Home / Il Patrimonio in Italia / Tresigallo, la città corporativa di Edmondo Rossoni

Tresigallo, la città corporativa di Edmondo Rossoni

image_pdfimage_print

Tresigallo e l’esperimento sociale di Rossoni: la città corporativa

A Tresigallo non ci fu solo un’evoluzione industriale dell’intero paese, ma pure un cambiamento sostanziale dell’apparato lavorativo, sia a livello individuale che collettivo. Riprendendo il dibattito tra “città” e “azienda”, è evidente, una volta studiato il caso, che Tresigallo non rientra in quelle città denominate autarchiche o nate dall’autarchia, come Torviscosa, Carbonia e Arsia. Tresigallo non sarà la città del padrone, finalizzata allo sfruttamento delle risorse in loco e costituita da una società divisa in classi; come non avrà una produzione monofunzionale (Torviscosa la cellulosa; Carbonia il carbone; Arsia la lignite).

Il nuovo apparato economico-lavorativo tresigallese viene concepito, secondo le concezioni rossoniane, per risolvere problemi nuovi e ancestrali attraverso la collaborazione di classe, basata sulla concatenazione gerarchica delle competenze e l’accentuazione degli sforzi per la creazione di maggiori capacità tecniche, nella visione condivisa di un interesse collettivo superiore. Non c’è dunque un mero sviluppo industriale, ma tutta la comunità ogni giorno è chiamata individualmente a realizzarsi nel proprio lavoro.

Anche dal punto di vista architettonico, non è un caso se a Tresigallo, a fianco delle case degli operai, si trovino le villette degli industriali; vicino a quelle dei braccianti si trovino quelle degli impiegati: tutte le categorie sociali dovevano aspirare alla serena coabitazione, civile e lavorativa. Assieme si andava a lavoro, ognuno con le proprie mansioni, e assieme si ritornava. I giardini e le recinzioni delle varie case confinavano tra loro. Questo sistema lavorativo-civile, basato sulla collaborazione di classe e su una “democrazia architettonica”, permetteva di abbassare notevolmente il divario – sociale e culturale – tra bracciante e capitalista, manovale e capo d’industria. Per questi motivi Tresigallo “supera” le città autarchiche e quelle rurali dell’Agro Pontino e di tutt’Italia: per la sua concezione economica-civile e la sua realizzazione urbanistica. Tra le città di fondazione, diviene così – col senno di poi – la più completa tra le città nuove, la sola e vera città corporativa realizzata nel ‘900.

I risultati concreti della diffusa industrializzazione del paese furono un aumento demografico e soprattutto la terziarizzazione dello scenario socio-economico. Tresigallo non era più il borgo agricolo costituito da braccianti, ma questi si erano trasformati in operai una volta inseritisi nelle fabbriche di nuova costruzione. Qui, hanno poi incontrato tecnici provenienti da altri paesi che li hanno addestrati alle più aggiornate tecnologie della lavorazione del legno, del ferro, al montaggio di parti staccate, al lavoro con macchine utensili, a una cantieristica moderna. Molti di questi operai sono diventati artigiani.

 

Tresigallo e la rivoluzione antropologica

Ma la rivoluzione è stata di ampiezze maggiori: si sono attirati capitali e lavoro, create nuove attività economiche, è stato un vero e proprio cambiamento antropologico, che ha mutato usi, tempi di vita, ritmi di lavoro, prospettive di vita, sogni.

Con la costruzione della nuova Tresigallo, c’è stata una vera e propria rivoluzione antropologica.
Ancora adesso gli anziani tresigallesi, a quel tempo bambini, ricordano quegli anni di grande sviluppo. L’anziano Vittore Castaldini ci confida che:

«La manodopera veniva da tutta la provincia: vennero dottori, chimici agrari, imprenditori con le loro famiglie, le quali si sono inserite con quelle del paese. I tresigallesi sono venuti a contatto con la cultura portata appunto da queste persone. Quando senti i vecchi tresigallesi parlare, magari iniziano il discorso in dialetto ma lo finiscono sempre in italiano. Questo è ancora il residuo di quell’epoca: pensa ai barbieri, a chi aveva il negozio, a chi vendeva la frutta: da un giorno all’altro vennero in contatto con persone che venivano dalla provincia, dalla regione, dalle città. Furono quasi obbligati i cittadini di Tresigallo a iniziare a parlare l’italiano per farsi capire. E questa fu una vera rivoluzione linguistica».

Continua selezionando in basso la prossima pagina

Sito archeologico industriale: Tresigallo
Settore industriale: Misto – Città di fondazione
Luogo: Tresigallo, provincia di Ferrara, regione Emilia Romagna, Italia
Testo a cura di: Il testo è stato interamente prodotto da Stefano Muroni, autore del libro “Tresigallo, città di fondazione. Edmondo Rossoni e la storia di un sogno” edito da Pendragon www.pendragon.it Pp. 342 Pubblicato 8/10/2015 ISBN: 978-88-6598-632-5
Crediti fotografici:  per le immagini storiche si ringrazia l’archivio di Tresigallo, le immagini attuali sono state realizzate da Stefano Muroni e da Piero Cavallina

Lascia un Commento