Sabato 7 giugno, presso il Liceo Augusto Righi di Bologna si è svolto il convegno “La centrale idrotermoelettrica del Battiferro. Un patrimonio da ri-scoprire”, gettando le basi per la creazione di un Comitato per la Salvaguardia della Centrale del Battiferro.
La Centrale del Battiferro, da oltre 50 anni versa in stato di abbandono potrebbe rifiorire a nuova vita grazie anche allo sforzo di un Comitato creato ad hoc no solo per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche e soprattutto per promuovere la realizzazione di progetti concreti di riqualificazione del sito.
Sita lungo il canale Navile, importante are di Bologna che ha visto negli anni il fiorire di numerose attività industriale, La centrale del Battiferro lo scorso dicembre è stata messa in vendita dal comune di Bologna, insieme ad altri prestigiosi beni pubblici, con l’obiettivo di appianare il bilancio comunale.
Rischio o opportunità? Dipenderà da come si evolveranno i fatti, ma per non lasciare la questione in balia di pochi decisori, trattandosi di un bene comune di estremo interesse per la storia industriale della città, un gruppo di persone ha deciso di agire.
Il movimento nasce dalla passione di un giovane geografo di adozione bolognese specializzato sul tema dell’archeologia industriale, il dott. Jacopo Ibello, che già dalla fine dello scorso anno si è mosso per scuotere l’opinione pubblica sull’argomento, attività questa che si è concretizzata, come primo step, attraverso l’organizzazione del primo convegno ufficiale sul tema.
L’evento, organizzato dalle associazioni Save Industrial Heritage – l’associazione appunto presieduta dal dott. Ibello – e Amici delle Acque/Bologna Sotterranea, in collaborazione col Liceo Scientifico Augusto Righi (ricordiamo che proprio lo stesso Righi visitò la centrale nel 1901) che ha offerto anche i propri spazi istituzionali, è stato patrocinato dall’Archivio Storico Comunale di Bologna e dall’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale).
Alla convegno sono intervenuti personalità del mondo accademico, professionisti del settore nonché rappresentanti delle istituzioni pubbliche. A seguire l’elenco dei partecipanti in ordine di presenza:
• Prof. Mauro Borsarini: dirigente scolastico del Liceo Scientifico Augusto Righi.
• Prof. Mario Rinaldi: Presidente Associazione Elettrotecnica Italiana.
• Prof. Paolo Pupillo: Biologo, Docente dell’Università di Bologna e Rappresentante nazionale di Italia Nostra.
• Dott. Jacopo Ibello: Presidente dell’associazione Save Industrial Heritage.
• Massimo Brunelli: Vicepresidente dell’associazione Amici delle Acque-Bologna Sotterranea.
• Prof. Giorgio Dragoni: Docente di Storia della Fisica dell’Università di Bologna.
• Claudio Mazzanti: Consigliere comunale e Presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Bologna.
• Prof. Giampiero Cuppini: Architetto.
• Moderatore: Prof. Elisabetta Golinelli, docente di Scienze del Liceo Righi.
Aperti i lavori con i saluti del prof. Borsarini, il prof. Rinaldi ha tenuto a sottolineare il forte gap che esiste tra l’Italia ed i paesi stranieri in tema di salvaguardai e promozione della cultura tecnica. Un gap che va sicuramente colmato dal quale dipende il benessere sociale ed economico del nostro paese.
Segue l’intervento del prof. Pupillo che ha raccontato alla platea come in realtà nel tempo alcuni progetti di recupero della centrale fossero stati presentati, ma nessuno di questi vide mai la sua realizzazione.
Il dott. Ibello, dopo un inciso sul forte legame che sussiste tra Bologna e la sua attività industriale e manifatturiera, e dopo aver raccontato la storia della Centrale del Battiferro, ha esposto la propria idea per il futuro del sito, ovvero: utilizzare la centrale come un luogo sociale,un luogo dedicato alla cultura attraverso la gestione dello spazio in una formula temporanea, evitando così di dare una destinazione definitiva che potrebbe fossilizzarlo o, ancora peggio, riportarlo al disuso qualora l’operazione non funzionasse.
Massimo Brunelli ha regalato una panoramica sul ruolo del canale Navile e sulle molteplici attività che sorsero lungo le sue sponde, proseguendo poi con una serie di interessanti scatti realizzati all’interno della centrale che ne dimostrano lo stato di degrado. Tali scatti, sottolinea Brunelli, risalgono però ad un anno fa circa, da allora la situazione è notevolmente peggiorata:immense quantità di rifiuti riempiono ogni angolo della centrale.
Il prof. Dragoni è entrato poi nel merito delle occasione perdute, raccontando nel dettaglio come in realtà un’ingente cifra fosse stata già stanziata su un progetto realizzato dall’Università sfruttando i finanziamenti sui fondi del gioco del lotto, soldi questi però mai arrivati. Dragoni confida in una nuova fase per la centrale, immaginando un graduale recupero della struttura di tipo minimalista – ovvero senza la necessità di onerosi e imponenti modifiche strutturali – aprendola così al pubblico e realizzandone poi un centro culturale.
Il prof Cupini ha ricordato comunque i vincoli d’uso e strutturali, oltre a quelli di tipo economico, ai quali in ogni caso chi andrà ad intervenire sul sito dovrà attenersi.
Ha chiuso l’incontro l’architetto Cuppini ricordando la potenzialità dei Fondi europei: creare occasioni di lavoro per poter accedere a questi interessanti e spesso inutilizzati finanziamenti.
Tanti quindi gli spunti su cui riflettere, ma soprattutto tante le volontà che intendono mettersi in gioco affinché la centrale del Battiferro, stimabile esempio di archeologia industriale bolognese, non vada perduta ed acquisisca invece nuovamente un ruolo importante per la cittadinanza.
Archeologiaindustriale.net era presente al convegno e continuerà a seguire la vicenda.