Crespi d’Adda festeggia 30 anni nel Patrimonio Unesco

Il 5 dicembre il villaggio operaio di Crespi d’Adda festeggia 30 anni dall’inserimento lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Per l’occasione, proprio nella cornice di Crespi d’Adda (Bg) verrà proiettato in anteprima internazionale il film “Utopie del lavoro” di Alessandro Melazzini, nell’ambito del festival Produzioni Ininterrotte.

Crespi d’Adda Patrimonio Unesco, un sogno che prende forma

Il 5 dicembre 1995, grazie alla epica iniziativa di alcuni giovani studenti universitari di Capriate San Gervasio (Bg) determinati a tutelarla da possibili speculatori che stavano per affacciarsi all’orizzonte, Crespi d’Adda, veniva inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, un riconoscimento internazionale che ne consacrava il valore storico, architettonico e sociale. “Un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, che vide la luce in Europa e nell’America del Nord tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, espressione della filosofia predominante tra gli industriali illuminati nei riguardi dei loro operai”. È con questa motivazione che il Comitato per il Patrimonio Mondiale UNESCO accolse, nel 1995, il villaggio operaio bergamasco nella World Heritage List, undicesimo sito in Italia, terzo in Lombardia, quinto al mondo per l’archeologia industriale.

A trent’anni dal riconoscimento, Crespi d’Adda celebra una importante rinascita. Grazie, infatti, al progetto, alla visione e all’impegno dell’Associazione Crespi d’Adda, partner dell’Amministrazione Comunale di Capriate San Gervasio, il villaggio operaio è passato da una situazione di decadenza industriale e degrado sociale alla ribalta internazionale, affermandosi come uno dei più importanti siti di turismo industriale ancora abitati: oggi, in questo segmento turistico, è secondo solo al museo Ferrari di Maranello, come numero di visitatori, ed è considerato un vero e proprio modello di riferimento a livello nazionale e internazionale, citato o ospitato anche nelle conferenze internazionali sul turismo industriale.

Il riconoscimento UNESCO ha garantito negli anni una costante attenzione alla tutela del suo patrimonio architettonico e urbanistico, trasformando Crespi d’Adda in un simbolo di conservazione e valorizzazione storica. Ma non solo: il borgo ha saputo reinventarsi come laboratorio culturale capace di dialogare con generazioni diverse, coinvolgendo la comunità, le scuole, studiosi e visitatori in un racconto vivo e condiviso.

Progetti sulla memoria storica, laboratori sul “saper fare”, la creazione del Museo Partecipato, il festival di letteratura del lavoro, Produzioni Ininterrotte – giunto alla settima edizione – e diverse iniziative messe in campo negli anni, hanno reso Crespi d’Adda un luogo dove la cultura è diventata la nuova linfa vitale. Dalla produzione del cotone nella grande fabbrica fondata nel 1878 da Benigno Crespi, ferma dal 2004, il borgo è passato a produrre idee, visioni e bellezza. Una metamorfosi che ha riacceso l’interesse turistico, riportato al villaggio attività commerciali, spazi di ristoro e accoglienza, e restituito a Crespi d’Adda il ruolo di protagonista nel panorama culturale italiano. Quello di Crespi d’Adda è anche un modello dove la cultura è stata motore di lavoro concreto coinvolgendo in maniera diretta o indotta circa un centinaio persone: sei persone assunte, venticinque guide professioniste e quasi sessanta collaboratori per lo più studenti del territorio coinvolti in laboratori e visite guidate. Recentemente, inoltre, l’Associazione Crespi d’Adda con l’Unesco Visitor Centre è stato insignito del premio internazionale Mario Bagnara 2025 per la categoria “Migliore iniziativa di sensibilizzazione e promozione dei valori UNESCO in ambito turistico”, riconoscimento dedicato a enti del turismo, istituzioni, associazioni e operatori del territorio che, attraverso la loro attività, mirano a informare, educare e sensibilizzare i visitatori e le comunità locali, soprattutto le giovani generazioni, alla tutela dei beni patrimonio mondiale.

Cuore delle attività culturali e turistiche è proprio l’UNESCO Visitor Centre di Crespi d’Adda, info point ufficiale di Crespi d’Adda riconosciuto da Regione Lombardia. Sorto come scuola ai tempi della famiglia Crespi, oggi ospita lo staff di Associazione Crespi d’Adda, composto da residenti locali, giovani volontari e professionisti di settore. Dal 2017 ne gestisce infatti l’attività turistica e culturale. Ospita la biglietteria, il bookshop, l’archivio storico, le sale per conferenze e laboratori dedicati alle scuole e il museo per conoscere la storia della famiglia Crespi e del loro villaggio, rimasto immutato nel tempo e tutt’ora abitato.

Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda dichiara: “Festeggiamo trent’anni trascorsi lavorando assiduamente per assicurare a Crespi d’Adda un futuro diverso da quello di chi immaginava di “completare” il disegno urbanistico di Cristoforo Benigno Crespi con condomini, casette e un supermercato. Ho sempre pensato che il futuro del nostro Paese passasse, non dal cemento, ma dalla cultura e dalla sua valorizzazione e i 30.000 visitatori transitati dall’Unesco Visitor Centre lo scorso anno dimostrano che questa è stata la strada giusta da percorrere. Ci sono voluti quasi tre decenni da quando Andrea Biffi e Enzo Galbiati, eroi civili di questa vicenda, contattarono gli uffici Unesco di Parigi ma è indubbio che, grazie allo sviluppo culturale e turistico, oltre alla creazione del Visitor Centre, epicentro delle iniziative di promozione, molti luoghi che erano stati chiusi da anni sono ritornati a vivere grazie a capaci imprenditori che hanno creduto nel progetto e investito sul territorio generando economia, posti di lavoro, una rinnovata vitalità cittadina e un incremento della sicurezza al villaggio contribuendo, oltre che alla sua tutela, alla crescita esponenziale del valore degli edifici a beneficio di tutti i proprietari, incentivandone l’abbellimento estetico. Oggi, a differenza di quarant’anni fa, Crespi d’Adda è finalmente un luogo dove si possono coniugare i verbi al futuro.”

“Crespi d’Adda. Utopie del lavoro”, il 5 dicembre in anteprima il film di Alessandro Melazzi

Oggi, questo villaggio sospeso tra passato e futuro torna protagonista, non solo come luogo, ma come racconto. Il 5 dicembre, in occasione del 30° anniversario dell’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, nell’ambito di Produzioni Ininterrotte, il Festival di letteratura del lavoro, Crespi d’Adda ospiterà al teatro dell’Unesco Visitor Centre la proiezione in anteprima internazionale di “Crespi d’Adda. Utopie del lavoro”, un film interamente dedicato alla sua storia e alla sua anima. Un’opera che intreccia immagini, testimonianze e suggestioni per restituire al pubblico lo spirito di una comunità che ha fatto della dignità del lavoro e della bellezza del vivere un modello unico al mondo e che restituisce l’identità profonda di un luogo che continua a inspirare. La proiezione è aperta a cittadini, studiosi e appassionati e sarà l’occasione per riflettere sul valore della memoria, sulla forza del patrimonio industriale e sul futuro di un sito che, pur radicato nella storia, guarda con coraggio alle sfide del presente.

Il film “Crespi d’Adda. Utopie del lavoro” di Alessandro Melazzini sarà presentato alla presenza del regista e dei protagonisti: Walter Mariotti, giornalista, saggista e direttore editoriale della rivista Domus; Alessandra Selmi autrice del romanzo Al di qua del fiume ambientato a Crespi d’Adda ai tempi della famiglia Crespi; l’architetto Mario Claudi che ha vissuto in una “company town” milanese, Antonella Checchi, architetta studiosa del tema e Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda.

Alessandro Melazzini è un documentarista italiano naturalizzato tedesco. Vive tra Monaco di Baviera e Bormio, è nato a Sondrio e si è laureato in economia politica alla Bocconi di Milano e in filosofia ad Heidelberg. Dopo aver lavorato come autore, giornalista e traduttore freelance ha autoprodotto il suo primo film documentario e, nel 2010, fondato la propria casa di produzione: Alpenway Media GmbH. Come regista e/o produttore di documentari collabora con RAI, ARD, ZDF e ARTE. I suoi film si caratterizzano per una estrema ecletticità e partecipano regolarmente ai festival internazionali.

Per informazioni: www.crespidadda.it
Tel. +39 02 90939988
mail: info@crespidadda.it | Facebook @crespidadda | Instagram @crespidadda11:23 19/11/2025




AIPAI Photo Contest 2024, l’archeologia industriale si mette in posa

Si dà il via alla terza edizione dell’AIPAI Photo Contest, in palio tre premi da 1000 euro, la pubblicazione sulla rivista “Patrimonio Industriale” e l’esposizione in una mostra itinerante degli scatti vincitori, menzionati e selezionati.

Aipai photo contest 2024

AIPAI Photo Contest è organizzato dall’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale ETS in collaborazione con: DICEA – Università Sapienza di Roma, Do.co.mo.mo Italia, Ministero della Cultura – Segretariato generale – Ufficio UNESCO, Fondazione AEM (Milano), Fondazione ISEC (Sesto San Giovanni), Fondazione Maire Tecnimont (Roma), Fondazione musil (Brescia), RoMe Museum Exhibition e Rete Fotografia.

Ideato per sensibilizzare e promuovere la cultura dell’industria, la memoria del lavoro, il patrimonio architettonico, tecnologico e paesaggistico dell’archeologia industriale, il concorso è rivolto a fotografi professionisti, amatori, studenti, raggruppamenti temporanei o permanenti, associazioni, senza limiti di età e nazionalità che potranno raccontare, documentare, rappresentare il patrimonio industriale attraverso un progetto fotografico, da presentare entro le ore 00.00 del 20 ottobre 2024.

AIPAI Photo Contest 2024: le aree tematiche

Gli autori sono invitati a riflettere su una delle macro aree tematiche:

  • macchine e cicli produttivi storici del patrimonio industriale
  • città e territori dell’industria
  • paesaggi della produzione
  • infrastrutture e patrimonio urbano
  • la costruzione per l’industria: innovazione tecnologica e sperimentazione di materiali, tecniche e procedimenti
  • memoria dell’industria e del lavoro
  • storia e cultura del lavoro
  • conservazione restauro e recupero
  • riuso e pratiche di rigenerazione
  • immagini e comunicazione dell’industria
  • turismo industriale: esperienze di fruizione e mobilità e mobilità
  • pratiche di seconda vita del patrimonio archeologico industriale

AIPAI Photo Contest 2024: i premi

Al primo classificato dell’AIPAI Photo Contest 2024 verrà riconosciuta una somma in denaro di euro 1000 per l’utilizzo delle immagini; la novità di questa terza edizione è il premio speciale Appia Moderna e Industriale, incentrato sui temi dell’accordo di collaborazione scientifica tra AIPAI e il Ministero della Cultura, dedicato alla promozione e gestione del patrimonio moderno e industriale del sito candidato per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale UNESCO “Via Appia. Regina Viarum”, al cui vincitore sarà destinato un contratto d’opera con AIPAI avente ad oggetto la realizzazione di una campagna fotografica dedicata ad una estensione del tema proposto su Appia Moderna e Industriale, per un corrispettivo di euro 1.000.

Si riconferma, inoltre, il Premio Mecenati di Giovani Talenti, che AIPAI ha voluto riservare a fotografi under 35, sostenuto anche quest’anno dalla Fondazione MAIRE, con cui si prevede la sottoscrizione, entro il 2025, di un contratto d’opera con la Fondazione MAIRE avente ad oggetto la realizzazione di una campagna fotografica dedicata al patrimonio storico e archivistico del gruppo MAIRE, per un corrispettivo di euro 1.000.

 

Tutte le informazioni per partecipare sul sito web AIPAI

 




I Musei d’impresa come asset di competitività nella cultura aziendale, l’incontro a Milano

La riflessione sui musei d’impresa come veicolo di cultura e strumento di competitività, testimonianza dell’intelligenza creativa, del lavoro e dell’innovazione attraverso il linguaggio espositivo, al fianco delle istituzioni territoriali e delle possibilità di finanziamento, è il tema dell’incontro organizzato dal Centro per la cultura d’impresa e la Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi – Musei d’Impresa, la cultura d’impresa come asset di competitività – che si terrà il prossimo 23 maggio presso la Camera di commercio, via Meravigli 9/b, Milano, alle ore 17:00.

La Camera di commercio rappresentata dal Membro di Giunta, Enrico Brambilla, insieme al Presidente del Centro per la cultura d’impresa, Danilo Broggi, accoglieranno i partecipanti al dibattito. Interverranno sul tema Guido Guerzoni, manager dei beni culturali e docente presso l’Università L. Bocconi; Carolina Lussana, Vicepresidente Fondazione Dalmine (immagine in copertina) e Vicepresidente di Museimpresa; Annalisa Rossi, Direttore della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia e Alessandro Corbetta, Consigliere della Regione Lombardia.

L’incontro è anche l’occasione per presentare il nuovo volume di Massimo Negri, con l’introduzione di René Capovin e la postfazione di Antonio Calabrò, dal titolo Esporre Interpretare Comunicare. Come realizzare un museo d’impresa, editori Centro per la cultura d’impresa – Rubbettino. Sarà presente Massimo Negri con un intervento a conclusione.

Esporre Interpretare Comunicare. Come realizzare un museo d’impresa

Esporre Interpretare ComuicareI musei aziendali crescono, in Italia, in Europa, nel mondo. Crescono in quantità, in dimensioni e in qualità interpretando la storia e l’attualità dei più diversi settori economici diventando spesso luoghi di incontro tra la cultura dell’impresa e quella degli altri mondi che con l’impresa interagiscono quotidianamente.

I musei d’impresa hanno sovente una dimensione internazionale e adottano molteplici linguaggi rivolti a un pubblico potenzialmente universale pur conservando le proprie radici territoriali. Diventano così portatori di contenuti sempre nuovi anche nel modo di comunicarli.

I musei d’impresa documentano la vitalità dell’intraprendenza, dell’intelligenza creativa, del lavoro e dell’innovazione di una comunità attiva, produttiva, socialmente inclusiva. Si rivelano asset di competitività, non solo per l’impresa protagonista ma anche per la comunità di riferimento. Sono un intreccio tra il passato e le prospettive di sviluppo: “una storia al futuro”. Museo luogo vivo, dunque. Veicolo della cultura d’impresa che ha come strumento specifico la “potenza” del linguaggio espositivo.

Per fare un museo di questo tipo non basta la passione collezionistica (ovviamente indispensabile), ma occorre un serio e articolato lavoro di squadra che chiama in causa competenze diversificate, a volte di alta specializzazione. Per orientarsi nella sua progettazione, in sintonia con l’evoluzione della comunicazione e con le sensibilità, le curiosità, i punti di vista che emergono nella società contemporanea, occorre quindi un metodo. La strutturazione di un procedimento e la conoscenza dello stato dell’arte sono elementi imprescindibili per lo sviluppo concreto di un progetto museale. Proprio la progettazione di un ambiente così complesso ed affascinante nelle sue dimensioni tangibili e/o immateriali è il tema di questo libro. Uno strumento per orientarsi, conoscere esperienze internazionali e comprendere i meccanismi del museo come macchina comunicativa e come luogo in cui dare valore e prospettive alla cultura d’impresa.




Apre il MAI – Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto a Maglie

Sarà inaugurato sabato 2 marzo il MAI – Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto a Maglie in provincia di Lecce.

Il MAI racconta protagonisti e aspetti della storia imprenditoriale di Terra d’Otranto e in particolare della città di Maglie; contribuendo così a documentare parte del processo di industrializzazione della Puglia.

Il MAI – Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto a Maglie

MAI - Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto a Maglie Il museo MAI è allestito all’interno di una delle principali attività che si svolgevano a Maglie: quella dell’ebanisteria, nelle Officine Artistiche Mobili d’Arte dei F.lli Piccinno; una nota fabbrica di mobili e dal 1926 magazzino per la lavorazione premanifatturiera dei tabacchi orientali.
Il Museo pertanto, diviene importante non solo per ciò che rappresenta (“raccontare” la storia della produzione industriale di Terra d’Otranto e della cittadina di Maglie), ma perché è un elemento complementare di un più vasto percorso di valorizzazione e integrazione con il territorio.

La decennale ricerca svolta è stata finalizzata nel ricostruire la memoria storica dei luoghi del lavoro, attraverso la conoscenza del “paesaggio industriale” costruito e della sua evoluzione tecnologica, in un’area fortemente vocata allo sviluppo di alcune produzioni, soprattutto quelle legate all’agroalimentare. Pertanto, due spazi “raccontano” il passato industriale: il primo dedicato alla città di Maglie e alle attività produttive dell’industria agroalimentare e manifatturiera; il secondo all’industria di Terra d’Otranto. Uno spazio allestito con un teatro virtuale e due postazioni in modalità VR (Virtual Reality).

L’istituzione di un Museo del Patrimonio Industriale rappresenta per Maglie la realizzazione di un polo culturale in uno spazio che fa parte della memoria collettiva della cittadina stessa. L’idea progettuale è stata quella di realizzare un luogo attivo, un generatore di eventi, di percorsi didattici, di aggregazione e animazione culturale.

Un progetto condiviso dal territorio

Tutto questo è stato possibile, grazie alle oltre 40 donazioni fatte dalle persone – soprattutto magliesi – che hanno creduto in questo progetto, già dai primi passi mossi nel 2002. In questi anni sono state donate, da parte di familiari e conoscenti, macchine, mobili, attrezzi, oggetti, utensili, quadri, diplomi e altro, utilizzati o appartenuti ai loro antenati; questi “pezzi” costituiscono l’“anima” del museo, senza però nulla togliere alle eleganti strutture espositive che illustrano sia le attività industriali che i “capitani d’industria”.

Il MAI – Museo ArcheoIndustriale di Terra d’Otranto è stato ideato dall’architetto Antonio Monte ricercatore del CNR-ISPC e vice presidente di AIPAI-Associazione Italiana per il patrimonio Archeologico Industriale con la consulenza scientifica del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (CNR-ISPC) e il coordinamento scientifico dell’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI) svolto da Renato Covino.




Villaggio Leumann e la ex Ceramica Vaccari vincono il bando Ecosistemi culturali

Sono ben due i progetti che riguardano siti di archeologia industriale tra i sei vincitori del bando “Ecosistemi culturali”. Stiamo parlando del villaggio operaio alle porte di Torino, il Villaggio Leumann, e della ex Ceramica Ligure Vaccari di Ponzano Magra, frazione di Santo Stefano Magra in provincia di La Spezia.

Il bando Ecosistemi culturali

Secondo i dati Istat, in circa il 15% dei comuni italiani si registra un’assenza di offerta di attività artistica di qualsiasi tipo, con effetti negativi sul benessere complessivo delle comunità, sull’attrattività del territorio e sul suo sviluppo economico. Il bando “Ecosistemi culturali”, promosso da Fondazione CDP ha dunque il fine di sostenere iniziative capaci di valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico italiano nei Comuni con meno di 100mila abitanti.

Il bando ha messo a disposizione 720.000 euro (importo incrementato rispetto agli iniziali 500.000) a favore di ONG nazionali e internazionali, ONLUS, associazioni e cooperative che presentino proposte capaci di promuovere ogni forma di arte visiva, digitale, performativa e letteraria, attraverso strumenti innovativi di valorizzazione del territorio, al fine di incrementarne l’attrattività.

Il patrimonio artistico e culturale italiano rappresenta un valore inestimabile per il nostro Paese, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Gli aspetti sociali derivanti dalla fruizione di attività culturali costituiscono infatti delle leve strategiche per la formazione di competenze e di idee per tutte le generazioni, ma anche per il contrasto di altri fenomeni che inficiano lo sviluppo del capitale umano, come la dispersione scolastica e il calo demografico. Per questo, consentire l’accesso a iniziative culturali anche lontano dalle grandi città significa fornire una risposta aggiuntiva allo spopolamento di alcune aree e a favore della coesione sociale dei nostri territori”, ha dichiarato il Presidente di Fondazione CDP, Giovanni Gorno Tempini, come riporta il comunicato ufficiale del Ministero della Cultura.

I vincitori del bando Ecosistemi culturali

Selezionati da una commissione di esperti, composta da membri delle Istituzioni, tra cui il Ministero della Cultura, accademici e rappresentanti di alcune tra le principali associazioni di categoria nell’ambito culturale, i progetti porteranno alla realizzazione di nuove residenze d’artista, musei diffusi, laboratori d’arte, produzioni cinematografiche e festival creativi in sei regioni italiane: Liguria, Piemonte, Veneto, Campania, Basilicata e Puglia.

Nello specifico, sono state selezionate queste realtà con i relativi progetti:

  • Associazione Culturale Kòres che attraverso un percorso esperienziale porterà alla riscoperta del Villaggio Leumann, storico sito produttivo nel Comune di Collegno alle porte di Torino in Piemonte, anche attraverso la costruzione di partenariati con altri villaggi industriali europei;
  • Isforcoop Ets che, nell’ambito di un partenariato pubblico-privato punta a valorizzare in ottica eco-museale, il sito dismesso della Ceramica Vaccari di Ponzano Magra in Liguria, anche attraverso la costituzione di un museo diffuso;

E anche:

  • Cooperativa Sociale Spazi Padovani «Sedimenta», che intende realizzare tre residenze artistiche, coinvolgendo i giovani e le Istituzioni locali in percorsi di formazione e stimolando, anche, il turismo sostenibile nella zona del Delta del Po, in Veneto;
  • Associazione Culturale Kuziba, che proseguirà l’esperienza de “La città bambina” manifestazione che intende riflettere, attraverso laboratori d’arte, spettacoli teatrali e numerose altre attività, sul tema del calo demografico nei comuni di Corato, Andria e Isole Tremiti, in Puglia;
  • Cooperativa sociale Immaginaria Onlus che proseguirà il percorso di riscoperta di Palazzo D’Avalos, storica dimora borbonica e istituto penitenziario situato nell’Isola di Procida in Campania, anche attraverso la realizzazione di un cortometraggio sulla sua storia;
  • Associazione Gommalacca, che prevede l’attivazione di spazi artistici dove prenderanno vita spettacoli, performance, attività ludiche e formative attraverso la partecipazione delle comunità locali, nelle città di Potenza, Forenza e Sasso di Castalda, in Basilicata.

Carla Federica Gutermann, erede dei Leumann e promotrice del progetto con Korès ha dichiarato: “Vogliamo il Villaggio Leumann come luogo di forte impatto storico dove passato e futuro si incontrano in un percorso immersivo ed emozionale in sinergia con l’innovazione tecnologica. Verranno quindi realizzati contenuti multimediali quali video, audio, foto che approfondiranno il contesto culturale e turistico con elementi e strategie coinvolgenti di fruizione”.

 




Turismo industriale: a Ivrea si fa il punto con la Seconda conferenza internazionale

La Seconda conferenza internazionale sul turismo industriale si terrà a Ivrea venerdì 1 e sabato 2 dicembre 2023, un’occasione importante per un dibattito su questo particolare settore dell’attività turistica che sta riscuotendo un crescente interesse. L’appuntamento è presso gli spazi di Officina H, in via Monte Navale 2, da dove può anche iniziare un itinerario attraverso Ivrea, intesa come città industriale ideale, legata alla visione di Adriano Olivetti e che dal 2018 è sito Unesco.

Ivrea

Via Jervis, Officine ICO, progetto di Luigi Figini, Gino Pollini, Ivrea ©ph. G.Bartoli

Da Ivrea al mondo per riscoprire il patrimonio industriale

Ivrea, Città industriale del XX secolo, è cornice ideale per un evento dedicato a quello specifico segmento dell’industria turistica che è il turismo industriale. Come per la prima edizione, a ospitare la Conferenza internazionale sul turismo industriale sarà la grande sala di oltre 5.000 mq denominata Officina H, parte di quel sito Unesco diffuso che meraviglia e stupisce chi decida di inoltrarsi da turista tra le architetture industriali di Ivrea, che, tra i suoi punti di interesse conta anche via Jervis, “la strada più bella del mondo”, come la definì l’architetto Le Corbusier durante la sua visita agli stabilimenti Olivetti.

Dopo la prima edizione della Conferenza tenutasi giusto un anno fa, dunque, Ivrea e Canavese tornano al centro del dibattito nazionale e internazionale e dello sviluppo del comparto del turismo industriale e della responsabilità sociale d’impresa.

Durante due giorni di dibattiti con gestori di musei di impresa, archivi e altri siti di turismo industriale, istituzioni, enti, imprese, associazioni culturali e operatori turistici, in primo piano è dunque il turismo industriale che, all’estero come in Italia, valorizza, promuove e rende fruibili per i visitatori i luoghi del lavoro e della produzione, sia quelli ancora in uso sia quelli trasformati e rigenerati.

La Seconda conferenza internazionale sul turismo industriale è organizzata da Confindustria Canavese, con il Gruppo Turismo Cultura e Sport, e Federturismo Confindustria, con la collaborazione di Confindustria Piemonte, Unione industriali di Torino e Archivio Storico Olivetti e con il patrocinio di numerosi enti pubblici e privati.

L’innovazione per un turismo industriale consapevole e attento all’identità dei territori

La Conferenza internazionale sul turismo industriale è occasione di riflessione e confronto fra diverse competenze e prospettive, partendo dall’eredità del progetto olivettiano. Quattro i panel previsti: I patrimoni industriali e culturali e L’innovazione al servizio del turismo durante la prima giornata, Gli esempi dal mondo e Identità e futuro: comunicazione e formazione durante la seconda.

Tantissimi gli esperti che si alterneranno sul palco durante le due giornate di evento, tra loro: Gaetano di Tondo, Presidente Sezione Turismo Confindustria Canavese; Roberto Adamoli, Direttore Rapporti Istituzionali FAI; Angelo Argento, Presidente Cultura Italiae; Franco Bernabè, Presidente UNESCO Italia; Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa; Bartolomeo Corsini, Presidente Fondazione Guelpa; Cristina Natoli, Commissario commissione Pnrr Pniec – Mase; Manuel Ramello, Vicepresidente AIPAI; Cesare Verona, Presidente e Ad Aurora; Laura Zegna, Presidente Commissione Turismo Confindustria Piemonte; Filippo Ghisi, Coordinatore sito Patrimonio Mondiale UNESCO “Ivrea, città industriale del XX Secolo”; Francesco Calabrò, ICOMOS / Università degli studi Reggio Calabria; Luigi Cantamessa, Direttore Generale Fondazione FS; Emanuele di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi Nomisma; Barbara Greggio, Assessore Commercio e Sviluppo Economico, Attività Produttive, Turismo, Montagna, Unesco, Gemellaggi, Urbanistica Commerciale Città di Biella; Mirko Lalli, Founder & CEO The Data Appeal Company; Quang Ngo Dinh, CEO OLIVETTI; Giorgio Ravasio, Site Manager Crespi D’Adda; Agostino Scialfa, Presidente Filiera Turismo e Cultura Confindustria Emilia; Caterina Tantillo, Direzione Generale Creatività Contemporanea Ministero della Cultura; Edoardo Colombo, Presidente Turismo Italiae; Renzo Iorio, Vice Presidente Vicario Federturismo Confindustria; Paolo Conta, Presidente Confindustria Canavese; Luisa Bocchietto, Presidente World Design Organization (WDO); Maddalena Chimisso, ICOMOS/Università degli studi del Molise; Lamberto Mancini, Direttore Generale Fondazione EXPO2030 Roma; Walter Mariotti, Direttore Editoriale Domus; PierPaolo Peruccio, Professore Ordinario di Design Politecnico di Torino – Europe Regional Advisor WDO; Francesca Peyron, Project manager Mazzini Lab Benefit / SOS Heritage / SOS Archivi; Massimo Preite, Board Member European Routes Industrial Heritage; Paolo Verri, Urban Practitioner; Elena Testa, CIAN – Archivio Nazionale Cinema Impresa; Valentina Barbieri, Co-Fondatrice Rinascimento Industriale; Edoardo Currà, Presidente AIPAI; Luigi Emanuele di Marco, Social Media Manager Olivetti Spa; Roberto Busso, Vice Presidente Associazione Marchi Storici d’Italia; Jacopo Bello, Responsabile Comunicazione MakeComo; Danilo Moriero, Segretario Generale Città dei Motori; Stefano Zordan, Co-Fondatore OLI (Adriano Olivetti Leadeship Institute).

Accanto alle sessioni convegnistiche, sarà anche possibile per tutto il weekend 1-3 dicembre 2023 visitare il sito Unesco di Ivrea, i musei e luoghi di visita ad esso connessi, oltre ad altri musei d’impresa e siti di interesse nel Canavese, nel Torinese e nelle altre province piemontesi. Insomma, un modo per sperimentare in prima persona questo tipo di turismo innovativo e coinvolgente.

Infine, un’anticipazione: Ivrea, insieme a tutto il Canavese, sarà uno dei territori regionali coinvolti in Torino, Capitale della cultura d’impresa 2024.

Qui il programma integrale dell’evento.

 

di Paola Sammartano




Produzioni Ininterrotte 2023: il Festival di Letteratura del Lavoro a Crespi d’Adda

Parte il 5 di ottobre per concludersi il 24 novembre Produzioni Ininterrotte, un mese e mezzo di eventi multidisciplinari per celebrare il lavoro e la storia industriale italiana nella splendida cornice del villaggio operaio di Crespi d’Adda, patrimonio Unesco.

Festival produzioni Ininterrotte 2023

La quinta edizione di Produzioni Ininterrotte

Dal 7 ottobre al 24 novembre, Crespi d’Adda, il suggestivo villaggio operaio Unesco tra Bergamo e Milano, si prepara ad accogliere la quinta edizione di Produzioni Ininterrotte. Questo eccezionale Festival di Letteratura del Lavoro offre un mese e mezzo di eventi concepiti per raccontare e celebrare il mondo del lavoro in tutte le sue sfumature. Un’ampia gamma di linguaggi multidisciplinari restituirà il valore e i principi fondamentali del lavoro come forza motrice di cambiamento per comunità, menti e società.

Un mese e mezzo di eventi multidisciplinari

Questo festival presenta oltre trenta appuntamenti, tra cui incontri con autori, storici, artisti e musicisti, performance teatrali, Ted Circle, una mostra e visite guidate. Questi eventi offriranno al pubblico l’opportunità di esplorare e conoscere le eccellenze e le produzioni italiane, i luoghi fisici del lavoro, la creatività, l’imprenditorialità e le storie che li circondano. Il tutto in un continuum che abbraccia passato, presente e futuro, rappresentato dalle “produzioni ininterrotte”. È importante sottolineare che tutti gli eventi, ad eccezione delle visite guidate, sono ad ingresso libero.

Ospiti di Prestigio

La quinta edizione di Produzioni Ininterrotte vanta ospiti di spicco, tra cui Michelangelo Pistoletto, Giorgio Bigatti con Renè Capovin e Fabrizio Trisoglio, Massimo Bernardi, Massimo Preite, Massimo Negri, Andrea Sangiovanni, Aldo Villagrossi, Alberto Ambrosio, Roland Erulo, Alberto Prunetti, Elisa Oggioni, Gastone Garziera, Silvio La Corte, Fausto Bertinotti, Enzo Galbiati, Jacopo Ghilardotti con Piero Maranghi e Ciro Frank Schiappa, Antonio Gerardo D’Errico con Carlo Farricciotti, Franca Cavagnoli, Elena Cologni e Gabi Scardi.

Un Viaggio nell’Evoluzione Tecnologica

Nel programma di Produzioni Ininterrotte 2023, dal 7 al 22 ottobre, spicca la mostra “Computer Stories: Scene da un Passato Prossimo”, che racconta l’evoluzione delle tecnologie informatiche, dall’era di Alan Turing fino al contemporaneo mondo degli smartphone. La mostra presenterà quaranta esemplari iconici, offrendo un affascinante viaggio nella storia della rivoluzione informatica degli ultimi 70 anni.

Le Tracce dell’Archeologia Industriale

Inoltre, le visite guidate rappresenteranno un’opportunità unica per esplorare luoghi eccezionali di archeologia industriale nel territorio bergamasco e lombardo. Questi luoghi, abbandonati o ancora in funzione, testimoniano l’operosità e la produzione, nonché la fatica, il sudore e la determinazione degli individui coinvolti. Alcuni dei luoghi di interesse includono il villaggio Crespi d’Adda, sito Unesco; la centrale idroelettrica e il cotonificio di Crespi d’Adda; la centrale idroelettrica Italgen di Vaprio d’Adda, la filanda Rasica di Osio Sopra, il Museo della Valle dell’Adda (Muva) e i rifugi antiaerei di Dalmine.

Un Laboratorio per una Nuova Identità del Lavoro

Il Festival Produzioni Ininterrotte è nato a Crespi d’Adda grazie all’Associazione Crespi d’Adda e, quest’anno, in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, si estende a tutto il territorio bergamasco e lombardo. Crespi d’Adda, un simbolo del lavoro italiano, europeo e mondiale, è oggi un laboratorio sperimentale per la costruzione di una nuova identità del lavoro. Come spiega Giorgio Ravasio, ideatore del festival e presidente dell’Associazione Crespi d’Adda, “Vogliamo essere un modello per tutto il Paese. L’Italia ha, nel suo patrimonio e nella seria professionalizzazione del lavoro culturale, la materia prima per la ripartenza dell’economia e per ricostruirsi un futuro ma deve, prima di tutto, ripartire dalla scuola e dalla formazione delle nuove generazioni che vanno educate ed abituate a riconoscere il valore e l’importanza della nostra storia, evitando la banalizzante superficialità che è oggi dilagante“. Produzioni Ininterrotte 2023 rappresenta un importante passo verso la valorizzazione della cultura del lavoro e del patrimonio storico italiano.




AIPAI Photo Contest 2023, al via la competizione per la migliore fotografia del patrimonio industriale

Al via all’AIPAI Photo Contest 2023, il concorso fotografico realizzato in collaborazione con: DICEA – Università Sapienza di Roma, Do.co.mo.mo Italia, Fondazione AEM (Milano), Fondazione ISEC (Sesto San Giovanni), Fondazione Maire Tecnimont (Roma), Fondazione musil (Brescia), RoMe Museum Exhibition e Rete Fotografia.

Sensibilizzare e promuovere la cultura dell’industria, la memoria del lavoro, il patrimonio architettonico, tecnologico e paesaggistico dell’archeologia industriale. È questo l’obiettivo dell’AIPAI Photo Contest 2023, il concorso che punta ad esaltare attraverso l’arte della fotografia tutta la profondità, la ricchezza umana e economica, la bellezza delle linee pure e funzionali, che costituiscono il nostro patrimonio industriale italiano.

Chi può e come partecipare all’AIPAI Photo Contest 2023

Il contest fotografico è aperto a professionisti, amatori, raggruppamenti temporanei o permanenti, associazioni, senza limiti di età e nazionalità.

Sono 11 le macro aree tematiche da sviluppare attraverso lo scatto fotografico (da un minimo richiesto di 3 ad un massimo di n. 6 scatti inediti per autore) in formato digitale: macchine e cicli produttivi storici del patrimonio industriale, città e territori dell’industria, paesaggi della produzione, infrastrutture e patrimonio urbano, la costruzione per l’industria: innovazione tecnologica e sperimentazione di materiali, tecniche e procedimenti, memoria dell’industria e del lavoro, storia e cultura del lavoro, conservazione restauro e recupero, riuso e pratiche di rigenerazione, immagini e comunicazione dell’industria, turismo industriale: esperienze di fruizione e mobilità.

Sarà possibile iscriversi all’AIPAI Photo Contest sino alle ore 24.00 del 30 settembre 2023.

I premi del concorso fotografico sul patrimonio industriale

La giuria procederà alla selezione dei venti migliori scatti cui verrà assegnata menzione e tra i quali sarà individuato il vincitore. Gli scatti selezionati per le menzioni, il primo premio ed il premio Mecenati di giovani talenti under 35 sostenuto dalla Fondazione Maire Tecnimont saranno proclamati in occasione del RoMe Museum Exhibition e successivamente esposti in una mostra itinerante.

Gli scatti vincitori e menzionati verranno pubblicati in un numero monografico della rivista “Patrimonio Industriale”. Al primo classificato verrà riconosciuta una somma in denaro di euro 1000 (iva inclusa) per l’utilizzo delle immagini.

In questa edizione AIPAI riserva a fotografi under 35 il Premio Mecenati di Giovani Talenti sostenuto quest’anno dalla Fondazione Maire Tecnimont che prevede: la pubblicazione degli scatti vincitori sulla rivista “Patrimonio Industriale”, una mostra e la sottoscrizione di un contrato d’opera con la Fondazione Maire Tecnimont avente ad oggetto la realizzazione di una campagna fotografica dedicata al patrimonio storico e archivistico della Fondazione Maire Tecnimont, per un corrispettivo di Euro 1.000 (IVA esclusa).

 

 




Da Ivrea parte la Prima conferenza internazionale sul turismo industriale

Si è tenuta ieri, venerdì 2 dicembre 2022, la Prima conferenza internazionale sul turismo industriale. La location scelta per l’evento non poteva essere più significativa: Ivrea, la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento e dal 2018 sito Unesco, e più propriamente l’Officina H che vediamo qui nell’immagine scattata dal fotografo di architettura Gianluca Giordano (alcuni eccellenti scatti dell’artista che riprendono la città industriale di Adriano Olivetti).

Ivrea - Officina H. ph Gianluca Giordano

Ivrea – Officina H. ph Gianluca Giordano

Da Ivrea il turismo industriale affascina e conquista

Sala gremita di ospiti quella della Prima conferenza internazionale sul turismo industriale (come è possibile vedere dal video Rai dell’evento) organizzata da Federturismo, Confindustria Canavese e il Gruppo Turismo – Cultura – Sport. E del resto non poteva essere diversamente, considerando il lento ma sempre crescente interesse verso il patrimonio industriale che si sta diffondendo anche nel nostro Paese, e in considerazione anche del programma fitto di ospiti (Programma Prima conferenza nazionale sul turismo industriale – Ivrea 2 dicembre 2022) che ha visto anche sul palco il Ministro del Turismo Daniela Santanchè

“La cultura industriale, che stiamo imparando a riscoprire, ci consente di toccare con mano, in prima persona, il tessuto stesso di cui è fatta la storia della nostra nazione; costituisce la nostra stessa identità, cosa l’Italia sa fare e cosa ci ha resi ciò che siamo. Grazie al turismo industriale si mantiene vivo il legame tra giovani e territorio, attraverso le realtà industriali che hanno costituito e costituiscono il cuore pulsante dell’economia italiana, il motore del Pil, lo strumento essenziale che ha permesso di creare e rendere grande nel mondo il marchio del “Made in Italy”. Made in Italy che si valorizza anche tramite l’apertura di musei industriali di brand storici che favoriscono il racconto della nostra Nazione attraverso un turismo mirato che rimette al centro la storia del secondo paese manifatturiero più grande d’Europa”, afferma il Ministro Santanchè come riporta il comunicato ufficiale di Federturismo Confindustria.

Alla riscoperta dei territori attraverso il patrimonio industriale

“La forza evocativa dei grandi brand industriali italiani è innegabile, si lega alla storia dell’Italia e al nostro ‘saper fare’ – afferma Marina Lalli, Presidente di Federturismo Confindustria -. Sono molte le imprese che hanno belle storie da raccontare e noi nella narrazione siamo voluti partire proprio dalla città industriale di Ivrea: un grande progetto che rispondeva alle trasformazioni industriali e sociali in atto e che ha saputo dimostrare come industria, tecnologia, bellezza e necessità delle persone possano convivere perfettamente. La visita alle fabbriche dismesse, agli archivi aziendali, ai musei e agli impianti industriali ancora attivi porta il turista a conoscere il territorio da un’altra angolazione e ad apprezzarlo per le produzioni e i vecchi stabilimenti che lo caratterizzano. E’ importante che le imprese raccontino le loro origini e la loro storia per trasmettere anche alle nuove generazioni la cultura d’impresa e i suoi valori”.

“Confindustria Canavese è convinta che riuscire a valorizzare la propria storia può servire non soltanto ad attrarre i turisti, ma indirettamente può anche permettere di attrarre capitali e investimenti, creare opportunità di business e promuovere l’insediamento di nuovi abitanti e nuove comunità – dichiara Gaetano di Tondo, Presidente del Gruppo Turismo, Cultura e Sport di Confindustria Canavese -. Mettere in risalto le produzioni e le aziende del territorio attraverso lo sviluppo di azioni di turismo industriale non è soltanto importante per conoscere la storia economica di un’area e sviluppare le specifiche attività turistiche, ma può risultare anche estremamente importante per le stesse imprese produttive e di servizi che in tali territori operano. Tale forma di turismo può rappresentare, cioè, un elemento distintivo, uno strumento per creare empatia con propri importanti clienti, fornitori o referenti di rilievo, per fare comprendere quanto sia bello, unico, attrattivo e interessante il luogo in cui esse hanno sede, così come sono belli, unici, attrattivi e interessanti i propri prodotti o servizi”.




L’Archeologia Industriale in podcast-geolocalizzati su Loquis

Archeologiaindustriale.net lancia il nuovo canale podcast sulla piattaforma Loquis, un modo diverso per raccontare il nostro patrimonio industriale descrivendolo attraverso le sfumature che solo la voce sa dare.

Archeologia industriale podcast loquis

Clicca sull’immagine e vai sul canale Loquis di Archeologia Industriale

Podcast, il piacere dell’ascolto in numeri

Secondo i dati della 3ª edizione della Ipsos Digital Audio Survey pubblicata ad ottobre 2021, la ricerca che misura l’ascolto e la modalità di fruizione di tutte le forme di Digital Audio, i podcast si confermano un’opportunità preziosa per il mondo editoriale e dell’intrattenimento. Il dato monitorato dall’indagine, “l’ascolto dei podcast nell’ultimo mese”, raggiunge nel 2021 quota 31% tra i 16-60enni (circa 9,3 milioni di persone), con una crescita lieve ma che consolida la tendenza positiva registrata lo scorso anno (nel 2020 i podcast avevano visto un balzo di ben 4 punti percentuali, passando dal 26% al 30%): una riprova del fatto che la diffusione del format è un frutto stabile e non transitorio del processo di digitalizzazione avvenuto nel contesto pandemico. Il format resta marcatamente giovane (44% di under 35), ma nel 2021 crescono anche i target adulti, laureati (27%) e professionisti (13%).

I podcast-geolocalizzati di Loquis per il marketing turistico

Chi si occupa di marketing turistico certamente ha avuto modo di constatare negli ultimi anni la crescita di interesse nei confronti dei podcast da parte dei viaggiatori. Di semplice fruizione (basta uno smartphone), il podcast consente di attingere via audio a descrizioni di luoghi e narrazioni di esperienze lasciando sguardo e corpo liberi di esplorare gli spazi in autonomia. È in questa logica che nel 2018 prende vita la startup Loquis che al formato audio aggiunge un elemento in più: la geolocalizzazione.

“L’idea nasce da un viaggio in macchina e dalla curiosità di ascoltare, senza doversi fermare a guardare uno schermo, quali fossero le storie del paese in cima alla collina che si stagliava davanti agli occhi. Pensavamo a un modo per raccontare i luoghi a chiunque ci passasse accanto, incrociando le posizioni dei racconti audio con quelle degli utenti o delle destinazioni ricercate dagli utenti. Quello che abbiamo scoperto è che aggiungendo questa semplice informazione a un podcast siamo in grado di creare e liberare un valore enorme e dare voce al nostro mondo“, spiega il fondatore e Ceo di Loquis Bruno Pellegrini. “Abbiamo così immaginato, disegnato e sviluppato una piattaforma – prosegue Pellegrini – che cataloga e pubblica esclusivamente podcast di viaggi, esperienze, aneddoti, memorie, storie, riconoscendo le coordinate geografiche (latitudine e longitudine) dei luoghi narrati. Ma c’è dell’altro. Abbinando la geolocalizzazione dei contenuti a quella degli utenti, in tempo reale, si aggiunge una nuova modalità di ascolto – che non è più quella “lineare” tipica dei podcast, che richiede l’attività di cercare, selezionare e cliccare un contenuto. È una modalità di ascolto automatica. Funziona come un navigatore Gps che invece delle direzioni di guida ci racconta le storie dei luoghi che abbiamo davanti agli occhi, mentre passeggiamo, guidiamo o viaggiamo in treno. Si apre un nuovo mondo, quello dell’audio augmented reality, della realtà arricchita tramite l’audio”.

I podcast del patrimonio industriale su Loquis

Ed è così che, fedele alla propria missione di promuovere il patrimonio industriale italiano, anche Archeologiaindustriale.net sbarca su Loquis aprendo un canale nel quale tutte le realtà operanti in quest’ambito possono trovare spazio per raggiungere un pubblico sempre più ampio in un’ottica di multichannel experience.

Ascolta i podcast di Archeologia Industriale su Loquis Logo Loquis podcast geolocalizzati




I 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale, un evento per celebrare 25 anni di lavoro e di passione

Dal dal 9 all’11 giugno 2022, si svolgeranno tra Roma e Tivoli i 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale. L‘evento è organizzato da AIPAI e DICEA – Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale e promosso da AIPAI, DICEA e TICCIH Italia.

Stati Generali del Patrimonio Industriale

L’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale – AIPAI, nel celebrare i 25 anni di impegno sul fronte del censimento, della conoscenza, della tutela e della valorizzazione del Patrimonio Industriale, organizza e promuove i 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale per chiamare nuovamente a riunirsi studiosi, amministrazioni, enti preposti alla conservazione e alla tutela, progettisti, associazioni, operatori turistici e tutti i soggetti coinvolti nel vasto impegno in questo ancora giovane ambito di heritage.

La visione congressuale è quindi di ampia prospettiva ed è ben rappresentata dall’insieme delle aree tematiche, che toccano tutti i temi dell’attualità del Patrimonio Industriale.

Le Aree tematiche dei 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale

Sono 11 le aree tematiche nelle quali si articola l’evento:

1 Macchine e cicli produttivi storici del patrimonio industriale

Renato Covino, Antonio Monte, Laura Severi

I temi relativi alle macchine e ai cicli produttivi storici del patrimonio industriale hanno riscosso negli anni scarsa attenzione rispetto a quelli dei monumenti, dei siti e delle aree. Si intende quindi volgere lo sguardo alla macchina, tramite l’analisi dei progressi tecnici e della loro applicazione ai processi industriali nei vari settori, della permanenza di macchine antiche e della loro proiezione , grazie a lente ma non insignificanti trasformazioni, fino a tempi recenti. La prima sessione propone dunque di concentrarsi sull’intero processo produttivo, sulle sue fasi ed evoluzioni; nella seconda si affronta come tema la singola macchina e nella terza la sua relazione con l’oggetto edilizio. La quarta, infine, apre le prospettive ai temi della conservazione e della valorizzazione di macchine e cicli.

2 Città e territori dell’industria

David Celetti, Giovanni Luigi Fontana, Andrea Gritti, Amedeo Lepore, Massimo Preite

Le imprese realizzarono opere di infrastrutturazione territoriale e di ingegneria sociale in tutte le fasi del processo di industrializzazione, inizialmente a supporto di specifiche iniziative imprenditoriali, poi in attuazione di progetti sempre più complessi e diversificati. La sessione intende analizzare come le opere sociali delle imprese, in particolare quelle destinate alle residenze per i dipendenti, abbiano influito sui fenomeni di urbanizzazione e di aggregazione sociale, accompagnando l’evoluzione delle città industriali, dalle comunità fabbrica proto industriali ai primi isolati esperimenti di città del lavoro fino alla loro compiuta definizione ed integrazione nei grandi contesti urbani e metropolitani.

3 Paesaggi della produzione

Maria Carcasio, Franco Mancuso, Claudio Menichelli, Maurizio Morandi, Silvia Tardella, Augusto Vitale

L’antropizzazione industriale è il filo conduttore che unisce i paesaggi extraurbani di tutta Europa, dai territori di grande pregio a quelli compromessi in attesa di rigenerazione. Fu con l’avvento dell’industria, infatti, che il paesaggio, fino ad allora considerato solo in una dimensione orientata da categorie estetico naturalistiche, venne percepito come una realtà complessa, frutto di incursioni che posero in primo piano aspetti quali il progresso tecnico scientifico, la produzione di massa, la velocità. Da quel momento in poi fu sempre più importante integrare architettura, ambiente, economia e istanze sociali per la comprensione e la cura delle nuove dimensioni dei paesaggi: dall’agricoltura industrializzata ai distretti produttivi perifluviali, dalle realtà estrattive, ai settori della produzione ad esse connesse. A tutti questi aspetti e a molti altri legati ai territori postindustriali si intende dedicare uno spazio in questa area.

4 Infrastrutture e patrimonio urbano

Marina Docci, Ilaria Giannetti, Franco Mancuso, Stefania Mornati, Palmina Trabocchi, Rita Vecchiattini, Ilaria Zilli

Negli anni di profonde trasformazioni che interessano le grandi città a partire dalla metà dell’Ottocento, un ruolo di primo piano assume la progettazione o l’implementazione delle infrastrutture, da quelle portuarie a quelle per i trasporti, per l’energia, per la distribuzione o lo smaltimento delle acque. Le politiche pubbliche per l’approvvigionamento delle derrate alimentari hanno portato, negli stessi anni, alla costruzione di un gran numero di mercati, all’ingrosso e al dettaglio, che ancora oggi caratterizzano e innervano i nostri centri urbani. Si delinea nell’insieme un sistema di elementi –puntuali, diffusi o di rete –a servizio della città, di estremo interesse ma ancora poco studiato. Un patrimonio talvolta abbandonato, spesso poco conosciuto o dimenticato, che necessita di approfondimenti e di proposte rispettose di significati e valori, per una sua re-immissione nella contemporaneità.

5 La costruzione per l’industria. Innovazione tecnologica e sperimentazione di materiali, tecniche e procedimenti

Edoardo Currà, Ilaria Giannetti, Rossella Maspoli, Antonello Pagliuca, Cesira Paolini, Martina Russo

Le ricerche nel campo della storia della costruzione su architetture, opere di ingegneria e infrastrutture industriali privilegiano un approccio multidisciplinare, muovendosi attraverso studi sui materiali e le tecniche, gli attori e i processi, le teorie e le economie. La costruzione per l’industria ha costituito, nel XIX e nel XX secolo, un luogo privilegiato per la sperimentazione tecnologica e nell’ambito di questo tema è possibile individuare casi significativi di complessi industriali, figure di progettisti o storie di imprese coinvolti nella proposizione di materiali e soluzioni innovative. Le specificità della storia della costruzione contribuiscono a definire coerenti e adeguati processi di manutenzione, conservazione e trasformazione delle strutture storiche, mettendo a servizio della valutazione degli interventi le originali letture dello stato di fatto degli edifici fabbrica.

6 Memoria dell’industria e del lavoro

Vittoria Ferrandino, Giovanni Luigi Fontana, Amedeo Lepore, Carolina Lussana, Massimo Negri, Massimo Preite

La vicenda delle imprese è stata ed è al centro del processo di industrializzazione del Paese. L’industria, le persone e i territori sono portatori di una cultura fatta di istituzioni, attività, comportamenti e linguaggi diffusa e varia, che è cambiata nel tempo. Questo cambiamento è registrato analiticamente negli archivi e nei musei. Non solo archivi e musei salvaguardati e attivi, ma anche un ecosistema fatto di archivi e musei del lavoro, delle organizzazioni sindacali, archivi e musei pubblici, di istituzioni centrali o locali, scuole e istituzioni formative, archivi di architetti e di società di ingegneria, organizzazioni di rappresentanza e associazioni, archivi e musei privati o familiari. Il ruolo pervasivo e trasversale degli archivi e dei musei sul patrimonio industriale ne fanno elementi da salvaguardare nella loro materialità e da valorizzare, in modo dinamico e in una logica di rete, con approcci il più possibile aperti e trasversali.

7 Storia e cultura del lavoro

Andrea Caracausi, Paolo Raspadori

Si propone di approfondire le relazioni fra archeologia industriale e storia del lavoro in un’ottica di lungo periodo, guardando anche all’età preindustriale (inclusa l’età medievale) e affrontando tematiche legate a temi quali l’organizzazione e i rapporti di lavoro, l’emergere di nuove forme e nuovi spazi di lavoro, la sostenibilità ambientale, la divisione di genere, la sociabilità (mense e dopolavoro), la vita privata (abitazioni e quartieri operai) e la memoria del lavoro (racconti e ideologia del lavoro).

8 Restauro, conservazione e recupero

Massimo Bottini, Marina Docci, Rossella Maspoli, Claudio Menichelli, Cristina Natoli, Manuel Ramello

La questione dell’uso e del riuso è al centro di ogni ragionamento che riguarda la conservazione, il restauro e il recupero del patrimonio industriale, sia che esso possa continuare a svolgere la propria funzione, sia che debba accoglierne di nuove. In entrambi i casi la conservazione deve convivere con la trasformazione, per colmare le distanze tra le esigenze del passato e quelle attuali. La conoscenza, nelle sue diverse declinazioni, accompagna tali processi e orienta le scelte operative, mentre la tutela è condizione necessaria perché il mantenimento delle valenze materiali e immateriali del patrimonio possa convivere con i suoi percorsi evolutivi.

9 Riuso e pratiche di rigenerazione

Maria Elena Castore, Edoardo Currà, Sara De Maestri, Cristina Natoli, Cesira Paolini, Manuel Ramello, Laura Severi

Riuso, riuso adattivo, riuso temporaneo, recupero, rigenerazione, rifunzionalizzazione, riqualificazione: un universo lessicale per inquadrare le sfumature del ripensamento delle aree industriali dismesse come opportunità per il territorio. Quali sono gli ingredienti del successo di queste iniziative? Conoscenza archeo-industriale, approccio visionario –che non manchi dell’esame delle condizioni al contorno –e sperimentazione progettuale. Sono presupposti indispensabili, come anche la capacità di captare e indirizzare finanziamenti e altre possibili risorse. Da questo punto di vista, in Europa si registra la priorità dell’innovazione e della green economy, poste alla base della ripresa e di una ritrovata competitività. Tra strategie urbane e territoriali, soluzioni architettoniche e strumenti attuativi, le riflessioni di questa area tematica danno spazio alle pratiche sperimentali e innovative che vedono centrale il patrimonio industriale.

10 Immagine e comunicazione dell’industria

Renato Covino, Angelo Desole, Carolina Lussana, Antonio Monte

L’industria ha fin dai suoi esordi fatto ricorso a strumenti di comunicazione e promozione, a partire dal marchio, primo elemento portatore di un valore identitario e di comunicazione, e poi con la pubblicità istituzionale, di prodotti e di servizi. C’è inoltre il fronte commerciale, con cataloghi, brochures, album su prodotti e impianti; c’è la comunicazione tecnica fatta di bollettini, rassegne, schede di uso e installazione, descrizione di reparti e processi produttivi; c’è la comunicazione istituzionale, fatta di pubblicazioni, brochures o edizioni realizzate in occasione di eventi, costruzioni, inaugurazioni, visite. Fonti e documenti più diversi, dove all’illustrazione e al disegno degli anni dell’esordi dell’industria, si aggiungono ben presto i nuovi linguaggi dell’Ottocento  e del Novecento: la fotografia, prima, ed il cinema, poi. Un patrimonio di fonti essenziali per studiare il patrimonio industriale.

11 Turismo industriale. Esperienze di fruizione e di mobilità

Francesco Antoniol, Massimo Bottini, Maria Elena Castore

Il turismo industriale, spesso, è identificato come turismo esperienziale. Alla luce di criticità e opportunità emerse con la pandemia che, a livello globale e non solo culturale, ha messo a dura prova visita e fruizione del patrimonio industriale, è opportuno riflettere sulle azioni messe in campo dai soggetti che si occupano di valorizzazione dell’ industrial heritage a fini turistici. Qual è lo stato post pandemia delle route del patrimonio industriale? Come ne escono i tracciati e i progetti di mobilità dolce? Quali sono le valutazioni odierne su un sistema di fruizione classico basato sulla trasmissione di contenuti in presenza e quali le potenzialità della fruizione degli stessi a distanza? La digitalizzazione delle comunicazioni e dei rapporti tra soggetti interessati alla promozione e alla vendita del prodotto turistico ha avvicinato
realtà che, tradizionalmente, viaggiano a velocità diverse: musei, associazioni di promozione culturale, agenzie, guide turistiche e attori dell’ hospitality.

La call for paper

Stati Generali Patrimonio Industriale

Le numerose sessioni propongono infine specifici approfondimenti che potranno essere integrati da quelli che scaturiranno dalle submission dei partecipanti. Per presentare il proprio elaborato c’è tempo sino al 23 gennaio 2022.

Gli abstract delle proposte di contributo dovranno essere inoltrati all’organizzazione tramite la piattaforma Easy Chair. Per accedere e usare Easy Chair è necessaria l’iscrizione gratuita alla piattaforma effettuabile con il comando «create an account» a questo link.

Per inviare l’abstract, necessariamente di lunghezza entro le 1500 battute spazi inclusi, si dovrà avviare una «new submission» e riempire i campi relativi agli autori, titolo, abstract e keywords (tra le 3 e le 5) tutto in un’unica lingua (italiano o inglese); scegliere infine la sessione o l’area a cui inoltrare la proposta. In questa fase si dovrà anche caricare un file .docx con un breve CV di 300 battute per ogni autore; sarà inoltre possibile caricare un’immagine rappresentativa della proposta (facoltativo).Si ricorda che non è necessario inserire alcun riferimento bibliografico.

Nella successiva fase di invio del fullpaper da sottoporre al processo di review, si dovrà caricare nella sezione «uploads» anche un file in formato .docx, impaginato secondo il format scaricabile dal sito del convegno. In questa fase sarà anche possibile aggiornare l’elenco autori, il titolo, l’abstract e le keywords del contributo tramite «update information/author/file» o ritirare l’articolo con «withdraw».

I testi finali dei paper dovranno essere ricaricati dagli autori sempre in formato .docx nella stessa sezione del sito di Easy Chair. Ulteriori informazioni saranno fornite in seguito.

Scarica qui il documento 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale – Call for paper (ita)

Informazioni tecniche

Location

Il convegno si svolgerà tra Roma e Tivoli, presso:
la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma «La Sapienza» Via Eudossiana 18, Roma
il Santuario di Ercole Vincitore Via degli Stabilimenti 5, Tivoli
il Comune di Tivoli, Scuderie Estensi Piazza Giuseppe Garibaldi
Lo spostamento Roma Tivoli con pullman sarà a cura dell’organizzazione del congresso.

Quote di partecipazione

Iscrizione entro il 10 aprile 2022 Iscrizione entro il 10 maggio 2022
Socio Aipai 160 € 210 €
Socio Aipai under 35 125 € 145 €
Non Socio Aipai 240 € 290 €
Non Socio Aipai under 35 175 € 195 €

Nella quota di iscrizione al congresso sono inclusi: atti del congresso in formato digitale, coffee break e pranzi a buffet (per i tre giorni), pullman Roma Tivoli Roma (10 giugno) e un kit di benvenuto Sapienza/AIPAI.
Per partecipare come socio AIPAI ed usufruire della tariffa agevolata occorre verificare di aver rinnovato l’iscrizione per l’anno 2022 o effettuarne una nuova tramite il sito dell’Associazione.

Ulteriori informazioni
www.patrimonioindustriale.it
Segreteria del comitato organizzativo: sgpi2022aipai@patrimonioindustriale.it