carta in questa valle, si sono trasferite nella piana Lucchese dove, in pochi decenni, hanno permesso a Lucca di diventare il polo cartario più importante d’Italia ed uno dei più importanti d’Europa. Tra queste famiglie i Pasquini, i Perini, e gli Stefani,oggi sono rimaste in attività nella valle di Villa Basilica solo una decina di cartiere.

Video “La carta ritrovata”

https://www.youtube.com/watch?v=vt2y6fhDpEA

Quale futuro per le storiche Cartiere di Lucca?

Cattedrali della carta, i vecchi ruderi non sono stati salvati e riutilizzati in un territorio ad alta vocazione turistica : una sorta di terra di mezzo tra Collodi famosa per “Pinocchio” e Bagni di Lucca antica città termale affollata in ogni periodo dell’anno di turisti inglesi sulle tracce dei poeti Shelley e Byron.

Il turismo non è ancora vissuto come risorsa economica e cosa ancora più grave non esiste una coscienza turistica: consapevolezza dell’importanza che ha e può avere il turismo dal punto di vista economico, occupazionale, di scambio culturale e arricchimento linguistico .

Le istituzioni stanno cominciando a muoversi adesso ed è in preparazione un offerta turistica e culturale che dovrà essere collegata ai sistemi turistici già presenti – dal Parco di Pinocchio a Collodi alle Terme di Montecatini, dal turismo culturale di Lucca e Pistoia, al turismo balneare della Versilia passando dalle strade dell’olio e del vino e il carnevale di Viareggio – si chiamerà La Via della carta” attuato dalla Lucense società pubblico/privata che opera nei settori della ricerca tecnologica industriale.

Sito archeologico industriale: le Cartiere di Lucca
Settore industriale: Industria cartaria
Luogo: Lucca, Toscana, Italia
Proprietà e Gestione: varia
Testo e immagini a cura di: Michela Panigada




“VITA NOVA – gli Edifici Industriali e il riutilizzo a fini culturali” | VI edizione delle Giornate del Restauro

Il 25-26-27 Febbraio 2016 nell’area dell’ex Ceramica Vaccari a Santo Stefano di Magra (SP) avrà luogo “VITA NOVA – gli Edifici Industriali e il riutilizzo a fini culturali”, VI edizione delle Giornate del Restauro.

Le Giornate del Restauro è una iniziativa di CNA Liguria rivolta al mondo dei Beni Culturali sotto l’alto patrocinio del MiBACT che mira ad approfondire ogni anno le diverse tematiche della conservazione, restauro e valorizzazione dei siti di interesse culturale del nostro paese, coinvolgendo gli esperti delle varie discipline che si occupano del settore con interventi mirati sia alla divulgazione tramite conferenze sia alla formazione continua con corsi e seminari.

La VI edizione delle Giornate del Restauro, nello spirito che le ha sempre caratterizzate, affronta il tema della conservazione e della valorizzazione dei siti di interesse culturale e si concentra sugli spazi industriali dismessi. Coerente con il proprio intento questa nuova edizione ha eletto come propria sede un sito particolarmente suggestivo parte del nostro patrimonio industriale: la ex Ceramica Vaccari, ex complesso industriale che già da due anni, per volontà di un’amministrazione comunale particolarmente lungimirante, è oggetto di recupero e riconversione in spazio polifunzionale a vocazione culturale, il Progetto Nova.

Un’area industriale con i suoi edifici, gli impianti, le macchine, i legami con il territorio e la sua storia, ma soprattutto con le donne e gli uomini che vi hanno vissuto ha un valore intrinseco di Bene Culturale che può e deve essere preservato e valorizzato.
Ciò non esclude la possibilità di destinarne gli spazi ad altri usi, processo anzi necessario ad evitarne il degrado, ma senza cancellare i numerosi segni che possiamo leggere e tramandare al futuro.
Destinare queste aree a scopi culturali quando possibile è un’ottima occasione per ottenere lo scopo: archivi, biblioteche, spazi espositivi, laboratori teatrali e musicali permettono alla memoria del passato di rigenerarsi in nuove creatività.

Per questo riprogettare conservando richiede una visione più ampia e più complessa, aperta a diverse competenze in grado di restaurare le strutture senza snaturarle, fornendo gli spazi di servizi utili alle nuove esigenze. Nuove tecnologie a fianco di alte competenze artigianali.

CNA chiama a raccolta le esperienze più significative del campo per approfondire l’argomento nella sessione spezzina e in quella genovese, con una serie di conferenze, visite guidate e 2 distinti seminari specifici per architetti e per restauratori.

Il Corso di Formazione per restauratori sulla Pulitura dei Dipinti Contemporanei è tenuto dal Dott. Paolo Cremonesi e si inserisce nello spirito più profondo del concetto di Restauro: conoscere per conservare, rivolto ad una tipologia di oggetti che dialoga bene nell’ordine di tempo e spazio con le architetture industriali.

Una sessione successiva del si terrà a Genova a Palazzo Tobia Pallavicino della Camera di Commercio il 18 marzo 2018.

Programma

Giovedì 25 Febbraio – Ex Ceramiche Vaccari – ore 14.30
Sala Polifunzionale ex Calibratura – II Piano

Stella SANGUINETTI, Presidente CNA Artistico Liguria – Avvio lavori
Paolo CREMONESI, chimico dei beni culturali
Corso di formazione – 15.00/18.00
Alcuni aspetti teorici ed applicativi della pulitura dei dipinti contemporanei
I parte: la caratterizzazione della superficie da trattare

Venerdì 26 febbraio – Ex Ceramiche Vaccari – ore 9.00
Sala Polifunzionale ex Calibratura
Le aree industriali dismesse e il loro riuso come siti di interesse culturale

Coordina
Stella SANGUINETTI
Saluti
Juri MAZZANTI, Sindaco Santo Stefano Magra
Gianfranco BIANCHI, Presidente Camera di Commercio

Intervengono
Alessandra VESCO, Archivista Associazione Museo Melara
La nostra storia. Il recupero di spazi industriali per fini culturali: il caso OTO Melara.
Luca RINALDI, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio della Liguria
Andrea CANZIANI, Architetto Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Liguria
Fabbriche: il valore della memoria
Serena MIZZAN, Direttore Immaginario scientifico
Immaginario scientifico e archeologia industriale: modelli di riutilizzo.
Massimo MICHELUCCI, Settore Cultura Amministrazione Comunale di Massa,
La Filanda di Forno – Massa, esempio classico di industrializzazione italiana
Venerdì 26 febbraio – ore 15.00/18.00
Sala Polifunzionale ex Calibratura – II piano

Paolo CREMONESI, chimico dei beni culturali
Corso di formazione – 15.30/17.30
Alcuni aspetti teorici ed applicativi della pulitura dei dipinti contemporanei
II parte: definire la composizione dell’ambiente acquoso per il trattamento

Sala Polifunzionale ex Calibratura
Roberto BURLANDO e Luca MAZZARI, Architetti
La Caserma Gavoglio – progettare, conservare e restaurare in historical green building

Sabato 27 Febbraio – ore 9.00
Sala Polifunzionale ex Calibratura

Coordina
Stella SANGUINETTI
Saluti
Gian Oberto GALLIERI, Presidente CNA Restauro nazionale
Gabriele ROTINI, coordinatore CNA Artistico Nazionale
Intervengono
Susanna OGNIBENE, Archivista Fondazione Fincantieri
La Sala Laurenti del Cantiere del Muggiano. Da officina a luogo della memoria.
Simona POLITINI, Presidente Associazione Archeologiaindustriale.net
Dalla cultura del fare al fare cultura, Presentazione del monografico – Archeologia industriale – Luoghi per l’arte e la cultura /Il Calendario del Popolo
Dimitri MAGNANINI, Ingegnere – Studio Archepta
L’Opificio Calibratura – Conservare per R-innovare
Renato LAVARINI, coordinatore candidatura “Ivrea città industriale del XX Secolo” nella Lista del Patrimonio Unesco
Il piano di gestione della città industriale del XX Secolo
Gabriella GRANDI, Presidente di Jump to Sustain-Ability
La conversione degli spazi dismessi in risorse di comunità: metodologie e strumenti di innovazione culturale e sociale

Sabato 27 Febbraio – ore 15.00/18.00
Sala Polifunzionale ex Calibratura – II Piano

Paolo CREMONESI, chimico dei beni culturali
Corso di formazione – ore 15.00/18.00
Alcuni aspetti teorici ed applicativi della pulitura dei dipinti contemporanei
III parte: Definire il modo meno invasivo di applicazione dell’ambiente acquoso
Porteranno il loro contributo un rappresentante della Regione Liguria e dell’Ordine degli architetti.
Iniziativa svolta in collaborazione con gli Ordine degli Architetti di La Spezia e di Genova

Il seminario è stato accreditato presso il CNAPPC e rilascerà nr. 6 crediti per la partecipazione ad entrambe le giornate.

 

Archeologiaindustriale.net è media partner tematico dell’evento

Cliccate qua per scaricare il Programma di VITA NOVA – gli Edifici Industriali e il riutilizzo a fini culturali




JAKOB TUGGENER | Mostra Fotografica al MAST di Bologna

La Fondazione MAST di Bologna presenta, per la prima volta in Italia, due mostre dedicate al fotografo svizzero Jakob Tuggener (1904-1988).

Si apre con Jakob Tuggener il ciclo di esposizioni fotografiche del 2016 proposte dalla Fondazione Mast che promuove speciali esposizioni sui temi dell’industria e del lavoro, sia con immagini della propria collezione di fotografia industriale, sia con opere di raccolte private o archivi spesso inediti.

Jakob Tuggener è considerato uno dei dieci fotografi industriali di maggior spicco che siano mai esistiti. Il suo libro Fabrik (Fabbrica), pubblicato nel 1943, è un saggio fotografico, unico nel suo genere, sulla relazione che lega l’uomo al mondo sempre più minaccioso delle macchine. Quest’opera è considerata una pietra miliare nella storia del libro fotografico, paragonabile a Paris de nuit (Parigi di notte) di Brassaïs del 1933 e a The English at Home (Gli inglesi a casa) di Bill Brandt del 1936. Il talento fotografico di Tuggener era inoltre così versatile da consentirgli di catturare con uguale intensità il mondo dell’industria in tutte le sue sfaccettature e gli sfarzosi balli dell’alta società in un connubio di “seta e macchine”, per usare una definizione da lui stesso coniata. Il tratto distintivo della sua opera è rappresentato da uno sguardo penetrante sulle persone e sugli oggetti del mondo così ravvicinato e attento da risultare quasi invadente, unito a una grande padronanza del gioco di luci e ombre. Le sue immagini cesellate nell’oscurità nero-argentea si stagliano con tale potenza da conferire alla loro poesia una marcata valenza espressionistica.” Così Urs Stahel, direttore della PhotoGallery del MAST e co-curatore della mostra, presenta Jakob Tuggener ed il suo lavoro

La mostra FABRIK 1933–1953 presenta nella Photogallery del MAST oltre 150 stampe originali del lavoro di Tuggener, sia tratte dal suo importante libro fotografico FABRIK – saggio unico nel suo genere con un approccio critico di grande impatto visivo e umano sul tema del rapporto tra l’uomo e la macchina – sia da altri scatti dell’artista che affrontano momenti del lavoro nel suo paese.

Tuggener è stato al tempo stesso fotografo, regista e pittore. Ma si considerava anzitutto un artista – afferma Martin Gasser, co-curatore della mostra -. Influenzato dal cinema espressionista tedesco degli anni Venti, sviluppò una cifra artistica estremamente poetica destinata a fare scuola nel secondo dopoguerra. FABRIK consolidò la fama di Tuggener quale eccezionale fotoartista, aprendogli le porte di prestigiose esposizioni collettive come ‘Postwar European Photography’ del 1953 e ‘The Family of Man’ del 1955 al Museum of Modern Art di New York, o la ‘Prima mostra internazionale biennale di fotografia di Venezia’ del 1957.” In FABRIK Tuggener, oltre a ripercorrere la storia dell’industrializzazione, aveva come finalità, non sempre svelata, di illustrare il potenziale distruttivo del progresso tecnico indiscriminato il cui esito, secondo l’autore, era la guerra in corso, per la quale l’industria bellica svizzera produceva indisturbata.

Le proiezioni NUITS DE BAL 1934–1950 al livello 0 del MAST presentano immagini di balli ed altre occasioni mondane. Tuggener affascinato dall’atmosfera spumeggiante delle feste dell’alta società aveva iniziato a fotografare a Berlino le dame eleganti e i loro abiti di seta, ma è a Zurigo e a St Moritz che con la sua Leica, indossando lo smoking, ha colto le misteriose sfaccettature delle NUITS DE BAL. Riprendeva con il suo obiettivo anche “il lavoro invisibile” dei musicisti, dei camerieri, dei cuochi, dei valletti, dei maître, che FONDAZIONE MAST attraversavano silenti il mondo festoso ed autoreferenziale degli incuranti ospiti. Questi ultimi osteggiarono la pubblicazione del materiale dedicato ai balli, in quanto preferivano rimanere anonimi e non essere visti in intrattenimenti danzanti.

È stato soprattutto il contrasto tra la luminosa sala da ballo e il buio capannone industriale a caratterizzare la percezione della sua opera artistica. Il fotografo stesso, affermando: ‘Seta e macchine, questo è Tuggener’, si collocava tra questi due estremi – spiega ancora Gasser – . Di fatto amava entrambi, il lusso sfrenato e le mani sporche dal lavoro, le donne seducenti e gli operai sudati. Li riteneva di egual valore artistico e rifiutava di essere classificato come un critico della società che contrapponeva due mondi antitetici. Al contrario, gli opposti rientravano appieno nella sua concezione della vita: amava vivere intensamente gli estremi, senza tralasciare le sfumature più tenui tra i due poli”.

Accanto alle 150 immagini delle fabbriche e allo slide show del lavoro sui balli, MAST propone una raccolta di “menabò” di libri fotografici, che lo stesso Tuggener impaginava manualmente.

Inoltre per rappresentare l’eclettismo e l’eccezionalità di questo artista, il percorso è arricchito da FILMATI caratterizzati da una regia dinamica e una tecnica di montaggio che deve molto alle teorie di Ejzenštejn, con passaggi dal campo totale al primo piano:

PROIEZIONI – Continue
MEETING AEREO, 1937, 6’
IL POLSO DEI TEMPI NUOVI, 1938, 12’
IL MULINO DEL LAGO, 1944, 5’
L’ERA DELLA MACCHINA, 1938-70, 30’

Mostre a cura di: Martin Gasser, Urs Stahel
Promosse da: Fondazione MAST
In collaborazione con: Fondazione Jakob Tuggener, Uster; Fondazione Svizzera per la fotografia, Winterthur.

INFORMAZIONI
Fondazione MAST. via Speranza 40-42, Bologna
27 gennaio – 17 aprile 2016
Giorni e orari di apertura: Martedì–Domenica 10.00 – 19.00
Ingresso gratuito

Per ulteriori informazioni visita il sito ufficiale del MAST