Altare, in provincia di Savona, una piccola cittadina dell’Appennino ligure dove la manifattura del vetro ha origine lontanissime, conserva ancora degli importanti reperti di archeologia industriale come un forno di fusione del XVII secolo.
Altare e la storia dell’arte vetraia
La storia, e le fonti archivistiche lo confermano, tramanda come l’arte del vetro venne introdotta da una comunità di monaci benedettini stabilitasi ad Altare nel 1130. Grazie all’avvio di questa attività esperti artigiani dalla Normandia e dalla Bretagna giunsero ad Altare, ed ebbe inizio un processo di immigrazione anche dalle altre città di tutta Italia.
Nel 1445 è attestata l’esistenza della prima corporazione, l’Università dell’arte vitrea, sorta per regolamentare l’attività . Alcuni di maestri vetrai svolsero il mestiere in città, altri nelle proprietà situate nelle vicinanze, altri ancora si allontanarono da Altare per impiantare una nuova manifattura o in altre parti d’Italia o all’estero come in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna e – nel XIX secolo – in America Latina, esportando uno stile unico, che ispirata allo stile veneziano, prediligeva la pura creazione a discapito delle finalità funzionali.
Nel dicembre 1856 nasce la Società Artistico Vetraria Anonima Cooperativa facendo seguito ad un accordo tra le 16 famiglie di Altare produttrici di vetro. Queste unirono le vetrerie di Altare in un’unica grande azienda: la Società Artistica di Manifattura del Vetro.
A seguito della II Guerra Mondiale, nonché della Guerra Civile in Italia del 1943, la produzione del vetro di Altare attraversò un periodo di difficoltà. Ad aggravare il tutto ci si aggiunsero l’inflazione e la forte concorrenza straniera che si avvaleva di nuove procedure manifatturiere completamente automatizzate. La tecnica artigianale della soffiatura a mano dei maestri altaresi, se certamente collocava il prodotto a livelli qualitativi superiori, costringeva però a mantenere dei prezzi superiori a quelli di mercato. Tuttavia, la Società Artistico Vetraria fu in grado di superare le difficoltà e di continuare sue attività industriali e commerciali fino al 1978, anno in cui dichiarò il suo fallimento. Nell’asta giudiziaria che seguì , venne aggiudicata a un imprenditore di Abbiategrasso, il Cav Angelo Masserini, il quale si era impegnato a conservare il lavoro a tutti i dipendenti. La S.A.V. prese allora il nome di S.A.V.A.M. Spense i forni nel dicembre del 1992.
L’antico forno di fusione del vetro di Altare – un bene di archeologia industriale da salvare
Per tutto il Medio Evo e nel’età Moderna, il forno conservò la forma da igloo. Diviso in tre sezioni, al piano terreno c’era il focolare, al piano intermedio avveniva la fusione, al piano superiore era collocata la “tempera” dove gli oggetti lavorati subivano un lento raffreddamento. I piani erano in comunicazione tra loro per mezzo di aperture centrali.
Nel centro di Altare, nell’area dell’antica Vetreria Racchetti, spenta nel 1967, si trovano i resti di due
antichi forni fusori da vetro di questa tipologia, attribuiti al XVII secolo. La loro scoperta, risalente al 1991, è stata oggetto di studi e approfondimenti a livello europeo, in particolare da parte dell’associazione francese GenVerrE.
Uno dei due forni è comunque, nelle parti non danneggiate, in buono stato di conservazione.
E’ l’ultimo esemplare rimasto, vincolato dalla Soprintendenza Archeologica, più volte ammirato da archeologi italiani e francesi come un raro tassello della storia della tecnica.
Del forno, carico di quattro secoli di storia, rimangono la parte inferiore, destinata alla combustione, e la volta, che vi è stata posata sopra. La parte inferiore, rimasta integra, presenta quattro fori quadrati, utili all’introduzione dell’aria, necessaria alla combustione della legna consumata nel focolare, per raggiungere temperature all’incirca di 1200°C. La circonferenza del forno è di circa m. 10,50. È circondato da un corridoio, alto circa m. 2, che portava da una parte al forno essiccatore della legna, dall’altra, attraverso un cunicolo, al secondo forno situato a più di 5 metri dal primo, attualmente in pessimo stato di conservazione, destinato probabilmente alla fusione della fritta. Rimane pure pare di una struttura muraria , entro la quale i fornii principali erano inseriti.
Dal confronto dei rilievi fotografici effettuati al momento della scoperta con quelli odierni è possibile
riscontrare come nell’arco di vent’anni i reperti archeologici si siano ulteriormente gravemente deteriorati, per cui un intervento di recupero di queste strutture si rende estremamente urgente.
Il Museo dell’Arte Vetraria Altarese
Nato negli anni ’80 e gestito dall’Istituto per lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria (I.S.V.A.V.), il MAV conserva la collezione della Società Artistico – Vetraria, ultimo atto di una millenaria storia di produzione vetraria nel paese di Altare, piccolo borgo sulle alture savonesi.
La collezione comprende opere in vetro di tipo artistico, d’uso e per la farmochimica, attrezzature della ex S.A.V., nonché la collezione di libri e riviste conservati nella Biblioteca Specializzata del Vetro. Attività e mostre organizzate in collaborazione con artisti e designer di livello internazionale contribuiscono inoltre alla creazione di una sezione di arte contemporanea.
Sede del Museo è Villa Rosa, preziosa dimora che fa parte di una serie di edifici Liberty che si diffusero nel paese all’inizio del ‘900, in gran parte ancora esistenti. Acquistata dallo Stato nel 1992, dopo i restauri la Villa è stata riportata all’antico splendore e adibita a sede del Museo dell’Arte Vetraria Altarese. Attualmente nei giardini della sede è installata una fornace dimostrativa per la produzione di vetro soffiato che, nel corso dell’anno, viene frequentemente attivata: un’affascinante integrazione della visita museale.
Info
Museo dell’Arte Vetraria Altarese e Istituto per lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria
Piazza del Consolato 4 17041 Altare (SV) Italy
tel: +39 019 584734 www.museodelvetro.org info@museodelvetro.org
SABATO 10 MAGGIO 2014, ore 17:00
presso il MUSEO DEL VETRO DI ALTARE – Piazza del Consolato, 4 – Altare (Savona)
sarà presentato il libro
Ricette vetrarie altaresi. Note e appunti di fornace
di Maria Brondi Bandano e Luigi Gino Bormioli
Edito da SAGEP Editori
Settore industriale:Industria vetraia
Luogo: Altare, Savona, Liguria, Italia
Proprietà/gestione: Proprietà privata
Testo a cura di: Maria Brondi Bandano
1 Commento
Pingback: I forni fusori del vetro ed il Museo dell&rsquo...