La storica fabbrica di Fisarmoniche Dallapè di Stradella, in provincia di Pavia, è un piccolo gioiello di archeologia industriale da preservare.
Mariano Dallapè, stradellino d’adozione ma trentino di nascita, come si legge in conclusione della voce “Fisarmonica” dell’Enciclopedia Italiana Della Musica: fu il personaggio di maggior rilevo che in Italia riuscì, con geniali intuizioni, a trasformare l’arcaico organetto nella più completa e complessa fisarmonica diatonica a cassetta.
Costruì il primo prototipo nel 1871; nel 1876 diede avvio all’attività artigiana con una piccola bottega che ampliò negli anni fino ad arrivare nel 1928 , anno della sua morte, a contare circa 300 operai. Una vera e propria industria.
La Dallapè si poteva vantare di costruire ogni particolare dello strumento all’interno dello stabilimento. Il fabbricato era articolato in diversi capannoni con un’officina meccanica per la preparazione degli stampi e di tutti i più piccoli particolari metallici delle fisarmoniche ed in particolare dei semilavorati delle “voci” che hanno sempre costituto la particolarità ed il pregio delle fisarmoniche Dallapè.
Abbinati all’officina c’erano anche un reparto fonderia (dove avveniva la fusione delle piastre supporto delle voci più basse dello strumento e che utilizzava una lega speciale di alluminio e bronzo miscelati in quantità che costituivano un po’ il segreto della loro sonorità) e un reparto attrezzato con bagni galvanici dove parecchi particolari metallici venivano zincati e cromati.
C’era poi un attrezzato reparto falegnameria con macchinari per la lavorazione del legno dove prendeva corpo la struttura dello strumento.
Era anche presente un ampio magazzino dove confluivano tutti i semilavorati da distribuire agli operai per le varie lavorazioni di loro competenza.
C’erano anche Il reparto “manticisti” per la preparazione del mantice della fisarmonica, il reparto “decoratori” che si occupavano dell’eleganza estetica con ricchi intarsi di madreperla sul corpo dello strumento, il reparto “tastieristi” che preparavano le tastiere a tasti ed a bottoni, il reparto “meccanicari” dove venivano montati i meccanismi dei bottoni dei bassi , il reparto “vocisti” dove si assemblavano le piastrine con l’ancia vibratile che davano il suono alla fisarmonica. Erano ancora presenti, dislocati in vari stanzini separati dove lavoravano senza disturbarsi, gli “accordatori” . Infine il locale per l’assemblaggio finale della varie parti dove avveniva anche la correzione di eventuali difetti , il collaudo e il controllo di qualità. Per ultimo il reparto “spedizioni”.
Il controllo qualità era meticoloso e come sigillo finale di garanzia c’era sempre il tocco finale del fondatore che, proprio quale garanzia del fatto che lo strumento era passato nelle sue mani, apponeva su ogni fisarmonica, integrata nell‘intarsio in madreperla, una sua fotografia.
Annessi alla fabbrica sono ancora presenti anche gli uffici arredati negli anni ’30 e lo studiolo dove lavorava Mariano Dallapè con ancora il suo banchetto da lavoro.
Negli anni a seguire, dopo il 1929, varie vicende dovute a fenomeni economici (1929 Wall street) di natura musicale legati al cambio delle mode, di natura politica relativi a problemi nei vari mercati mondiali di diffusione, hanno portato ad un ridimensionamento della superficie della fabbrica che comunque ha mantenuto l’importante facciata e parecchi dei vari reparti con tutte le attrezzature ed i macchinari.
Alla fine del 2010 é stato prodotto l’ultimo strumento e il trade-mark è stato ceduto alla ditta Roland che a tutt’oggi provvede a mantenere alto nel mondo il nome di Dallapè grazie alla diffusione mondiale del mitico suono attraverso l’utilizzo della tecnica del campionamento applicata alle loro fisarmoniche digitali.
Oggi la Fabbrica Dallapè è a rischio
La Fabbrica Dallapè è rimasta praticamente ferma dalla fine 2010, anno della chiusura.
C’è stato qualche interessamento da parte delle istituzioni, grandi apprezzamenti per il fascino del sito, dei macchinari, degli arredamenti delle attrezzature degli archivi, ma fino ad ora nessun tipo di aiuto e quindi nulla di concreto.
L’immobile è sito al centro di Stradella e purtroppo per la famiglia Dallapè non sarà possibile attendere ancora a lungo. Sarebbe veramente un delitto arrivare a disperdere questi tesori frutto di oltre un secolo di lavoro in un campo che ha dato onore all’Italia nel mondo e che tanti ci invidiano dato che non esiste in nessun altro luogo un sito di archeologia industriale simile a questo.
Settore industriale:Industria strumenti musicali
Luogo: Stradella – Pavia – Lombardia
Proprietà/gestione: Mariano Dallapè e Figlio s.n.c. www.dallape-accordions.com
Testo a cura di: Dott. Amleto Dallapè
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