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A rischio il Follone di Pinerolo – Ex Merlettifico Turck – in Piemonte

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A rischio il complesso del Follone di Pinerolo, in provincia di Torino. Situato in una porzione di territorio compresa tra il canale Moirano ed il torrente Lemina, a poche centinaia di metri dal centro della città, è un esempio di archeologia industriale.

L’edificio del Follone, antica fabbrica laniera, si affaccia sul Rio Moirano, da cui traeva la forza motrice, e si presenta come un grosso corpo di fabbrica di notevoli dimensioni (144 m. di lunghezza, 9,6 m. di larghezza e 16,3 di altezza); la facciata, in muratura di mattoni intonacata, è caratterizzata dalla ritmicità delle aperture che, ripetute per i quattro piani, segnano l’intero volume.
La fabbrica è sprovvista di qualsiasi elemento decorativo, e rispecchia la tipologia edilizia che si andava affermando alla fine del Seicento: edifici stretti e lunghi, le cui dimensioni erano dettate dal numero dei macchinari che vi venivano disposti. Nel cortile interno, capannoni e sheds, bassi magazzini, tettoie e una ciminiera; a est del fabbricato, l’edificio per gli uffici (caratterizzato da ingresso decorato da una lunetta a vetri cattedrali). A Pinerolo, la lavorazione della lana è l’attività economica più antica, risalente al XI secolo, ma fu a partire dal XV secolo che divenne un’attività prospera in città .

Ecco come il FAI definisce l’Ex Merlettificio Turck  su “I Luoghi del Cuore“:

Uno dei primissimi insediamenti industriali della città, sopravvissuto e rimaneggiato nei secoli, sorge sul sito dell’antico paratore comunale di epoca settecentesca e sull’antichissimo canale artificiale che attraversa la città (il Moirano) le cui sponde nel tempo hanno ospitato laboratori artigiani e mulini prima e industrie poi che ne sfruttavano l’energia idraulica. L’attuale edificio, oggi dismesso, risale al IX secolo e rimane una delle poche testimonianze del passato industriale della città.

Storia del Follone di Pinerolo – Ex Merlettificio Turck, parte del patrimonio industriale italiano

L’edificio denominato Follone venne progettato e costruito nel Quattrocento e posto lungo il rio Moirano, dove si trovavano gli antichi paratori di stoffe. La deliberazione per la costruzione del Follone venne firmata dal Comune di Pinerolo (proprietario del terreno) l’11 aprile 1440, ma l’edificio venne subito dato in concessione a mercanti, che ne ebbero l’affidamento fino al 1614, detenendo il monopolio dell’arte della lana in città.

Il Follone venne ampliato nel 1723 e in esso venne impiantata una fabbrica di falci, una di panni e rattine (panni di lana dalla superficie pelosa ed arricciata), ed infine una fabbrica di calze denominata San Manzo. Questo primo ampliamento consistette nella costruzione di un nuovo follone a fianco dell’antico paratore e permise la concentrazione di tutta la lavorazione della lana in un unico complesso.

Nel 1765 il Follone aveva alle dipendenze già trecento persone, ed il Re lo intitolò Lanificio di Pinerolo e lo pose sotto la sua regia protezione; ciò comportò svariati privilegi, che sommati all’atteggiamento favorevole della città, fecero decollare l’industria laniera rendendo necessaria una nuova espansione.
Il Comune espropriò alcuni edifici adiacenti e incaricò del progetto l’ing. Gerolamo Buniva ed il tecnico
meccanico Giacomo Marletto. Venne costruito un edificio a manica semplice a tre piani; il complesso aveva imponenti opere di presa che alimentavano cinque ruote idrauliche, tre delle quali destinate al nuovo follone, mentre le restanti due alla frisa.

Negli anni successivi la ditta Arduin, locataria, propose l’acquisto della fabbrica, ma il Comune decise che l’industria era troppo utile alla città per venderla, pertanto venne rinnovato il contratto d’affitto.

Durante il periodo Napoleonico la fabbrica raggiunse i 1500 dipendenti, ma dopo questo periodo di crescita esponenziale si arrivò alle prime crisi: il numero degli operai scese a 400, ma il Follone rimase una delle prime industrie del pinerolese.

Verso gli anni trenta dell’Ottocento vi fu un rinnovamento delle tecniche di produzione grazie all’introduzione di nuovi macchinari, che però necessitavano di spazi e quantità di energia idraulica adeguati. Pertanto, venne commissionato all’ing. Filippo Ghigliani un progetto d’innalzamento ed ampliamento del Follone, e la successiva installazione di una moderna turbina idraulica del tipo Fourneyron da 40 cavalli e dopo il 1938 si attrezzò un reparto di filatura a pettine, il primo di tutto lo Stato.

Nel 1820 vennero introdotte la pettinatura e la filatura con macchinari importati dall’Inghilterra, e nel 1829 le due famiglie a capo del Follone (Ditta Fratelli Arduin e Brun) furono premiate con una medaglia d’argento e nel 1832 e nel 1838 con l’oro. Inoltre, la ditta si prodigò per la crescita professionale dei suoi
dipendenti, istituendo corsi di chimica, meccanica e geometria.
Nel 1844 le famiglie ottennero un attestato di benemerenza pubblica per alcune loro iniziative, tra le
quali: ammodernamento nella tintura della lana, introduzione della pettinatura e della filatura secondo
l’uso inglese, filatura e tintura della lane da ricami che ridussero le importazioni da Francia e Russia.

A partire dal 1853 però l’azienda fu colpita da una grave crisi finanziaria che portò alla scissione della
società nel 1858; nel 1881 il fabbricato venne alienato dal municipio, e dal 1895 una parte della fabbrica fu
destinata alla lavorazione tessile, mentre la restante parte venne affittata alla Fabbrica di Pizzi e Merletti, sotto la direzione di Ugo Turck, primo ad introdurre in Italia la fabbricazione di pizzi a macchina.

Dal 1930, passata alla casa tedesca Henkels, la fabbrica venne denominata Merlettificio Turck e continuò la
sua attività fino agli anni settanta, negli anni ottanta i cortili della fabbrica ospitarono le autorimesse
dell’Acea.

A rischio il Follone di Pinerolo, uno degli esempi di archeologia industriale in Italia

Negli anni Settanta tutta l’area è stata acquistata dalla società Moirano, intenzionata a riqualificarne i siti: si prevedeva la demolizione completa o parziale delle preesistenze con costruzione di condomìni che arriverebbero fino al torrente Lemina, alti dai cinque ai sette piani; il progetto rimase in sospeso.

Domenica 13 ottobre 2013 l’ex merlettificio Turck viene devastato da un incendio, al seguito del quale il sindaco di Pinerolo Eugenio Buttiero ha firmato l’ordinanza per la messa in sicurezza della fabbrica e la sua prossima demolizione, primo passo che si concretizzerà poi con l’analisi del progetto presentato dai proprietari nei mesi scorsi e che prevede di realizzare qui un nuovo quartiere di Pinerolo.

Le norme del Piano Regolatore (sovradimensionate sotto il profilo quantitativo, 800 nuovi alloggi in una zona già congestionata dal traffico) omettono la valutazione del valore documentale e storico dell’ex Merlettificio che andrebbe, invece, valorizzato quale importante brano di archeologia industriale e quale ideale contenitore per numerose funzioni pubbliche e private, riuscendo a riproporlo come luogo da cui vengano nuove occasioni di sviluppo e crescita civile, come già evidenziarono i contributi resi dalla Soprintendenza e dalla Prof.ssa Chierici a supporto del Convegno sul Turck promosso da Italia Nostra nel 2010.

Hashtag di riferimento #saveindustrialheritage

Sito archeologico industriale: Il Follone
Settore industriale:Industria Tessile
Luogo: Pinerolo – Torino – Piemonte
Proprietà/gestione: Privati
Testo a cura di: Veronica Polia e-mail  veronica.polia@libero.it
Crediti fotografici:Emanuele Basile

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