Turismo industriale: a Ivrea si fa il punto con la Seconda conferenza internazionale

La Seconda conferenza internazionale sul turismo industriale si terrà a Ivrea venerdì 1 e sabato 2 dicembre 2023, un’occasione importante per un dibattito su questo particolare settore dell’attività turistica che sta riscuotendo un crescente interesse. L’appuntamento è presso gli spazi di Officina H, in via Monte Navale 2, da dove può anche iniziare un itinerario attraverso Ivrea, intesa come città industriale ideale, legata alla visione di Adriano Olivetti e che dal 2018 è sito Unesco.

Ivrea

Via Jervis, Officine ICO, progetto di Luigi Figini, Gino Pollini, Ivrea ©ph. G.Bartoli

Da Ivrea al mondo per riscoprire il patrimonio industriale

Ivrea, Città industriale del XX secolo, è cornice ideale per un evento dedicato a quello specifico segmento dell’industria turistica che è il turismo industriale. Come per la prima edizione, a ospitare la Conferenza internazionale sul turismo industriale sarà la grande sala di oltre 5.000 mq denominata Officina H, parte di quel sito Unesco diffuso che meraviglia e stupisce chi decida di inoltrarsi da turista tra le architetture industriali di Ivrea, che, tra i suoi punti di interesse conta anche via Jervis, “la strada più bella del mondo”, come la definì l’architetto Le Corbusier durante la sua visita agli stabilimenti Olivetti.

Dopo la prima edizione della Conferenza tenutasi giusto un anno fa, dunque, Ivrea e Canavese tornano al centro del dibattito nazionale e internazionale e dello sviluppo del comparto del turismo industriale e della responsabilità sociale d’impresa.

Durante due giorni di dibattiti con gestori di musei di impresa, archivi e altri siti di turismo industriale, istituzioni, enti, imprese, associazioni culturali e operatori turistici, in primo piano è dunque il turismo industriale che, all’estero come in Italia, valorizza, promuove e rende fruibili per i visitatori i luoghi del lavoro e della produzione, sia quelli ancora in uso sia quelli trasformati e rigenerati.

La Seconda conferenza internazionale sul turismo industriale è organizzata da Confindustria Canavese, con il Gruppo Turismo Cultura e Sport, e Federturismo Confindustria, con la collaborazione di Confindustria Piemonte, Unione industriali di Torino e Archivio Storico Olivetti e con il patrocinio di numerosi enti pubblici e privati.

L’innovazione per un turismo industriale consapevole e attento all’identità dei territori

La Conferenza internazionale sul turismo industriale è occasione di riflessione e confronto fra diverse competenze e prospettive, partendo dall’eredità del progetto olivettiano. Quattro i panel previsti: I patrimoni industriali e culturali e L’innovazione al servizio del turismo durante la prima giornata, Gli esempi dal mondo e Identità e futuro: comunicazione e formazione durante la seconda.

Tantissimi gli esperti che si alterneranno sul palco durante le due giornate di evento, tra loro: Gaetano di Tondo, Presidente Sezione Turismo Confindustria Canavese; Roberto Adamoli, Direttore Rapporti Istituzionali FAI; Angelo Argento, Presidente Cultura Italiae; Franco Bernabè, Presidente UNESCO Italia; Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa; Bartolomeo Corsini, Presidente Fondazione Guelpa; Cristina Natoli, Commissario commissione Pnrr Pniec – Mase; Manuel Ramello, Vicepresidente AIPAI; Cesare Verona, Presidente e Ad Aurora; Laura Zegna, Presidente Commissione Turismo Confindustria Piemonte; Filippo Ghisi, Coordinatore sito Patrimonio Mondiale UNESCO “Ivrea, città industriale del XX Secolo”; Francesco Calabrò, ICOMOS / Università degli studi Reggio Calabria; Luigi Cantamessa, Direttore Generale Fondazione FS; Emanuele di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi Nomisma; Barbara Greggio, Assessore Commercio e Sviluppo Economico, Attività Produttive, Turismo, Montagna, Unesco, Gemellaggi, Urbanistica Commerciale Città di Biella; Mirko Lalli, Founder & CEO The Data Appeal Company; Quang Ngo Dinh, CEO OLIVETTI; Giorgio Ravasio, Site Manager Crespi D’Adda; Agostino Scialfa, Presidente Filiera Turismo e Cultura Confindustria Emilia; Caterina Tantillo, Direzione Generale Creatività Contemporanea Ministero della Cultura; Edoardo Colombo, Presidente Turismo Italiae; Renzo Iorio, Vice Presidente Vicario Federturismo Confindustria; Paolo Conta, Presidente Confindustria Canavese; Luisa Bocchietto, Presidente World Design Organization (WDO); Maddalena Chimisso, ICOMOS/Università degli studi del Molise; Lamberto Mancini, Direttore Generale Fondazione EXPO2030 Roma; Walter Mariotti, Direttore Editoriale Domus; PierPaolo Peruccio, Professore Ordinario di Design Politecnico di Torino – Europe Regional Advisor WDO; Francesca Peyron, Project manager Mazzini Lab Benefit / SOS Heritage / SOS Archivi; Massimo Preite, Board Member European Routes Industrial Heritage; Paolo Verri, Urban Practitioner; Elena Testa, CIAN – Archivio Nazionale Cinema Impresa; Valentina Barbieri, Co-Fondatrice Rinascimento Industriale; Edoardo Currà, Presidente AIPAI; Luigi Emanuele di Marco, Social Media Manager Olivetti Spa; Roberto Busso, Vice Presidente Associazione Marchi Storici d’Italia; Jacopo Bello, Responsabile Comunicazione MakeComo; Danilo Moriero, Segretario Generale Città dei Motori; Stefano Zordan, Co-Fondatore OLI (Adriano Olivetti Leadeship Institute).

Accanto alle sessioni convegnistiche, sarà anche possibile per tutto il weekend 1-3 dicembre 2023 visitare il sito Unesco di Ivrea, i musei e luoghi di visita ad esso connessi, oltre ad altri musei d’impresa e siti di interesse nel Canavese, nel Torinese e nelle altre province piemontesi. Insomma, un modo per sperimentare in prima persona questo tipo di turismo innovativo e coinvolgente.

Infine, un’anticipazione: Ivrea, insieme a tutto il Canavese, sarà uno dei territori regionali coinvolti in Torino, Capitale della cultura d’impresa 2024.

Qui il programma integrale dell’evento.

 

di Paola Sammartano




Archeologiaindustriale.net festeggia i suoi 10 anni sulla rivista Architetti Notizie

Su Architetti Notizie − rivista trimestrale edita dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova − è stato pubblicato un articolo sul progetto Archeologiaindustriale.net. Questa è la notizia.

E questa sono invece io che parlo, Simona Politini, fondatrice di Archeologiaindustriale.net.

Quando qualche mese fa sono stata contatta dall’architetto Alessandro Zaffagnini, parte del Comitato di Redazione della rivista Architetti Notizie, per raccontare di Archeologiaindustriale.net sul nuovo numero dedicato al patrimonio industriale, ho pensato fosse una bella occasione per celebrare i 10 anni del progetto, che il 14 novembre del 2013 andava online con il suo primo articolo. Da allora sono successe, e non successe, tante cose, che riassumo qui, una sintesi del passato e uno sguardo al futuro.

Questo articolo, dunque, lo dedico a tutti quelli che hanno creduto nel progetto, a tutte le persone che ho incontrato mosse dalla mia stessa passione, persone che ho poi perso, persone che ho ritrovato, persone che non se ne sono mai andate, e anche alle persone che incontrerò. Perché Archeologiaindustriale.net è ancora qui per dare la voce al nostro passato industriale riscoprendo insieme la radice di ciò che siamo oggi.

Prima di condividere con voi l’articolo, desidero ringraziare l’architetto Zaffagnini e invitarvi a richiedere il numero integrale della rivista (qui i contatti). Una sintesi perfetta, anche attraverso l’uso dichiarato e trasparente di ChatGPT, di come in questa “archeologia” passato e futuro si intrecciano senza soluzione di continuità.

Architetti Notizie

Alla scoperta del patrimonio industriale

Archeologiaindustriale.net un progetto online per ricordare la storia e ispirare il futuro

Il futuro è di chi ha un grande passato”. Queste parole non sono state pronunciate da un eminente storico rapito dalla maestosità del Colosseo, così recitava lo spot pubblicitario della nuova Alfa Romeo Giulietta Sprint che, nel 2015, attraverso la televisione, sfrecciava davanti ai nostri occhi di fianco a sua sorella di 60anni più vecchia, quel primo modello che tanto aveva fatto sognare gli amanti della velocità e del design di stampo italiano. Perché, quando la tecnologia accelera succede che la percezione del tempo si comprime, e pure concetti consolidati possono assumere nuove dimensioni. Si parla così di reperti di archeologia industriale. Coperture a shed, ciminiere, colonne in ghisa lavorate. Centrali idroelettriche, cotonifici, paraboloidi, cartiere. Storie di cose e di persone. Sono tutti elementi del nostro patrimonio industriale che ci raccontano dell’ingegno che è stato, in un passato non poi troppo lontano, ma che sa già di antico. Ed è così che tra un manuale di storia dell’arte moderna e le lettere di Jackson Pollock, questa materia, l’archeologia industriale appunto, ha inaspettatamente attirato la mia attenzione durante il corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali tanto da scriverci la tesi: “L’oro di Sicilia. L’industria zolfifera siciliana e la miniera Floristella 1825-1987”. Da quel 2001 sono passati poi diversi anni, e l’acquisizione di varie competenze tra cui la comunicazione online, sino a che nel 2013 va online il progetto Archeologiaindustriale.net. I monumenti del lavoro (https://archeologiaindustriale.net/). La sintesi di quello che ero, una storica dell’arte, e di quello che sono adesso, una giornalista specializzata sui temi della trasformazione digitale.

Compie dunque 10 anni questo novembre il primo sito web 2.0 (che a dirlo oggi fa quasi sorridere visto che ormai si parla di web 5.0, ma come detto sopra: la tecnologia corre veloce) dedicato alla promozione del nostro patrimonio archeologico industriale. Tanti i luoghi presenti all’interno del progetto (ad oggi circa 100), tra questi: la miniera di zolfo Floristella in Sicilia, naturalmente; la Grande Miniera di Serbariu e il Museo del Carbone in Sardegna; le miniere di lignite ed il MINE Museo delle Miniere e del Territorio di Cavriglia. La fabbrica Fernet Branca e la Collezione Branca; la ex fabbrica, l’Archivio Storico e Museo Birra Peroni a Roma; il Birrificio Menabrea di Biella; la fabbrica di liquirizia Amarelli in Calabria. E ancora: la centrale idroelettrica Taccani di Trezzo sull’Adda; la centrale Antonio Pitter di Malnisio oggi Museo & Science Centre; la centrale idroelettrica di Fies in Trentino – Alto Adige; la ex centrale termoelettrica Montemartini divenuta sede museale all’interno del Polo Espositivo dei Musei Capitolini. I mirabili esempi di villaggi operai quali: Crespi d’Adda in provincia di Bergamo, Patrimonio Unesco il cui corpo di fabbrica nel 2013 è stato acquisito dal gruppo Percassi; il Villaggio Leumann in Piemonte; la città di Schio e il Lanificio Rossi in Veneto. E le forme più contemporanee di essi come: Ivrea, la città di Olivetti; Dalmine; Metanopoli; e anche il Villaggio Eni di Borca di Cadore pensato per lo svago dei dipendenti dove da diversi anni ha trovato casa il Progetto Borca realizzato da Dolomiti Contemporanee. L’ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica in Sicilia; il Molino Stucky a Venezia, ora Hilton Molino Stucky Venice, e altri ancora.

Ma Archeologiaindustriale.net è anche un palco da dove lanciare un appello per il patrimonio a rischio, come nel caso dell’ex merlettificio Turk di Pinerolo. Una vetrina dove promuovere libri sul tema. Uno spazio dove comunicare eventi (svolgendo anche il ruolo di media partner tematico in diverse occasioni) e novità del settore. Un luogo virtuale di connessioni, dal quale passano, alle volte anche accidentalmente navigando sul web, appassionati, esperti, curiosi, per chiedere suggerimenti su come valorizzare un proprio bene, presentare ricerche da pubblicare, o magari semplicemente prenotare una visita guidata credendo erroneamente di trovarsi sulla pagina ufficiale del complesso industriale dove si intende andare.

Oggi, guardando indietro a questi dieci anni, posso dire che tanti traguardi inattesi sono stati raggiunti da Archeologiaindustriale.net, una macchina che guido da sempre in solitaria: pubblicazioni di articoli, partecipazioni a convegni, persino all’interno del Parlamento organizzato personalmente − Il Patrimonio industriale in Italia. Da spazi vuoti a risorsa per il territorio −, una mostra in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano – Metamorfosi Urbane –, e anche una menzione speciale al Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale – Europa Nostra Awards. Certo, non sono mancate anche le delusioni e la convinzione che si sarebbe potuto fare di più se solo in questo Paese la cultura avesse davvero un ruolo da protagonista nell’economia. Ad ogni modo, Archeologiaindustriale.net, c’è, esiste e va avanti per tutti quelli che riescono a vedere il bello oltre la funzionalità, per chi riconosce nella scintilla del metallo fuso il genio che forgia la storia.




AIPAI Photo Contest 2023, al via la competizione per la migliore fotografia del patrimonio industriale

Al via all’AIPAI Photo Contest 2023, il concorso fotografico realizzato in collaborazione con: DICEA – Università Sapienza di Roma, Do.co.mo.mo Italia, Fondazione AEM (Milano), Fondazione ISEC (Sesto San Giovanni), Fondazione Maire Tecnimont (Roma), Fondazione musil (Brescia), RoMe Museum Exhibition e Rete Fotografia.

Sensibilizzare e promuovere la cultura dell’industria, la memoria del lavoro, il patrimonio architettonico, tecnologico e paesaggistico dell’archeologia industriale. È questo l’obiettivo dell’AIPAI Photo Contest 2023, il concorso che punta ad esaltare attraverso l’arte della fotografia tutta la profondità, la ricchezza umana e economica, la bellezza delle linee pure e funzionali, che costituiscono il nostro patrimonio industriale italiano.

Chi può e come partecipare all’AIPAI Photo Contest 2023

Il contest fotografico è aperto a professionisti, amatori, raggruppamenti temporanei o permanenti, associazioni, senza limiti di età e nazionalità.

Sono 11 le macro aree tematiche da sviluppare attraverso lo scatto fotografico (da un minimo richiesto di 3 ad un massimo di n. 6 scatti inediti per autore) in formato digitale: macchine e cicli produttivi storici del patrimonio industriale, città e territori dell’industria, paesaggi della produzione, infrastrutture e patrimonio urbano, la costruzione per l’industria: innovazione tecnologica e sperimentazione di materiali, tecniche e procedimenti, memoria dell’industria e del lavoro, storia e cultura del lavoro, conservazione restauro e recupero, riuso e pratiche di rigenerazione, immagini e comunicazione dell’industria, turismo industriale: esperienze di fruizione e mobilità.

Sarà possibile iscriversi all’AIPAI Photo Contest sino alle ore 24.00 del 30 settembre 2023.

I premi del concorso fotografico sul patrimonio industriale

La giuria procederà alla selezione dei venti migliori scatti cui verrà assegnata menzione e tra i quali sarà individuato il vincitore. Gli scatti selezionati per le menzioni, il primo premio ed il premio Mecenati di giovani talenti under 35 sostenuto dalla Fondazione Maire Tecnimont saranno proclamati in occasione del RoMe Museum Exhibition e successivamente esposti in una mostra itinerante.

Gli scatti vincitori e menzionati verranno pubblicati in un numero monografico della rivista “Patrimonio Industriale”. Al primo classificato verrà riconosciuta una somma in denaro di euro 1000 (iva inclusa) per l’utilizzo delle immagini.

In questa edizione AIPAI riserva a fotografi under 35 il Premio Mecenati di Giovani Talenti sostenuto quest’anno dalla Fondazione Maire Tecnimont che prevede: la pubblicazione degli scatti vincitori sulla rivista “Patrimonio Industriale”, una mostra e la sottoscrizione di un contrato d’opera con la Fondazione Maire Tecnimont avente ad oggetto la realizzazione di una campagna fotografica dedicata al patrimonio storico e archivistico della Fondazione Maire Tecnimont, per un corrispettivo di Euro 1.000 (IVA esclusa).

 

 




La Guida al turismo industriale, luoghi inediti del nostro passato e futuro

È uscita in libreria la Guida al turismo industriale, per chi ha voglia di farsi stupire dalla scoperta di luoghi non convenzionali, per chi è in grado di scorgere la bellezza anche dentro forme funzionali, per chi è appassionato di cultura materiale e storia di impresa.

Gallery: alcuni dei siti presenti nella Guida al turismo industriale

Scritta dall’esperto di patrimonio industriale Jacopo Ibello, cofondatore e presidente dell’associazione Save Industrial Heritage e membro del direttivo dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (Aipai), la Guida al turismo industriale si pone l’obiettivo di portare il lettore alla scoperta di città, siti, musei e fondazioni riconducibili alla civiltà industriale del nostro Paese, per sperimentare un’Italia diversa dall’immagine che comunemente ne abbiamo.

La Guida al turismo industriale, realizzata da Morelli Editore, ha una struttura molto pratica e di semplice fruizione. Per ogni regione italiana la guida presenta una serie di schede tutte corredate dalle informazioni di servizio utili per la visita (giorni e orari di apertura, costi, telefono, sito) e dalle coordinate Gps per raggiungere le località al di fuori dei consueti itinerari turistici (miniere, saline, ecc). In chiusura del volume c’è una sezione Eventi elenca le principali iniziative nazionali dedicate alla cultura industriale.

Guida al turismo industriale

La Guida al turismo industriale: alla scoperta del patrimonio italiano

Negli ultimi anni, il patrimonio industriale è diventato un tema d’interesse anche per il turismo: sono nati ovunque percorsi locali e regionali, reti di musei e veri e propri sistemi di promozione del territorio. E il nostro Paese è in prima linea nella valorizzazione di questa grande risorsa che comprende sia l’archeologia industriale – fabbriche dismesse, musealizzate o riconvertite a nuove funzioni – sia la cosiddetta cultura d’impresa, che include i musei e gli archivi aziendali e le visite all’interno di impianti industriali ancora attivi

Dal Piemonte fino alla Sardegna, sono quasi 300 le schede raccolte in questa guida suddivisa per regioni e aree geografiche che oltre a tracciare un nuovo profilo del made in Italy, vuole disegnare parallelamente la storia socio-economica della nostra Penisola a partire dalle sue industrie e manifatture. La Guida al turismo industriale è un viaggio appassionante che evidenzia lo stretto legame tra le produzioni di ogni tipo e i territori e le culture di appartenenza, dal distretto dell’automobile torinese alle grandi officine marittime, passando per i villaggi operai di fine Ottocento, fino agli esempi industriali “illuminati” novecenteschi – tra i quali spicca il caso Olivetti –, e alle produzioni autoctone come il marmo toscano, la liquirizia calabrese o le saline siciliane.

Non da ultimo, nella Guida al turismo industriale sono segnalati molti siti industriali oggi riconvertiti a luoghi della cultura, dove sono ospitate mostre di arte contemporanea, eventi, spettacoli e molto altro, com’è il caso del Villaggio ENI a Borca di Cadore, la Fondazione Pirelli o, ancora, l’avveniristica MAST – Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna.

La Guida al turismo industriale è già acquistabile in libreria oppure sui canali online come Amazon, Feltrinelli e altri.