ZTC: Crespi d’Adda parte delle Zone a Traffico Culturale Estate 2017

ZTC: Villaggio operaio di Crespi d’Adda e Centrale Taccani in provincia di Bergamo. Ecco i due luoghi, parte del nostro patrimonio industriale, che sono stati scelti per dare vita al progetto Zone a Traffico Culturale che si terrà tra i mesi di giugno e luglio 2017 (sono aperte le iscrizioni, vedi sotto)


Finanziato dalle Fondazioni Cariplo e Peretti, il progetto Zone a Traffico Culturale presentato da Parco Adda Nord e Coclea cooperativa sociale onlus, ha l’ambizione di interpretare artisticamente i luoghi del patrimonio industriale nella valle dell’Adda, facendone cantieri di condivisione culturale.

Oltre a Parco Adda Nord e Coclea Onlus, che ne sono promotori e partner, il progetto coinvolge i comuni di Trezzo sull’Adda, Capriate San Gervasio, Vaprio d’Adda e Cassano d’Adda, luoghi dove si svolgeranno le ZTC.

ZTC – Zone a Traffico Culturale: la poetica

Le culture dell’Adda intrattengono un millenario colloquio col fiume. Una decisiva ragnatela d’acqua sostiene ’economia di questa valle: potente è colui che possiede non latifondi ma concessioni idriche. Sulla riva, l’Adda convoca antiche cartiere, mulini, falegnamerie, tessiture che da fine Ottocento le centrali idroelettriche accelerano in attività industriali: gli impianti Edison di Cornate d’Adda, quello Enel di Trezzo sull’Adda, il villaggio operaio di Crespi d’Adda, la cartiera ex-Binda e la Velluti Visconti di Modrone a Vaprio d’Adda, il Linificio Canapificio Nazionale di Fara d’Adda e Cassano d’Adda. Le località rivierasche, dove l’economia si sgranchisce da agricola a industriale, portano nel nome il proprio segreto d’acqua: mettono al lavoro la dea Adda; mutano in dispositivo idraulico il fiume, che i Celti veneravano in figura di capricciosa divinità. Questa conversione dal sacro all’operoso scandisce un dramma storico in tre atti.

ZTC – Zone a Traffico Culturale: il progetto

Il progetto Zone a Traffico Culturale si articola in 4 appuntamenti nel corso del 2017 e 2018 (ovvero una ZTC estiva e una invernale per ciascun anno di progetto).

Il progetto Zone a Traffico Culturale si divide in una sessione estiva ed una invernale. Entrambe le sessioni – Zone a Traffico Culturale estate 2017 e Zone a Traffico Culturale inverno 2018, si articolano in 4 appuntamenti.

Ogni appuntamento ZTC sarà composto da 3 Masterclass ognuna condotta da un artista professionista. Obiettivo finale condiviso tra le masterclass: mettere in scena una performance aperta al pubblico.

ZTC n. 1- Zone a Traffico Culturale estate 2017: le masterclass

ZTC Masterclass Musica: Cog In The Machine di Morgan 10-17 giugno 2017

Partiamo dal fatto che il mondo digitale proceda da un occultamento: quello dei cavi, prima di tutto. Perché non vuole mostrare l’oscenità dei meccanismi.
Proprio come il mondo classico non rappresentava il realismo dei propri altari sacrificali. Che abbia reso definitivamente immateriale quello che la civiltà dell’elettricità aveva solo cominciato a rendere trasparente? Quali sono le nuove macchine dell’artigianato musicale? Come cablare le nuove macchine in equilibrio tra l’analogico e il digitale? E quale musica queste nuove macchine dovrebbero propagare? Una musica sociale, contro la dispersione – “per evadere dall’evasione” (Fausto Amodei) – , che scopra i garbugli dei cavi fatti di quotidianità, aspirazioni e lotte. Nei luoghi dell’elettricità e del paternalismo, Morgan accompagna a riappropriarsi della macchina attraverso la canzone che abbia memoria e futuro.

ZTC Masterclass Musica: Morgan

Marco Castoldi, in arte Morgan, è nato a Milano il 23 dicembre 1972. È musicista, scrittore, maître à penser, uomo di cultura. Scopre presto la musica, inizia a suonare molto giovane la chitarra, poi passa al pianoforte ed in seguito s’innamora perdutamente del sintetizzatore.
Fonda nel 1991 i Bluvertigo, band per la quale compone musiche e testi, pubblicando dal 1995 album tra i quali Acidi e Basi, Metallo Non Metallo, Zero.
Da solista pubblica dal 2003 Canzoni dell’appartamento (Premio Tenco) Da A a A, E’ Successo a Morgan, Morganicomio. Pubblica il remake di Non al denaro, non all’amore né al cielo inciso nel 1971 da Fabrizio De André ed ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, due volumi di Italian Songbook in cui reinterpreta brani di Piero Ciampi, Sergio Endrigo, Domenico Modugno, Umberto Bindi, Domenico Modugno, Piero Ciampi, Pino Donaggio, I Gufi, Roberto De Simone, Charles Aznavour, Rodolfo De Angelis, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Giorgio Gaber e molti altri. E’ regista teatrale nell’opera lirica Il Matrimonio Segreto di Domenico Cimarosa al Teatro Coccia di Novarae nel 2014 compone le musiche e i brani per l’adattamento teatrale per la regia di Gabriele Russo al testo Arancia Meccanica di Anthony Burgess. In televisione è partecipa come giudice a otto edizioni di XFACTOR e ora è giudice ad AMICI.
Nel 1998 pubblica con Bompiani Dissoluzione e nel 2014 con Einaudi il suo libro autobiografico Il libro di Morgan.

ZTC Masterclass teatro: Corpi al Lavoro di Massimo Negri e Luca Stano 10-17 giugno 2017

Quando un lavoratore firmava il contratto con il Signor Crespi, gli veniva anche assegnato un posto al cimitero del villaggio, per sé e la sua famiglia. Era la prima affermazione di una estrema cura del corpo, o meglio di una cura del corpo in quanto tale. Poi, nella fabbrica, la filatura del cotone, richiedeva una grande quantità di congegni, mossi da forze potenti e spinti agli estremi limiti di velocità, in ambienti insalubri. Il corpo doveva essere presidiato e mantenuto in salute, per essere produttivo. Infine, un altro corpo, quello architettonico, più grande, perfetto e funzionale, racchiudeva i corpi dei lavoratori. I corpi ricordano, parlano, sono il luogo dove il potere si inscrive. I corpi – ridotti a parte insignificante di una massa sterminata di comparse, ritrovano la consistenza della singolarità attraverso una drammaturgia che restituisce voce, suoni, nomi ai loro vissuti irripetibili. Guidati da Massimo Negri e Luca Stano in un percorso tra gli spazi e i dati documentali disponibili, i partecipanti alla masterclass esplicitano nei loro corpi, i vissuti singolari inscritti nei corpi anonimizzati di coloro che a Crespi vissero e lavorarono.

ZTC Masterclass teatro: Massimo Negri

Direttore Scientifico del Master in Museologia Europa all’Università IULM di Milano e docente di museologia all’Università di Padova. Ha collaborato alla progettazione di corsi di alta formazione nel settore dei beni culturali della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Collabora con università, fondazioni e musei di diversi paesi in materia di exhibition planning e di aggiornamento professionale. Membro del Comitato Scientifico del Museo del Duomo di Milano, del Comitato Scientifico del MUSIL di Brescia, del Comitato Scientifico del Museo Fratelli Cervi. È direttore della fondazione olandese European Museum Academy.

ZTC Masterclass teatro: Luca Stano

Attore, regista, drammaturgo e acting coach. Ha iniziato la carriera come autore e attore in Norvegia presso NorgeTV, si diploma come attore presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe”, studia poi a Los Angeles e Londra, lavora in teatro con M. Schmidt, Carrozzeria Orfeo e S. Mabellini.
Diverse le sue regie teatrali e la sua produzione per cortometraggi cinematografici.
Sono molti gli spot tv nazionali di cui è protagonista per la regia, tra gli altri, di L. Lucini e G. Capotondi. Per il cinema ha lavorato di recente come acting coach per l’opera prima “Babylon Sisters” di G. Roccati.

ZTC Masterclass fotografia: Spazi Ritratti di Luca Campigotto

29 e 31maggio luoghi del patrimonio industriale e 6 e 7 giugno a Crespi d’Adda

Se l’aristocrazia si rappresenta nell’incisione e nel ritratto pittorico, l’industria trova la propria immagine di modernità proprio nello sviluppo fotografico. Della centrale idroelettrica «Alessandro Taccani», sull’Adda di Trezzo, si conservano numerose lastre di vetro che restituiscono il cantiere; ugualmente di Crespi d’Adda, villaggio operaio lungo il fiume, oltre un centinaio sono gli sviluppi da lastra di vetro. Questi scatti si collocano esternamente alla scena fotografata, essendo immagini di rappresentanza promosse dalla proprietà: testimoniano efficienza, disciplina, padronanza; rincuorano circa la bontà del progresso tecnico, che offre a tutti un’occasione di miglioramento sociale. Le centrali idroelettriche, le industrie in attività o dismesse rappresentano ancora questo messaggio? Quale genius loci abita i luoghi industriali che attendono la riconversione? Il silenzio e la vastità monumentale di fabbriche, un tempo risonanti di operai e suoni industriali, non inducono nostalgia ma ispirano nuove interpretazioni. La fotografia può forse essere la prima arte capace di trasformare la percezione di questi spazi. Quale punto di vista può interessare il fotografo odierno nel racconto del patrimonio industriale dell’Adda? Come indagare e rappresentare
la mise en intrigue di corpi, luoghi spazi, tempi?

ZTC Masterclass fotografia: Luca Campigotto

Luca Campigotto (Venezia, 23 febbraio 1962) è un fotografo italiano. Si è laureato a Venezia in storia moderna con una tesi sull’epoca delle grandi scoperte geografiche. Dall’inizio degli anni novanta ha legato la propria ricerca al tema del viaggio, realizzando progetti a colori e in bianconero sulle città di notte e i paesaggi selvaggi. I suoi lavori principali sono dedicati a Venezia, Il Cairo, i paesaggi di montagna della Grande Guerra, New York e Chicago. Come ha scritto W. Guadagnini: «[…] le sue fotografie slittano ben presto in un’altra dimensione, che è quella dell’immaginario. Un immaginario che davanti allo spettacolo naturale cerca non un Altro da sé, né la conferma delle proprie certezze, ma i modi per rendere visibile la dismisura dell’emozione».

 

Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla prima ZTC – Zone a Traffico Culturale estate 2017

Tutti i dettagli ed il modulo di partecipazione sono disponibile sul sito www.zoneatrafficoculturale.it




Le centrali idroelettriche Edison in Lombardia | VIDEO

Scopriamo alcune delle centrali idroelettriche Edison in Lombardia, monumenti industriali di particolare bellezza.


Attraverso una serie di video realizzati da Edison, “la più antica società europea nel settore dell’energia e tra le principali società energetiche in Italia”, abbiamo l’opportunità di fare un viaggio alla scoperta di luoghi dal fascino unico che legano sapienza ingegneristica a gusto architettonico, luoghi che raccontano la nostra storia economico-industriale.

Ma prima di tutto è interessante capire come funziona la centrale idroelettrica. Lo scopriamo grazie ad un video sempre prodotto da Edison

 

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La centrale idroelettrica Bertini di Edison

La Centrale idroelettrica Bertini realizzata a Cornate d’Adda (MB), località Porto Inferiore, è la più antica centrale idroelettrica del gruppo Edison. Quando fu inaugurata, nel 1898, era il più grande impianto elettrico d’Europa e il secondo nel mondo… Continua qui

 

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La centrale idroelettrica Esterle di Edison

La centrale idroelettrica Esterle di Cornate d’Adda (MB), fu costruita tra il 1906 e il 1914. La centrale è stata dedicata alla memoria di Carlo Esterle, consigliere delegato della società Edison fino al 1918. Per l’epoca si trattava di un impianto di notevole importanza e capace di produrre 30.000 Kilowatt… Continua qui

 

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La centrale idroelettrica Guido Semenza di Edison

Nel 1917, Edison decise di sfruttare la quota ancora disponibile, nella stagione estiva, dell’energia dell’Adda e fu avviata la costruzione dell’ultimo, il più piccolo, degli impianti dell’Adda, quello di Calusco d’Adda (BG), poi intitolato all’Ing. Guido Semenza (direttore tecnico della società)… Continua qui

 

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Le centrali di S. Stefano, Venina e Publino di Edison

Gli impianti idroelettrici Edison denominati Armisa, Publino, Zappello, Vedello, Venina utilizzano le acque dei torrenti che nascono dalle Prealpi Orobie, tra cui i principali sono Malgina, Armisa, Caronno, Livrio, Venina, e dei loro affluenti, a loro volta affluenti di sinistra dell’Adda

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La centrale Antonio Pitter di Malnisio oggi Museo & Science Centre

La centrale idroelettrica “Antonio Pitter” di Malnisio in provincia di Pordenone è uno splendido esempio di archeologia industriale riconvertito in Science Centre dove è possibile ripercorrerne la storia e comprenderne il funzionamento.

La centrale idroelettrica di Malnisio e la sua storia

Situata nel contesto naturale della pedemontana pordenonese, la Centrale idroelettrica “Antonio Pitter” di Malnisio si inserisce in un sistema di impianti per lo sfruttamento idroelettrico del torrente Cellina, realizzato agli inizi del ‘900, grazie all’intuizione e al progetto di Aristide Zenari, giovane ingegnere del Regio Genio Civile.

Alla fine dell’800, Zenari si rese conto che la stretta forra del Cellina ben si prestava ad uno sfruttamento idroelettrico. Il progetto prevedeva la costruzione di una diga in località Rugo Valfredda, lo scavo in roccia di un lungo canale adduttore con 57 ponti-canale e arcate di sostegno e con 5 gallerie e la realizzazione di tre centrali a Malnisio (1905), a Giais (1908) e in località Partidor (1919), inizialmente per alimentare la sola Venezia, quindi consentendo il decollo di numerose attività industriali nel Veneto e in Friuli.

Il progetto prese avvio nel marzo del 1900, sotto la direzione degli ingegneri Aristide Zenari per la parte idraulica e civile e Antonio Pitter per quella elettrotecnica. Più di duemila tra minatori, scalpellini, muratori, carpentieri, scarriolanti e donne portatrici lavorano alacremente per cinque anni nella serie di cantieri che si snodano dalla diga, lungo il canale adduttore, nelle centrali di Malnisio e Giais e nei rispettivi canali di scarico.

In funzione dal 1905 – con il suo sistema di quattro turbine tipo Francis Riva-Monnert accoppiate ai rispettivi alternatori Tecnomasio Italiano Brown-Boveri da 2.600HP – la Centrale chiude definitivamente la produzione nel 1988, uscendo indenne dai due conflitti mondiali e dal sisma del ’76 e mantenendo tutti i macchinari perfettamente intatti e conservati. Per la trasmissione alle stazioni rilevatrici, la corrente, qui generata alla tensione di 4.000 Volt, veniva elevata con due trasformatori monofase a 30.000 Volt (quello che allora era considerato il massimo potenziale), successivamente sostituiti da altri trifasi, che elevarono la tensione a 60.000 Volt.

Il Museo della Centrale di Malnisio e Science Centre 

Dopo la chiusura del 1988 delle tre centrali (Malnisio, Giais e Partidor), l’Enel, allora proprietaria della struttura, conscia del grandissimo valore culturale e ambientale della Centrale, accarezza l’idea di farne un museo dell’idroelettrico, procedendo anche con il recupero, nelle sue diverse centrali distribuite in Italia, e con il trasporto presso la Centrale di Malnisio stessa di macchinari dismessi di interesse storico-tecnico.

Il progetto di recupero della Centrale viene poi ripreso dal Comune di Montereale Valcellina: questi, acquisitane la proprietà, ha potuto iniziare l’intervento di recupero grazie a finanziamenti della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Comunità Europea, ma anche grazie all’associazione di ex dipendenti della Centrale, che hanno fornito la loro preziosa collaborazione.

Nel 2006, in occasione del centenario della Centrale, è stato restaurato il fabbricato principale, adibito a sala macchine, e l’ingresso della struttura ad est, inaugurando così il museo della “Centrale di Malnisio”.

Fin dal principio, il Museo, in tutte le sue attività di organizzazione e assistenza alle visite guidate per il pubblico generico e scolastico, è stato affidato all’Immaginario Scientifico – già gestore del museo della scienza interattivo di Trieste – che nel luglio 2007 insedia nell’ex Centrale una nuova sede del Science Centre Immaginario Scientifico, con la sezione di exhibit interattivi Fenomena e l’attivazione di un programma di attività didattiche laboratoriali.

Da settembre 2017 la ex centrale idroelettrica di Malnisio è tornata sotto la gestione del Comune di Montereale Valcellina,  accogliendo pubblico scolastico e generico, per lo più da tutta la regione Friuli Venezia Giulia e dal Veneto.

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Il Museo della Centrale di Malnisio è Anchor Point ERIH Italia

 

 

Sito archeologico industriale: La Centrale idroelettrica “Antonio Pitter” di Malnisio
Settore industriale: Settore Energia
Luogo: Malnisio, Pordenone, Italia
Proprietà e Gestione: Proprietà e gestione Comune di Montereale Valcellina